Ossa e muscoli
206 ossa e oltre 600 muscoli. Ben 4.000 nervi necessari solo per controllare i muscoli delle mani. Per guidare un’auto facciamo uso di 100 muscoli e il semplice camminare ne impiega 200. I legamenti del ginocchio sono più resistenti del nylon e assieme alla cartilagine, che può sostenere una pressione di 7 tonnellate, permette alle gambe di sopportare lunghi salti senza conseguenze.
Che il corpo umano sia una meraviglia di ingegneria è risaputo e anche che, allenandoli, si possono raggiungere limiti impensabili. Tutti restiamo affascinati da come un uomo muscoloso sia capace di sollevare un peso di quintali o da come un atleta professionista infranga la barriera dei dieci secondi nella corsa dei cento metri piani.
Quello che non tutti sanno, però, è che anche l’uomo poco allenato riesce a compiere prodigi simili. La potenza muscolare che usiamo normalmente è appena un terzo della reale capacità delle nostre fibre. Risultato? In casi eccezionali, possiamo ordinare ai nostri muscoli di sollevare anche un quintale di peso.
Lo credete impossibile? In una puntata del 3 settembre, Discovery Science ci ha deliziato con degli esempi concreti, uniti alle sue solite spiegazioni scientifiche. Quello che ne è saltato fuori è a dir poco eccezionale.
Poteri da supereroi
Una forza eccezionale
Siete dei scalatori e state affrontato una parete rocciosa come molte. A un certo punto mettete il piede in fallo. Un lastrone di roccia, pesante due quintali, si stacca dalla parete. Voi crollate al suolo di schiena, travolti, con la lastra che vi piomba addosso pronta a schiacciarvi; ma grazie a qualche forza “divina” riuscite a tenere la lastra con le mani, sollevata quel tanto che basta per non rompervi il torace.
Già questo fatto vi farebbe onore. Ma non è tutto, il peggio deve ancora arrivare. Siete caduti su un terreno scivoloso e la pesante lastra che reggete a fatica vi sta trascinando verso il basso, dove un precipizio vi sta aspettando. Sapete che l’unico modo per fermarvi è liberarvi della lastra.
Normalmente, a mente lucida, sarebbe per voi un’impresa impossibile. Potreste spingere per tutto il – breve – tempo che vi resta prima di arrivare al precipizio, ma a meno che non siate dei palestrati, la lastra vi rimarrebbe inchiodata addosso.
In questo stato di shock, però, la mente è in stato di allarme e agisce d’istinto. Invia l’ordine ai muscoli di dare fondo a ogni loro fibra, di andare oltre il loro limite. La forza che si ottiene è enorme. Le gambe e le braccia diventano di acciaio e, con un colpo secco, gettano la lastra di lato. Un macigno di due quintali.
Un’ipotesi? No. L’avventura che ho cercato di farvi vivere è successa a un vero scalatore. Travolto dalla lastra, è riuscito a sollevarla con la forza delle sole braccia e a fermarsi prima di raggiungere il precipizio. Non aveva di certo i bicipiti di un palestrato, anche se poteva contare sull’allenamento delle precedenti scalate.
Quest’uomo ha rischiato di lacerarsi i muscoli e infatti ha avuto crampi alle braccia per due giorni. Ma è sopravvissuto. Niente come l’istinto di sopravvivenza obbliga la mente a spingersi oltre i limiti.
Velocità straordinaria
Sulle capacità del corpo di resistere abbiamo infiniti casi. Un giovane, per esempio, è stato travolto da uno dei tanti tornado dell’America ed è stato sollevato come un pupazzo nel vento. Incosciente, è stato schiantato a terra a una velocità di cinquanta chilometri orari. Ma non ha avuto nessun danno, nemmeno un osso rotto. Il fatto che sia stato incosciente ha giocato un ruolo fondamentale (dimenandosi avrebbe causato più danni), però a un simile impatto sembra incredibile che sia persino sopravvissuto.
Un agente di polizia, arrivato in un’abitazione in fiamme per portare soccorso ai cittadini, ha rischiato di essere travolto da un’improvvisa esplosione. La parte istintiva della mente ha reagito prima di quella razionale. L’adrenalina ha inviato ordini immediati ai muscoli, che hanno attinto dalla loro riserva di energia e hanno spinto l’uomo a una corsa da far invidia ai migliori velocisti delle olimpiadi. Risultato: è fuggito un istante prima dell’esplosione, che non è riuscita a raggiungerlo. Il poliziotto ha salvato se stesso e quindi è tornato per aiutare i sopravvissuti, ricevendo il dovuto encomio dalla centrale.
L’allenamento rende i corpi indistruttibili
Superforza, supervelocità, corpo indistruttibile. Gli esempi mostrati sopra sono casi isolati?
A dire la verità, l’allenamento può aiutarci a sopportare questo e altri tipi di situazioni. Le ballerine di danza classica sono abituate a camminare sulle punta. Per chi non lo ha provato sembra una cosa da poco, ma tenete conto che sulle punte dei piedi il proprio corpo esercita una pressione sulla gamba pari a quella provocata da tre elefanti messi uno sopra l’altro. Solo grazie all’allenamento le ballerine riescono a sopportare il dolore.
E lo stesso si può dire dei giocatori di football, capaci di finire una partita con l’osso della clavicola spostato, quando chiunque crollerebbe a terra in lacrime per il dolore; o per i nuotatori che attraversano La Manica, che affrontano prima una dieta serrata a base di grassi, un’importante riserva energetica.
Quello che muove i muscoli, infatti, è l’energia compressa nel nostro corpo. In situazioni di emergenza, i muscoli possono attingere all’ATP, il nostro cuore energetico che ci garantisce 3-4 secondi di massima potenza.
Nessuna magia, solo il miracolo di quell’ingegneria che forma il nostro corpo. Il coordinamento dei muscoli non è innato: deve essere appreso e fin dalla nascita continuiamo a imparare. Più volte eseguiamo un’azione, più presto questa diventerà automatica e coordinata. Il corpo, la nostra macchina, deve essere oliata e tenuta efficiente. Solo così potrà sperare di supere i limiti che la nostra mente gli impone.
Articolo interessante 🙂
Ma perdonami se pongo questa domanda riguardo al paragrafo ” l’allenamento rende i corpi indistruttibili ”
Di che tipo di allenamento si tratta ? Andare il palestra ? Corso di arti marziali ?
Grazie mille
Ciao Chris 🙂
Qualsiasi tipo di allenamento mirato per un certo scopo ci permette di andare oltre la media, perché ci spinge ad adattarci e a sviluppare le connessioni e le strutture che ci servono. Danzare sulle punte è un esempio, come può esserlo calcolare a mente delle moltiplicazioni o imparare ad arrampicarsi sulle pareti di roccia a mani nude.
Tra l’altro il corpo ha una sorta di memoria, sia nel fisico sia (e soprattutto) nel nostro cervello: continuare a ripetere le stesse azioni crea una scorciatoia tra i neuroni e per esempio ci aiuta a reagire a una situazione prima ancora di rendercene conto.
Qua ho parlato della memoria muscolare: https://tinyurl.com/y82dypt9