Leggi e bufale
Il tema delle vaccinazioni rese obbligatorie per legge ha sollevato uno spolverone durante l’estate. I genitori, comprensibilmente, sono preoccupati per la salute dei figli e gli esperti, altrettanto comprensibilmente, cercano di spiegare perché tanto allarmismo è fuori luogo.
Per capire fino a dove arriva la verità e dove iniziano le fantasie, ho dovuto informarmi a fondo leggendo articoli di settore e guardandomi documentari a tema. La questione non è così semplice da sbrogliare, perché spesso anche gli esperti non sono del tutto d’accordo su certi argomenti; e le bufale su internet si sprecano.
Riassumendo
I dati che troverete nell’articolo sono un riassunto delle informazioni che sono riuscito a recuperare; in fondo trovate alcune delle fonti da leggere per intero. Diversamente dal solito farò subito un riassunto ed entrerò in seguito nei dettagli.
L’idea che mi sono fatto è riassumibile in questi punti:
– i vaccini sono necessari e ci hanno già protetto in passato da probabili epidemie: auguriamoci di non dover mai sperimentare una vera epidemia come accade in altre zone del mondo, dove la medicina è inaccessibile, perché in quel caso anche il più riluttante tra noi cambierebbe idea sull’argomento.
– i vaccini non sono un miracolo: riducono di molto la possibilità di contrarre la malattia, ma la percentuale non scende a 0.
– le complicazioni possono esistere, ma sono rare e in genere legate a particolari caratteristiche dell’individuo.
– nel dubbio sarebbe preferibile che i vaccini fossero fatti separati e non tutti in una volta; questa introduzione forzata rischia di diminuire l’efficacia della prevenzione. Non abbiamo prove certe che i vaccini multipli abbiano la stessa efficacia di quando li si somministra uno alla volta in tempi separati.
Ma soprattutto mi sono reso conto che gran parte dei cittadini contrari (non tutti) protesta senza essersi prima informata: si limita a copiare un sentito dire e soltanto perché avverte una naturale paura a riguardo. Questa tendenza è anche alimentata dal «piacere del complotto», che accompagna le società dall’alba dei tempi.
Dobbiamo renderci conto che quando un esperto parla lo fa, appunto, da esperto sull’argomento: ne sa senz’altro più di noi. Possiamo non essere d’accordo, ma in tal caso dobbiamo dimostrare le nostre ipotesi portando dei validi esempi. Stiamo parlando di medicina, non di filosofia: servono prove scientifiche ripetute per rendere valida un’affermazione.
Dopotutto c’è un motivo se l’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) ha incluso il rifiuto dei vaccini come una tra le più grandi minacce alla salute globale…
L’efficacia dei vaccini
I vaccini servono davvero? Le malattie non possono scomparire da sole?
A prima vista il nostro corpo riesce ad affrontare tutte le malattie e a uscirne senza danni o al massimo con qualche cicatrice. Non è così. I virus sono l’arma naturale più letale sul pianeta Terra: il nostro sistema immunitario riesce a far fronte a gran parte di essi, ma basta una malattia particolarmente resistente perché si diffonda e si trasformi in epidemia.
Prendiamo qualche numero. Senza andare troppo indietro nella storia (nel medioevo le epidemie di peste causavano milioni di vittime), basta che guardiamo i fatti recenti: l’Ebola sta mettendo in ginocchio tre Stati dell’Africa occidentale, l’AIDS ha causato circa 39 milioni di vittime dal 1960, l’influenza spagnola del 1918 ne ha causati 20 milioni e dal 2011 in Haiti sono morte oltre 6 mila persone per il colera. La meningite ha ucciso più di mille persone in Africa occidentale e il morbillo oltre 4500 in Congo.
Inutile stare troppo a cavillare: ci sono malattie pericolose che devono essere fermate in modo artificiale, perché il nostro corpo non riesce a combatterle. Un virus non scompare nel nulla da solo, perché finché trova degli ospiti dove attecchire continuerà a moltiplicarsi.
Caso mai è il contrario: la riduzione dei vaccini sul morbillo ha portato di recente al ritorno di questa malattia, che può portare a complicanze piuttosto gravi.
Ecco perché certi vaccini non sono soltanto utili, ma essenziali. Il vaiolo è scomparso grazie al vaccino, prima era una vera piaga. Oggi tra le altre è la poliomielite a far paura: la stiamo tenendo sotto controllo proprio grazie ai vaccini.
Perché non siamo liberi di decidere se vaccinarci oppure no?
Molti genitori, per paura (se non sono informati) o per dubbio (se sono informati e si sono comunque fatti un’opinione contraria), vorrebbero poter decidere se vaccinare o meno il proprio figlio. Il pensiero è questo: «Nel dubbio, evito di mettere mio figlio in pericolo. Tanto è improbabile che si ammali. Se capita, ne usciremo come abbiamo sempre fatto».
Poniamo il caso che capiti e che effettivamente il bambino riesca a guarire con le cure. Nel frattempo potrebbe aver infettato altri bambini, che magari sono più deboli di lui e finiranno per non farcela. E quest’ultimo potrebbe nel frattempo infettare altrettanti bambini. È così che ha inizio un’epidemia, parte sempre da pochi soggetti e si diffonde a macchia d’olio.
L’idea del vaccino è proprio questa: prevenzione. Vaccinando tutti, il rischio di contrarre la malattia è minimo e se anche uno dovesse ammalarsi, chi gli sta attorno sarebbe comunque protetto perché vaccinato. Il termine «immunità di gregge» intende proprio questo: rendere immune un soggetto per impedire che infetti altri.
Visto che viviamo in una comunità, un genitore non può essere libero di scegliere se vaccinare o meno il figlio: non ha le competenze adatte per deciderlo. È la Costituzione stessa a dircelo, nell’articolo 32:
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
Il dubbio a questo punto può essere uno solo: i rischi valgono la prevenzione? L’immunità di gregge funziona davvero? [per una risposta leggetevi più sotto la sezione sui rischi dei vaccini]
I vaccini sono efficaci al 100%?
No. La loro efficacia è molto alta, ma ci sono soggetti che comunque non ottengono i benefici voluti o li ottengono parzialmente. Paradossalmente, proprio per questo motivo è necessario che tutti si vaccinino: in questo modo se si incontra un soggetto che, pur essendosi vaccinato, si ammala, noi non potremmo essere contagiati.
È lo stesso discorso della prevenzione e dell’immunità di gregge di cui ho parlato nel punto precedente.
Il complotto: i vaccini sono creati per far guadagnare le case farmaceutiche?
Chi è complottista non ama i numeri, perché li crede inventati di sana pianta. Ma la realtà è nei bilanci: nel 2015 i vaccini hanno portato un fatturato di 318 milioni di euro, che corrisponde soltanto all’1,4% dell’intera spesa farmaceutica. Tanto per dire, i farmaci per curare l’epatite C hanno fatturato da soli sei volte questo valore.
Quindi i vaccini non sono un business, anzi rappresentano una perdita per le case farmaceutiche: se la gente non si ammala, non compra le medicine per curarsi.
I rischi dei vaccini
Di cosa sono fatti i vaccini? La questione delle allergie
Uno dei più diffusi luoghi comuni è l’idea che i vaccini contengano degli additivi tossici per l’organismo. Di solito il dubbio viene perché la nostra ignoranza tecnica ci impedisce di capire fino in fondo di cosa è fatto “quell’intruglio”; in qualche caso si pensa addirittura a un complotto organizzato, dove i vaccini sarebbero “corretti” di proposito e per motivi economici.
I vaccini sono composti da:
– antigene: è il principio attivo, cioè di solito il virus o il batterio che è reso inattivo o poco attivo; è lui a spingere le nostre difese a reagire.
– acqua distillata o soluzione fisiologica sterile: è qui che l’antigene resta in sospensione.
– adiuvanti: aiutano a mantenere a lunga la nostra risposta immunitaria; in genere sono sali di alluminio.
– albumina e gelatina: necessari per stabilizzare la soluzione.
– antibiotici: servono per impedire il proliferare dei batteri e sono messi in dose molto basse.
Lasciando perdere la questione del complotto (non se ne esce), possiamo rassicurarci: prima di essere messi sul mercato, i vaccini subiscono delle profonde analisi. I suoi componenti non sono tossici nella quantità presente. Anche i conservanti a base di mercurio sono stati aboliti dal 2002.
I rischi ci possono essere per reazioni allergiche legate all’individuo, che comunque avvengono abbastanza raramente: nell’ordine di una persona ogni 2 milioni.
I vaccini possono rendere infettivo il soggetto?
Quasi mai. Con il vaccino non si inietta la malattia vera e propria, ma una miscela controllata fatta da singoli virus o batteri. In gran parte dei vaccini i virus non possono replicarsi e, se non si replicano, la malattia non si manifesta e il soggetto non può diventare infetto.
In altri vaccini i virus potrebbero replicarsi, ma sono così indeboliti dalla miscela che non potrebbero infettare altri soggetti.
Può capitare però che il soggetto diventi infettivo con specifici vaccini, per esempio quello della varicella: ma le probabilità che succedano sono estremamente basse. In 22 anni è capitato soltanto 7 volte.
I vaccini provocano autismo e complicazioni varie?
Le complicazioni ci possono essere, come in tutti i medicinali, ma sono rare e limitate a singoli individui. Per esempio la vaccinazione MPR (morbillo, parotite e rosolia) può provocare una reazione allergica in un soggetto su un milione. Visto che i numeri non sono un’opinione, è chiaro che i vantaggi del vaccino sono ben più alti delle possibile complicazioni.
La storia che il vaccino causi l’autismo è invece uno dei peggiori miti moderni. Non c’è assolutamente nessuna prova di una correlazione tra i due, anzi studi approfonditi in varie direzioni hanno continuato a negare che l’autismo possa comparire a causa di una vaccinazione. L’unico studio che aveva dimostrato il contrario si è dimostrato in seguito una frode e il medico è stato radiato dall’albo, anche perché ha causato un (grave) precedente che continua a ripercuotersi oggigiorno.
Tra l’altro questa idea che continua a diffondersi è pericolosa, perché potrebbe mettere in discussione le competenze dei medici anche su altre questioni e portare i pazienti a dubitare delle cure. In ogni caso, se abbiamo dei dubbi è sempre meglio fidarsi della parola di un esperto, piuttosto di quella di un complottista che non ha nessuna prova in mano tranne i “sentito dire” e dei casi isolati (e poco chiari).
Tanti vaccini in un’unica puntura non indeboliscono il sistema immunitario?
Il nostro sistema immunitario è stato costruito per adattarsi e creare nuove difese per l’organismo. Se ha il tempo a disposizione, può imparare a creare (quasi) ogni difesa per i virus che lo attaccano. Oggi nei vari vaccini si iniettano 150-200 antigeni, mentre negli anni’80 ne iniettavano addirittura 3000: gli esperti spiegano che il sistema immunitario può gestire ben più di 200 antigeni senza conseguenze.
Cosa succede però se più di un vaccino viene iniettato con un’unica puntura? Qua le opinioni divergono: è il punto più spinoso da affrontare e su cui non sono riuscito a trovare delle conferme precise.
Quasi tutti gli esperti spiegano che il corpo riesce a riconoscere i vari antigeni e a rispondere contemporaneamente a un numero molto elevato di questi: addirittura un bambino potrebbe “affrontare” 10 mila vaccini in contemporanea senza problemi.
Ma una fetta minore non è d’accordo. Il SIPNEI (vedi fonti) è contrario alla vaccinazione obbligatoria di 10 vaccini in contemporanea, mentre è favorevole al vaccino monodose: avvisa che gli antigeni fanno comunque parte di agenti infettivi e che inserirne più di uno in corpo contemporaneamente mette a dura prova l’organismo. Finora nessuno ha riportato dati certi sugli effetti di vaccini multipli.
Non è meglio ammalarsi in modo naturale, invece che vaccinarsi?
È chiaro che con certe malattie i vaccini sono indispensabili, perché il nostro organismo riuscirebbe con difficoltà a uscirne indenne. Ma su alcune questioni specifiche il dibattito è aperto.
Il SIPNEI afferma che il vaccino del morbillo non ha la stessa efficacia del prendersi una malattia: ammalandoci in modo naturale gli effetti di immunità durano più a lungo. Una madre vaccinata trasmette meno anticorpi al figlio in grembo, rispetto alle madri che si sono ammalate in modo naturale.
Il vaccino del morbillo sarebbe quindi da evitare, soprattutto in bambini sotto l’anno di vita.
Fonte iniziale: il decalogo in 10 punti dei falsi miti sui vaccini
La Società Italiana di Pediatria (SIP) ha realizzato un manifesto in 10 punti per fare chiarezza sui falsi miti che riguardano i vaccini e che hanno pericolosamente preso piede. Lo potete scaricare da questo indirizzo.
Nel recuperare le informazioni sono partito da questi punti e ho cercato conferme od opposizioni in fonti esterne. Il risultato è quello che avete letto nel resto dell’articolo.