Una denuncia dettagliata
L’idea che inviare e ricevere email, mezzi di comunicazione del tutto virtuali, possa inquinare l’ambiente è difficile da accettare, ma sono dati valutati e quantificati. Il merito della “denuncia” lo dobbiamo all’Ademe (l’agenzia francese che si occupa dell’ambiente e del controllo energetico), secondo la quale ogni email di un megabyte spedita e ricevuta consuma 19 grammi di anidride carbonica. In pratica, spedire 100 email è come percorrere quasi 13 km in automobile.
Quantificare il consumo di un’email
Come fa un’email a inquinare? Per quanto non siano testi scritti su carta, le email sono frammenti di bit che vengono copiati da un computer (server) a un altro, in modo che l’utente possa leggerle. Per fare questo il server deve lavorare, deve inoltrare la richiesta, e quindi consuma elettricità e produce anidride carbonica. Se l’email contiene allegati, il consumo aumenta. Se l’email è inoltrata a più persone (tramite il campo “cc”), il consumo aumenta di quattro volte.
Avete idea di quante email siano spedite in un anno da un’azienda? Solo in Francia si calcola una media di 58 email ricevute da ognuna delle cento persone di un’impresa, che in un anno portano a circa 13 tonnellate di anidride carbonica sparse nell’atmosfera.
Lo spam, fastidioso fattore di inquinamento
In un articolo della rivista Wired di giugno 2011, si rincarava la dose parlando dello spam, quelle fastidiose email pubblicitarie che continuano a intasare la nostra posta elettronica.
Si stima che lo spam comporti ben 14 milioni di tonnellate di anidride carbonica ogni anno: Wired fa un confronto e calcola che corrisponda al consumo energetico del pc di 2,4 milioni di abitazioni. In questo caso, una soluzione per contenere il fenomeno esiste: mettere dei filtri alla nostra email, in modo che lo spam vada in una cartella a parte e le varie email pubblicitarie possano essere cancellate con un solo click.
L’email consuma comunque meno di una lettera
Che conclusioni tiriamo fuori da questa analisi? Prima di tutto, che l’uomo sembra destinato a produrre gas serra (e a inquinare il pianeta) qualsiasi cosa faccia. Il secondo punto è, però, più ottimista (forse): un’email consumerà sempre meno di una lettera spedita per posta ordinaria. Se infatti teniamo conto della stampa, dei mezzi per trasportarla, delle correzioni non facili da fare e del fatto che sia prodotta tagliando il tronco degli alberi, una lettera cartacea sarà sempre più inquinante.
Resta da capire quanto la quantità infici veramente. Grazie alla facilità di battere sulla tastiera, infatti, probabilmente ognuno di noi scrive centinaia di email per ognuna delle lettere cartacee che scriverebbe in alternativa. E in questo caso, il consumo è estremizzato.