Sommario
Cos’è il Triangolo delle Bermuda
Le possibili cause delle sparizioni
Possibili esagerazioni del fenomeno
Sparizioni precedenti al 1900
Coincidenze?
La lista delle navi e degli aerei scomparsi
Le critiche ai dati di Berlitz
Le possibili cause dei disastri
Cos’è il Triangolo delle Bermuda
Il triangolo delle Bermude (o delle Bermuda) è tristemente noto come una delle zone al mondo dove sono scomparsi più navi e aerei, tra l’altro lasciando pochi segni o addirittura nessuna traccia del loro equipaggio.
Charles Berlitz, con il suo The Bermuda Triangle (in Italia edito con il nome di Bermuda: il triangolo maledetto) del 1974, ha contribuito a renderlo famoso, diffondendo dati sul gran numero di mezzi svaniti nel nulla e le circostanze di ritrovamento. Ma già il 16 settembre 1950 era apparso un articolo che ne parlava su Associated Press e due anni dopo il magazine Fate ha avanzato l’ipotesi di una spiegazione soprannaturale alle scomparse.
L’area si trova nell’oceano Atlantico Occidentale, poco lontano dalla costa sud-orientale degli Stati Uniti. Occupa circa 1.100.000 km2 e si trova all’incirca sul 40° di longitudine: ha il vertice nord che punta sull’arcipelago delle Bermude (dal quale prende il nome), il vertice ovest che tocca la penisola della Florida e il vertice sud che sfiora l’isola di Porto Rico, passando fra le Bahama.
Le possibili cause delle sparizioni
A tutt’oggi non si ha ancora un’idea precisa del fenomeno e del motivo per cui quella zona è stata sede di sparizioni in un arco di tempo che possiamo far partire dal 1840 e che ha continuato a interessarci fino a qualche anno fa. Nel 2016 un gruppo di scienziati attribuì la colpa a un particolare fenomeno meteorologico, capace di formare una coltre di nuvole al di sotto della quale spirerebbero venti di oltre 270 km/h che portrebbero a onde alte fino a 15 metri; tuttavia si tratta di una tesi non ancora verificata.
Berlitz raggruppa però le cause in sette punti possibili:
– Improvvise onde di marea dovute a terremoti.
– Esplosione di apparecchi causate da meteoriti.
– Attacchi di predatori marini.
– Deformazioni spazio-temporali che portano in una dimensione alternativa.
– Flussi magnetici o gravitazionali violenti.
– Rapimento per opera di UFO, forse eredi di una cultura antica insediatasi nello spazio e che cerca un ritorno sulla Terra.
– Residui di un continente scomparso, le cui tecnologie sconosciute porterebbero ancora oggi interferenze alle nostre.
Come si vede, alcune di queste ipotesi si basano su possibilità fisiche, mentre altre sfiorano la fantascienza. Ricordiamoci comunque che negli anni ’70 il tema “UFO” era ancora sentito con vigore.
Il legame con Atlantide
L’ultimo punto in particolare ha bisogno di una spiegazione: l’ipotesi di un antico continente ora scomparso è stata avanzata da Edgar Cayce, uno dei più noti sensitivi e medium del ‘900 che portò in auge l’idea di Atlantide (citata per la prima volta da Platone), il presunto continente un tempo abitato da uomini la cui tecnologia era estremamente progredita anche per i nostri canoni odierni.
Secondo Cayce, Atlantide si estendeva lungo la dorsale atlantica e scomparve a causa di catastrofi naturali. Ma in seguito all’abissamento, una parte delle sue tecnologie sarebbe sopravvissuta e, sprofondata nel fango, causerebbe anomalie nelle navi e negli aerei che la sorvolano.
Le ipotesi, come si sa, non hanno mai trovato conferma. In particolare, non esiste una prova certa che un tempo vi sia stato un continente in mezzo all’Atlantico e soprattutto che sia stato abitato da una civiltà evoluta. Naturalmente, esiste il beneficio del dubbio: l’idea non è mai stata confutata del tutto.
Possibili esagerazioni del fenomeno
C’è da dire che il Triangolo delle Bermuda non è l’unica zona dove si concentrano queste anomalie. Il Giappone annovera tra le sue coste il Triangolo del Drago, dove si conteggiano diverse sparizioni. Il numero delle scomparse non raggiunge però quello del nostro «triangolo maledetto».
Nel 2017 il giornalista Karl Kruszelnicki ha rilasciato un’intervista perentoria al riguardo, affermando senza mezzi termini che il fenomeno del Triangolo delle Bermuda è stato gonfiato in modo spropositato: secondo la sua opinione il numero dei disastri è del tutto in linea con quelli avvenuti nel resto del pianeta e il mito è nato soprattutto durante le Guerre Mondiali, quando il “traffico” nella zona era notevole e quindi gli incidenti frequenti.
Infine, riporta una spiegazione anche sul fatto che non siano mai stati trovati i relitti e le vittime di numerosi incidenti: semplicemente le acque nella zona sono molto profonde e persino gli strumenti moderni faticano a scandagliarle.
Resta un dato di fatto che le sparizioni abbiano riguardato un numero incredibile di mezzi, che Berlitz elenca scrupolosamente.
Nei prossimi articoli vedremo nel dettaglio:
– quali sono state le sparizioni più significative.
– le ipotesi e le prove dell’esistenza del Triangolo delle Bermude.