La crociata dei fanciulli: la leggenda di un viaggio senza ritorno

30 Maggio 2011 | Storia

Nove crociate ufficiali

Furono ben nove le crociate che si susseguirono dal 1142 al 1270 circa, in cui i Cristiani si prodigarono per scacciare gli infedeli dalla Terra Santa. Alcuni ne annoverano una decima, preparata dal re Enrico III d’Inghilterra, subito finita in disgrazia, e altri non considerano la nona crociata, anch’essa conclusa in un disastro.

Le crociate sono stati eventi di grande impatto, sia per il velato mistero religioso che racchiudevano, sia per i cambiamenti che hanno causato in seno alla Chiesa.

Pochi, però, sanno che alle crociate principali se ne affiancano di minori.Tra queste si conta la crociata dei bambini, avvenuta nel 1212. Alla storia si mischia la leggenda, tra l’altro di più resoconti, al punto che a tutt’oggi gli storici faticano a darsi pace. Sulla falsa riga di questo evento, sono stati poi scritti libri e fumetti (appare, per esempio, in una storia di Nathan Never) e imbastite fantasiose alternative.

La traccia religiosa: 30 mila bambini in marcia

La versione più diffusa racconta di un giovane pastore di dodici anni, Stefano della cittadina di Cloyes-sur-le-Loir, che si recò dal re Filippo II di Francia. Con in mano una lettera, spiegò al sovrano che il Cristo in persona gliel’aveva affidata, chiedendogli di presentarla alla corte di Francia e di riorganizzare i fedeli per una crociata santa.

La reazione di Filippo II, naturalmente, fu di deridere il fanciullo e di allontanarlo dal castello. Stefano non si arrese: di fronte alle porte dell’abbazia di Saint-Denis, iniziò a predicare le sue ragioni e ad assicurare il popolo che presto avrebbero calcato la Terra Santa.

I fedeli non si fecero aspettare e, una volta marciato verso Marsiglia, ben trenta mila ragazzini erano al suo seguito, aspettando che egli aprisse i mari nello stesso modo con cui Mosé aveva aperto un passaggio nel Mar Rosso, come il giovane Stefano continuava loro a ripetere. Ma il miracolo non avvenne e i fedeli iniziarono giustamente a inveire su di lui.

La tragedia

Fortuna (o esasperazione) volle che due mercanti del luogo, probabilmente di nome Ugo il Ferro e Guglielmo il Porco, decidessero di offrire ai ragazzi un passaggio gratis sulle loro sette navi. Due delle navi non fecero mai ritorno: colpiti da una tempesta, l’equipaggio naufragò e annegò poco lontano dall’Isola di San Pietro, in Sardegna.

Ai superstiti, comunque, non andò molto meglio. I mercanti avevano subito danni ingenti per quella attraversata e si premurarono di avvalersi sui ragazzini per ripagarsi dei costi. Attraverso l’aiuto di alcuni musulmani, li vendettero quindi come schiavi.

Una crociata dunque finita nel peggiore dei modi. Si racconta che Federico II sbarcò in Tunisia sedici anni dopo e incontrò settecento dei fanciulli partiti dalla sua terra, ormai trentenni.

L’origine del mito

Lo scritto più antico risale ai primi anni al 1250 circa, per mano di Albéric des Troisfontaines.
Gli studi recenti sembrano dare credito a due movimenti partiti nel 1212, uno dalla Francia e uno dalla Germania, che avanzarono all’unisono facendo quindi credere ai posteri di trattarsi di un unico flusso.

Ancora, il termine “fanciullo” (puer) è stato forse frainteso dal latino con un termine simile, “povero” (pauper): di fatto sarebbe stata una crociata di poveri adulti, più che di bambini.

La crociata sembra quindi essere avvenuta, ma sicuramente in modo diverso dalla leggenda, ingigantita dal popolo che avrebbe voluto gridare a gran voce la sua presenza. La versione storicamente accettata vede flotte di gente adulta (soprattutto con poco da perdere, come poveri e prostitute): lo riferiscono le testimonianze del vescovo Sicard e Jacques de Voragine, che parlano anche di donne incinte e di cortigiane.

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  1. klement

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