Crisi economica – 10 antichi greci ci insegnano come superarla

29 Luglio 2012 | Economia e lavoro

Introduzione

Come sappiamo bene, la crisi economica sta mietendo vittime sparse a livello di nazioni. La Grecia, in praticolare, ha pagato lo scotto peggiore (e l’Italia sta seguendo il suo esempio, come abbiamo visto qualche tempo fa). È davvero un peccato, considerando che secoli fa l’antica penisola greca aveva visto fiorire una ricca economia, una rigogliosa politica e alcune tra le menti più sagge della storia.

Niente di strano, quindi, che dal passato della stessa Grecia si cerchi una soluzione per risolvere. Il sito della BBC inglese ha riportato un interessante articolo al riguardo: come risolverebbero la crisi economica gli antichi e saggi pensatori greci? Immaginiamo di trovarci davanti a quegli stessi filosofi e vediamo come si comporterebbero.

Solone riduce il divario tra ricchi e poveri

Nel VI secolo a.C. anche Atene si trovava in difficoltà economiche, dove il divario tra ricchi e poveri cresceva a dismisura. Solo che a quel tempo non si finiva semplicemente in bancarotta: chi non pagava i debiti, diventava schiavo del creditore.

Solone capì di dover intervenire. Ad Atene riuscì ad abolire la schiavitù per debiti e mise un tetto massimo per l’espansione delle terre. Inoltre divise il popolo in classi, in base al loro livello di ricchezza, e per ogni classe stabilì obblighi finanziari (tasse) diversi.

Era un intermediario e la sua abilità fu nel capire che non doveva esserci troppo divario tra ricchi e poveri, perché in caso contrario il problema non poteva fare altro che peggiorare.

La soluzione al problema attuale della Grecia? Tassiamo di più i ricchi e limitiamo la loro espansione economica. Citando una sua frase: «La giustizia è come una tela di ragno: trattiene gli insetti piccoli, mentre i grandi trafiggono la tela e restano liberi».

L’Oracolo di Delfi punta al presente, Pitagora ha uno sguardo sul passato

All’Oracolo di Delfi (sacro ad Apollo, tra le altre qualità dio della saggezza) ci si rivolgeva per trovare risposte ai problemi mondani. Lo faceva naturalmente in modo enigmatico, senza dare risposte precise.

Noi gli porremmo questa domanda: «La Grecia deve lasciare l’euro?». La risposta dell’Oracolo sarebbe: «La Grecia deve abbandonare l’euro se l’euro abbandona la Grecia».

Sembrano parole buttate al vento, ma in realtà è proprio il dilemma che sta attanagliando i greci in questi ultimi tempi. Abbandonare l’euro e ritornare al dracma, oppure no? Cambierebbe la situazione tornando indietro? La risposta dipende dall’Europa: deciderà se finanziarla per tenerla a galla o un certo punto la lascerà ai suoi problemi?

Dopotutto, all’ingresso del tempio di Delfi stava la scritta: «Conosci te stesso».

Per Pitagora, invece, la questione è semplice: «Tutto si ripete, non esiste niente di completamente nuovo».

Se aggiungiamo questo alle parole criptiche dell’Oracolo di Delfi, capiamo che non solo dobbiamo agire senza curarci del futuro, ma anche confrontandoci con gli eventi passati. Ci sono state altre situazione di gravi crisi nella storia? Come si sono risolte?

Ulisse condanna la resa e spinge a resistere

Chi non conosce l’epica sale di Ulisse (o Odisseo, che dir si voglia)? Per anni fu strappato dalla sua terra e costretto a navigare per gli oceani, affrontando pericoli di ogni sorta. Mai una volta si arrese. Se ci vedesse piangere come stiamo facendo davanti a un futuro poco roseo, senza che muoviamo veramente un dito per tentare di risollevarci, nella migliore delle ipotesi si metterebbe a ridere.

È pura logica: il problema esiste; se lo lasci cuocere senza ostacolarlo, aumenta. Quindi arrendersi non serve e l’unica possibilità è di combattere per superarlo.

Se obiettate che Ulisse è (forse) un personaggio di fantasia, guardatevi alle spalle e cercate nella storia chi era messo peggio di voi e ne è comunque uscito. Ma anche al presente. Qualche esempio? Guardate quanto ha dovuto sudare Steve Jobs per arrivare dove è arrivato. Oppure date un’occhiata alle opere di Huang Guofu.

Socrate, Aristofane e Eraclito ci invitano a metterci in dubbio per cambiare

«Una vita senza esame non è la miglior vita per l’essere umano». Socrate ci parlerebbe in questo modo. Come l’Oracolo di Delfi, non dà risposte precise, ma insegna ai suoi livelli di essere sottoposti a un continuo auto-esame. Siamo sicuri di essere nel giusto? Quando ci si pone una domanda del genere, sin da subito i dubbi cominciano a farsi trada. La Grecia (o l’Italia) non dovrebbe forse cambiare il suo modo di agire, visto i risultati?

Aristofane rincarerebbe palandoci di innovazione: se rimaniamo sempre fermi allo stesso punto, restiamo impantanati. Bisogna cambiare, adattarsi, progredire, evolvere. Scegliamo con oculatezza i nostri rappresentanti, ma devono essere cambiati

D’altronde, anche Eraclito sarebbe d’accordo. Annuendo, ci lascerebbe con una frase che racchiude l’essenza di tutta una filosofia: «Non puoi discendere lo stesso fiume per due volte».

Nel concreto, terra a terra? Se le cose vanno male, significa che il sistema attuale è sbagliato. Va cambiato senza troppo pensarci, tentando altre soluzioni.

Ippocrate e Clistene vogliono esaminare i dettagli

Ippocrate di Coo è un dottore, e come tale esamina il suo paziente con occhio critico. Gli pone delle domande sui motivi del suo malessere e, quando ha un quadro completo, fa la sua diagnosi.

Sostituite alla frase precedente “dottore” con “cittadino” e “paziente” con “Nazione” e avrete trovato il punto chiave. Per capire come muoverci, dobbiamo analizzare le cause del nostro malessere economico.

Subito dopo entrerebbe in gioco la volontà di Clistene, che in base all’analisi critica ha progettato (al tempo di Atene) una nuova forma di governo basata sulle alleanze e ha tagliato alle radici la struttura di potere che aveva portato a logorare la Nazione.

Il troppo potere logora, porta alla corruzione e a un ulteriore divario con chi di potere ne ha ben poco: non ne abbia un esempio in Grecia, così come in Italia?

Infine, Archimede: serve un’idea geniale

Se le soluzioni appena viste non bastano, a questo punto non ci resta che affidarci ad Archimede, le cui parole a mio avviso sono le più sagge mai pronunciate. Avete un problema e non trovate la soluzione? Fatevi un bagno e pensate ad altro. La soluzione potrebbe annunciarsi d’improvviso.

È la classica lampadina che si accende. L’idea geniale, risolutiva, inaspettata. Dopotutto fu durante un lungo bagno, dice la storia, che Archimede fu folgorato dall’idea del principio che oggi porta il suo nome. Più inaspettata di così…

Fonti principali

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