Cosa succede nel nostro corpo in caso di paura e come uscirne

7 Luglio 2013 | Mente e corpo umano

Perché la paura

La paura è un’emozione naturale e, per quanto possa sembrare strano, è utile ed è stata creata per un motivo semplice: avvisare l’uomo che potrebbe essere in agguato un pericolo. Chi non ha paura di fronte a niente, probabilmente soffre di un disturbo.

Questa è la regola. Abbiamo visto, però, che in alcuni casi (sempre più di frequente con la società moderna) la paura assume l’aspetto di fobia, cioè di un terrore immotivato e innaturale verso qualcosa. E le fobie al giorno d’oggi sono molte (eccovi un elenco in continuo aggiornamento).

Pronti a sopravvivere

Ma cosa succede effettivamente al nostro corpo quando proviamo paura? Le sensazioni sono in crescendo. Si parte dalla tachicardia, dalle mani sudate e dalla salivazione ridotta, per arrivare all’impallidimento e, nei casi più gravi, allo svenimento. Le pupille degli occhi si dilatano, i capelli si rizzano in testa e i peli si alzano sulle braccia. La pressione sanguigna aumenta, il battito pure.

Avete presente quel sapore metallico che si sente durante il terrore? Si tratta della conseguenza di due ormoni prodotti in grande quantità dal corpo, il cortisolo e l’adrenalina, che danno una carica al nostro corpo. Il cortisolo, tra l’altro, è uno steroide ed è la causa principale della sensazione di paura, perché va a colpire direttamente l’ippocampo.

Con questi particolari, il corpo si prepara alla difesa. Sotto gli effetti della paura abbiamo la possibilità di muoverci e di agire ignorando alcuni limiti, donandoci una forza e una resistenza che non sapevamo di possedere; nelle situazioni più disperate, le endorfine prodotte dall’organismo possono far ignorare momentaneamente il dolore di un braccio rotto. Ci sono casi documentati di uomini capaci di spostare macigni di due quintali o di muoversi più rapidi di un’esplosione imminente.

Il corpo sovrasta la mente

È con la paura, una reazione istintiva e primordiale, che la mente perde la battaglia e il corpo ha il sopravvento. Smettiamo di ragionare in maniera lucida, perché il cortisolo blocca i pensieri complessi. Il nostro corpo, infatti, ha bisogno di tutte le energie possibili e non si preoccupa di sottrarle dal nostro cervello. Ecco quindi che assumiamo la classica espressione di difesa: palpebre che sbattono continuamente per tenerci allerta, testa e torace protesi in avanti per proteggere le parti più deboli, ginocchia piegate per prepararsi alla fuga o al combattimento, pugni serrati al punto da creare una pressione di 10 chili.

Non riusciamo a ragionare e abbiamo una sensazione di irrealtà, quasi un distaccamento dal corpo. La visione periferica (che in genere ci serve per avvertirci di ulteriori pericoli) viene eliminata, perché i nostri occhi si devono concentrare solo sul pericolo frontale. In pratica, ci focalizziamo su un dettaglio, e lo stesso si ha per l’udito, che capta soltanto l’origine del pericolo.

In simili condizioni, il tempo ci sembra più rallentato (il fenomeno è detto tachipsichismo). Il motivo è sempre nel fatto che il corpo ci mostra l’ambiente con maggiore vividezza rispetto a cui siamo abituati. Un aspetto irreale, poco conosciuto.

Reagire alla paura per non bloccarsi

Questione di esperienza

Se ci fermiamo e ascoltiamo il nostro corpo, veniamo sopraffatti dalla paura. Più tardi si reagisce, meno sono le possibilità di uscirne.

Affrontare la paura è un gioco di esperienza e di allenamento. Esistono, infatti, corsi specifici che insegnano come superare ansie improvvise, per esempio prendendo dei respiri profondi e cercando di convincere se stessi che va tutto bene. Dopotutto, non siamo nel mondo selvaggio. Rumori improvvisi e immagini violente ci inducono alla paura per una questione di istinto naturale, che nel mondo moderno è spesso fuori luogo.

Questo se parliamo della comune paura. Quando diventa fobia, la situazione è diversa e va trattata con più cautela. Le cause possono essere molte – da traumi subiti a semplici alterazioni dello stato d’animo che si verificano di frequente – e vanno affrontate a seconda del soggetto. Si tratta sempre di timori immotivati. I ragni comuni di casa sono innocui, ma l’aracnofobia è una delle fobie più diffuse.

Affrontare la paura

Ma se il panico della fobia ci ha colti, cosa possiamo fare? Dobbiamo contrastare i sintomi della paura. Si respira piano e in modo controllato, si devono rilassare braccia e spalle per qualche minuto. Può essere di aiuto respirare in un sacchetto di carta o contro la manica, perché l’anidride carbonica riduce l’iperventilazione creata dalla paura; ma è un espediente che deve durare non più di un minuto, altrimenti si ha l’effetto opposto.

Possono capitare sensazioni limite, come un’improvvisa cecità: in questi casi non bisogna farsi prendere ulteriormente dal panico, ma rendersi conto che si tratta di una condizione temporanea. Si devono usare gli altri sensi, come l’udito, e parlare con chi ci sta attorno è senz’altro utile.

Se siete religiosi, avete a disposizione un’arma in più, perché l’idea di un aiuto esterno che possa trarvi in salvo permette di calmarsi più velocemente. E se siete atei o agnostici? Il trucco è fingere di credere. Durante la paura è molto facile entrare in questa spirale di “bisogno esterno” e affidarsi a qualcuno, chiunque esso sia, può senz’altro aiutare.

Altri trucchi mentali consistono nel fare dell’umorismo, perché aiuta a sdrammatizzare e a farci uscire dal circolo vizioso. Oppure nel proporre al nostro cervello degli indovinelli che non hanno una soluzione sensata o hanno una soluzione cinica (i cosiddetti koan): questo ci aiuta a soprassedere sui dettagli inutili.

Fonti principali
Enzo Maolucci e Alberto Salza, «Surviving - Istruzioni di sopravvivenza individuale e di gruppo»
Etichette
Etichette:, ,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.