Il bisogno atavico di combattere
Per quanto riguarda il desiderio di prevalere, gli animali e l’essere umano hanno un istinto molto simile. Quello che differenzia le due tipologie è la quantità di mezzi a disposizione.
Di certo il linguaggio ha svolto un ruolo cruciale nel differenziare l’umano dagli animali sul “campo di guerra”, ma evidentemente è la tecnologia a fare da sovrana al carattere distruttivo che ha sempre accompagnato i popoli. Un tempo si usavano lance e pietre, poi sono comparse le armi da fuoco, e infine hanno fatto la loro presenza alcuni tipi di tecnologie che non sono direttamente delle armi: aerei, attacchi informatici, l’energia nucleare, ecc.
In questo articolo ci concentriamo sui numeri (negativi) che riguardano la Seconda Guerra Mondiale, per farci un’idea di dove possa arrivare il potenziale distruttivo dei popoli se non vi si pone un freno. Lo scopo dell’articolo è proprio di risaltare l’animo contorto e le conseguenze che accompagnano non solo le Grandi Guerre, ma qualsiasi guerra sia mai stata combattuta (e si continui a combattere a tutt’oggi). Le perdite non sono mai proporzionate ai guadagni e, tra le altre cose, i danni civili sono spesso più alti di quelli militari.
Per semplicità dividerò i dati in quattro parti, ordinandoli dal valore più basso al più alto:
– i numeri, di qualsiasi genere, che riguardano esclusivamente l’Italia
– distruzioni e morti nel resto del Mondo
– i dati riguardanti le bombe atomiche lanciate su Hiroshima e Nagasaki (chiamate rispettivamente “Little boy” e “Fat man”), che da sole hanno provocato una distruzione pari a diversi giorni di guerra
– altre tipologie di dati
I dati non sono proprio precisi e spesso sono arrotondati per difetto, ma ci darà un’idea della situazione. L’articolo è in continuo aggiornamento. Se avete informazioni e dati da aggiungere, contattatemi e li integrerò nella lista (ricordatevi di indicare la fonte da cui li avete presi).
I numeri dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale
-29% produzione industriale
Il calo della produzione industriale in Italia (nonostante lo sforzo bellico).
-63% produzione agricola
Il calo della produzione agricola in Italia.
40% delle linee ferroviarie
La percentuale di linee danneggiate in Italia.
150.000 civili
I morti civili in Italia.
400.000 militari italiani
I militari caduti durante il conflitto. Abbiamo il (triste) record di trovarci al terzo posto nella classifica delle perdite, dopo Urss e Germania.
I numeri – Morti e danni nella Seconda Guerra Mondiale
66% dei neonati
La percentuale di morti alla nascita a Berlino, nel luglio 1945, a causa dell’epidemia di dissenteria da inquinamento idrico.
2.000 locomotive
Le locomotive che rimasero in Francia. Prima del conflitto erano 12 mila, ovvero 10 volte tanto.
35.000 persone
I morti in seguito ai bombardamenti su Desdra da parte degli Alleati nel febbraio 1945. Furono sganciate 6.500 tonnellate di bombe, in buona parte incendiarie. Le stime sono in difetto: in realtà i morti potrebbero essere anche 100 mila. I cadaveri continuarono a essere portati alla luce fino agli anni ’60.
40.000 tonnellate di bombe
Le bombe lanciate su Berlino nel solo maggio 1945. In 14 giorni di bombardamenti si rese inabitabile il 75% degli edifici.
65.000 km di linee
Le linee ferroviarie distrutte in Urss.
500.000 case
Gli edifici distrutti in Francia tra il 1944 e il 1945.
700.000 case
Gli edifici distrutti in Giappone nel 1945, nella sola Tokyo, in tre giorni.
4.000.000 perdite tedesche
I militari della Germania caduti durante il conflitto.
5.000.000 civili
I morti civili in Polonia.
6.000.000 ebrei
Gli ebrei sterminati durante il conflitto. Gli ebrei italiani deportati dopo l’8 settembre 1943 furono 8.500.
7.500.000 internati
Gli internati totali durante l’intera guerra. Tra loro si trovavano ebrei, omosessuali, Rom e Sinti.
8.600.000 perdite russe
I militari dell’Urss caduti durante il conflitto.
16.000.000 civili
I morti civili in Urss, il doppio rispetto alle perdite militari. Da sottolineare che la cifra è in difetto.
50.000.000 perdite umane
Il numero totale di morti causati dalla Seconda Guerra Mondiale. Il numero è naturalmente in difetto, vista l’impossibilità di calcolare con precisione il dato. Alcuni azzardano addirittura 80 milioni. I civili furono il 60% dei morti. La Polonia perse un quinto della sua popolazione.
Le bombe atomiche nella Seconda Guerra Mondiale
1,5 km
Il raggio di distruzione massiva della bomba che colpì Hiroshima. Entro questo raggio ogni cosa fu distrutta.
12 km quadrati
L’area della tempesta rovente che si scatenò in seguito all’esplosione della bomba di Hiroshima.
90% edifici
Gli edifici interamente distrutti o gravemente danneggiati a Hiroshima per gli effetti della bomba.
16.000 tonnellate
L’equivalente in tritolo della bomba che cadde su Hiroshima.
18.000 metri di altezza
L’altezza che raggiunse il fungo atomico della bomba sganciata su Nagasaki.
40.000 abitanti
Gli abitanti di Nagasaki morti all’istante dell’esplosione della bomba.
50.000 feriti
I feriti in seguito all’esplosione della bomba di Nagasaki.
60.000 morti
I morti totali che si ebbero a causa della bomba di Nagasaki a fine 1945. Alcuni stimano che fossero 80 mila. In ogni caso, il numero continuò ad aumentare negli anni che seguirono.
70.000 abitanti
Gli abitanti di Hiroshima morti nell’istante dell’esplosione della bomba. Erano quasi tutti civili e buona parte fu incenerita sul momento. Secondo alcuni dati, potrebbero essere addirittura 80 mila.
166.000 morti
I morti totali che si ebbero dopo alcuni mesi dallo scoppio della bomba di Hiroshima.
Altri dati della Seconda Guerra Mondiale
860 calorie
Le razioni giornaliere che i cittadini di Berlino ricevevano nel giugno del 1945, nella zona occupata dagli americani. A Budapest, nel dicembre del 1945, la media era di appena 556.
49.000 orfani
I bambini rimasti senza padre e senza madre in Cecoslovacchia a fine 1945.
60.000 orfani
I bambini rimasti senza padre e senza madre in Olanda a fine 1945.
87.000 donne
Le donne violentate soltanto a Vienna nelle tre settimane che seguirono all’ingresso dell’Armata rossa. E si tratta di una stima per difetto.
200.000 orfani
I bambini rimasti senza padre e senza madre in Polonia a fine 1945.
300.000 orfani
I bambini rimasti senza padre e senza madre in Iugoslavia a fine 1945.
13.000.000 persone
I senzatetto giapponesi dopo la resa, nel settembre del 1945.
Essendo venuto alla luce nel febbraio del ’43, crescendo, ho lentamente acquisito una speciale coscienza dei miei trascorsi in quegli anni terribili; sono così diventato un ricercatore free lance e uno scrittore(dilettante) di cose riguardanti la 2a G.M.
La passione di questi argomenti vedo tuttavia che sta divenendo sempre più vasta e direi competente. Nella città di Viareggio, dove sono cresciuto, con amici appassionati e preparati stiamo organizzando un convegno per il 18 e 19 settembre p.v. sugli eventi della città che la videro base per le truppe alleate, dopo la Liberazione avvenuta il 15 settembre del ’44, con l’avvio finale delle battaglie sulla Linea Gotica in Versilia.