Fantasia e realtà
L’idea che la Disney ci ha dato di Pocahontas è in buona parte sbagliata, tolto il fatto che si tratta di un personaggio realmente esistito.
Pocahontas non aveva il fisico snello come un giunco e non indossava quel vestito con maniche a giri: anche perché le donne del suo popolo andavano in giro a seno nudo. Non era una principessa (anzi, lo era ma non riconosciuta) e il suo ragazzo non era un inglese biondo di nome John Rolfe: il suo nome era John Smith e il matrimonio lo si fece per pura convenienza.
Soprattutto, le sue vicende non sono proprio quello che si può definire un “sogno avverato”.
L’invasione degli inglesi e la mediazione di Pocahontas
Il vero nome di Pocahontas era Matoaka, il cui significato era «Fiume lucente tra due montagne». Vista la sua vivacità di bambina, la sua tribù l’aveva soprannominata Pocahontas, cioè «Spirito giocoso».
La ragazza era figlia di Wahunsonacock, capo dei Powhatan, una confederazione di circa trenta tribù che avevano in comune la lingua algonchina e il fatto di abitare in una colonia inglese sulla costa della Virginia. Di fatto, quindi, era una principessa.
Nel 1607, all’età di 13 anni, Pocahontas assistette all’invasione dei primi 104 coloni inglesi che erano stati autorizzati dall’Inghilterra a sfruttare la Virginia. All’inizio i Powhatan trattarono i nuovi arrivati con rispetto e amicizia, com’era loro abitudine. In un secondo momento, però, i nativi scoprirono che gli inglesi stavano entrando nelle loro terre e decisero di catturarli. Fu un errore che gli costò caro.
Il capo dei coloni era John Smith e fu trascinato a terra, con la testa appoggiata su una pietra, pronta a essere spaccata con un sasso. Fu allora che intervenne Pocahontas. Si gettò sopra il colono e gli cinse la testa con le braccia, costringendo il padre a risparmiargli la vita.
Era stato l’amore a muovere la giovane algonchina, come ci vuole far credere la Disney? Non proprio. Pare che si sia trattato di un rituale della tribù. Con quel gesto, cioè fingere di voler uccidere John e poi risparmiarlo, il capo dei Powhatan voleva mettere in chiaro un particolare: «Lascio agli inglesi la libertà di insediarsi, ma pretendo che riconosciate la mia autorità».
Inutile dire che gli inglesi non capirono affatto il significato del rito.
Il potere di una donna tra gli Algonchini
Tra i nativi americani le donne godevano di una grande libertà ed erano capaci di influenzare le decisioni politiche. In particolare, tra gli Algonchini una donna poteva assurgere al comando, com’era successo a una zia di Pocahontas.
Quando l’invasione degli inglesi cominciò a farsi pesante e il capo Wahunsonacock minacciò di attaccare gli inglesi di sorpresa, Pocahontas andò ad avvertire John Smith, salvandolo per la seconda volta. Anche in questo caso l’amore non c’entra niente: quello di Pocahontas fu un atto di protezione verso il suo popolo, in modo che ritardassero uno scontro aperto con il nemico.
Nel 1609, John Smith se ne andò e arrivarono altre tre navi colone. Le cose precipitarono in fretta, perché i nuovi arrivati si dimostrarono subito bellicosi, assaltando i campi dei nativi, distruggendo i raccolti e rubando le provviste. La guerra era iniziata. Nel 1612, Pocahontas fu rapita dei coloni e, in cambio del suo ritorno, il padre offrì soltanto qualche fucile e 500 staia di mais (ben poca roba): ovviamente gli inglesi non accettarono.
Stanca della guerra e della prigionia, Pocahontas prese una decisione che segnò la sua esistenza: sposò l’inglese John Rolfe come segno di riconciliazione tra i due popoli. Era il 5 aprile 1614 e Pocahontas “rinacque” dopo il battesimo con il nome di Rebecca.
Quindi, l’unione dell’algonchina non fu dettata dall’amore ma dalla politica. D’altronde, collocare le figlie e i figli all’interno delle altre tribù erano un’usanza tipica dei Powhatan, per rafforzare il dominio nei dintorni. Ma se vi piace pensare che fu anche l’amore a contribuire al matrimonio, siete liberi di farlo: dopotutto non si sa di preciso quali siano stati i sentimenti della donna per John Rolfe.
Per quanto riguardava i nativi, la loro idea non era stata di sacrificare la ragazza, piuttosto il contrario: era lei che doveva dominare. Infatti si riferivano al marito chiamandolo “signor Pocahontas”.
Una principessa a Londra e la scomparsa di un popolo
Nel 1616, Pocahontas (Rebecca) si trasferì a Londra portando in braccio il figlio Thomas, accompagnata dal marito e da undici nativi.
E l’invasione inglese? Sul campo di battaglia, si fermò. Ma la Virginia Company usò il matrimonio tra Pocahontas e Rolfe per dimostrare gli ottimi rapporti con gli Algonchini e spingere quindi gli inglesi a trasferirsi in America. Pocahontas era colta, battezzata e parlava bene l’inglese: tratti che dimostravano come i nativi non fosse “selvaggi” ma “civilizzati”.
In realtà, quando nel 1622 il capo Wahunsonacock morì, i rapporti tra inglesi e nativi si spezzarono e la guerra riprese. Durò oltre vent’anni, fino a quando alcune subdole mosse degli inglesi portarono alla caduta definitiva dei Powhatan nel 1646.
Un altro popolo nativo era scomparso.
Purtroppo, dopo l’allontanamento dalla sua patria, la sofferenza di Pocahontas non era ancora finita. Dopo essere stata costretta a un matrimonio che non avrebbe voluto, a vivere in una civiltà estranea e ad abbracciare una religione ben lontana dai suoi canoni, ricevette un ultimo, terribile regalo: il vaiolo. Una piaga che colpì spesso i nativi americani.
La ragazza si spense il 21 marzo 1617. Forse per sua fortuna, visto che non dovette assistere alla scomparsa del suo popolo.