Introduzione
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Vestito di rosso con un cappello pesante per proteggersi dal freddo, panciuto, con una lunga barba bianca e un’espressione bonaria, spesso con chiazze rosse alle guance e al naso: questa è l’immagine più comune di Babbo Natale, la figura per eccellenza legata al 25 dicembre. Tanto conosciuta da possedere diversi nomi e a essere entrato nelle case dei bambini di ogni angolo del mondo.
Attraverso la magia del Natale e le sue infaticabili renne capaci di spiccare il volo, vaga a cavallo di una slitta con un enorme sacco e in una sola notte – la vigilia – distribuisce i doni ai bambini di tutto il mondo – purché durante l’anno si siano comportati bene.
Naturalmente, l’immagine di Babbo Natale e quanto lo circonda si è evoluta nel tempo. Adesso è impensabile immaginare che possa scendere dal camino, visto che il riscaldamento delle case funziona grazie ai termosifoni e all’elettricità. E in un’Era “logica” come quella in cui viviamo, è difficile credere che esista un modo per portare doni in ogni angolo del mondo in una sola notte (cosa che fino a qualche decennio fa poteva risultare plausibile a buona parte del popolo giovane: la religione era, infatti, molto più sentita di ora e l’ignoranza molto più diffusa).
Ma il suo mito sopravvive alla storia e il romanticismo rimane di anno in anno. Si tratta, tra l’altro, di un mito davvero spettacolare, dove si intrecciano magie, religione, creature fantastiche e i temi ricorrenti del buonismo e dell’altruismo. Lo sapevate, per esempio, che Babbo Natale è circondato da un’infinità di aiutanti e di personaggi secondari?
Da dove viene questo simpatico ometto, che alla vigilia di Natale passa di casa in casa, scende dal camino e lascia i suoi doni sotto l’albero decorato? E qual era il suo aspetto originario?
L’aspetto di Babbo Natale
Il primo Babbo Natale della storia, così come lo conosciamo, non aveva delle vesti rosse ma verdi, e indossava una pelliccia. Questo è l’aspetto, tra l’altro, dello “Spirito del Natale presente”, descritto nel famoso libro Canto di Natale di Charles Dickens, in cui il protagonista arcigno riceve la visita di tre spiriti che gli ricorderanno il valore delle festività e dell’altruismo.
Già nel 1823, però, la figura di Babbo Natale vestito di rosso cominciava a diffondersi: lo scrittore Clement Clarke Moore compose la poesia A visit form Saint Nicholas (che potete leggere integralmente e tradotta a questa pagina), dove parlava di un elfo paffutello, con una barba bianca, che trasportava un sacco pieno di giocattoli. L’illustratore Thomas Nast lo disegnò in questo modo in occasione del Natale del 1862 e da allora divenne “ufficialmente” l’immagine designata a rappresentare San Nicola.
Alcune voci attribuivano alla Coca-Cola il merito di aver creato la figura vestita di rosso (come rosse erano le sue guance) del nostro Babbo Natale, all’inizio degli anni ’30, attraverso i suoi manifesti. Si tratta in realtà di voci fuorvianti: il merito del colosso industriale, infatti, può essere soltanto di aver aiutato la diffusione.
Il ruolo del nostro personaggio, comunque, ricorda da vicino Nonno Gelo, una figura di origine russa che indossa un cappotto azzurro e ogni 31 dicembre porta i regali ai bambini. La sua slitta in questo caso è mossa da tre cavalli, cammina con uno scettro ed è accompagnato dalla sua nipotina Snegoručka. L’apertura al mondo occidentale ha trasformato anche Nonno Gelo, che ora indossa anch’egli un cappotto rosso.
La casa dove i giocattoli prendono vita
Come figura invernale, Babbo Natale non poteva che abitare in un luogo freddo. Per la gente d’Europa la sua dimora si troverebbe in Lapponia, sul Circolo Polare Artico, in un villaggio vicino alla città di Rovaniemi. Ma le tradizioni lo collocano in luoghi diversi: i norvegesi parlano di Drøbak (dove si trova l’ufficio postale di Babbo Natale), in altre zone si addita la Groenlandia e, nel caso di Nonno Gelo che abbiamo visto poco sopra, la residenza si troverebbe in Veliky Ustyug (Russia).
vedi dove si trova Rovaniemi, la dimora di Babbo Natale
Come spiegare il fatto che nessuno, ufficialmente, faccia visita alla sua dimora? Semplice: la casa è invisibile a chiunque, se non a Babbo Natale stesso e ai suoi aiutanti. In questo modo, durante l’anno è libero di costruire giocattoli senza essere disturbato e di preparare la lista bianca dei bambini buoni e la lista nera dei bambini che si sono comportati male, separando chi riceverà i doni da chi invece riceverà solo rimproveri.
Non si trovano riferimenti diretti su come sia l’interno della dimora (dopotutto, se nessuno è mai riuscito a vederla, è comprensibile…). I registi si sono quindi sbizzarriti a immaginare le stanze per i loro film, dipingendo catene di montaggio e macchinari un po’ all’antica, atmosfere dai densi colori e sempre in festa.
La vera storia di Babbo Natale
La storia di Babbo Natale è legata a quella di San Nicola, personaggio realmente vissuto, nato forse a Patara (Turchia) attorno al 270 d.C. e divenuto vescovo di Myra (l’attuale Dembre in Turchia). Il vescovo esortò i parroci a diffondere il cristianesimo tra i bambini che non avevano la possibilità di andare in Chiesa a causa del clima invernale. Per avvicinarli, propose di portare loro un regalo.
Ma San Nicola è noto anche grazie a uno dei canti della Divina Commedia, per la precisione il XX del Purgatorio. Qui Dante lo ricorda come un uomo commosso alla vista di tre giovani donne impossibilitate a sposarsi, poiché il padre era caduto in povertà. Per tre notti di seguito, Nicola lanciò un sacco di monete facendolo passare per la finestra aperta del castello: il contenuto sarebbe stato la dote di una delle figlie.
Nelle prime due notti non incontrò ostacoli, ma alla terza notte si ritrovò la finestra chiusa. Cosa gli rimaneva da fare, se non arrampicarsi sui tetti e lasciar cadere l’ultimo sacco dal comignolo? Le monete raggiunsero quindi le calze, appese ad asciugare, e alla fine tutte e tre le donne furono libere di sposarsi. In una versione più “cristiana”, il padre stava prendendo la decisione di far prostituire le tre figlie per rifarsi della povertà e solo l’intervento di Nicola le salvò dal peccato e permise loro di sposarsi.
Un uomo imponente
Sembra che San Nicola non fosse proprio un uomo di gran bellezza e che non avesse niente del Babbo Natale moderno: studiando le reliquie, alcuni antropologi britannici hanno ricostruito il suo volto. Non raggiungeva il metro e settanta di altezza, aveva un naso rotto che probabilmente gli dava un aspetto arcigno e allineamenti marcati, una pelle olivastra, una barba selvaggia e capelli ispidi. Insomma, a trovarselo di fronte doveva far impressione. Ma, come sappiamo, un uomo non si giudica dalle apparenze.
Alla morte, le spoglie di San Nicola furono portate a Bari, dove sono ancora visitate dai fedeli. O, per meglio dire, furono trafugate da Myra, dove erano rimaste fino al 1087, e quindi portate in Italia da cavalieri travestiti. San Nicola è anche patrono di Amsterdam e della Russia. In suo onore, in Olanda nacque la festa Sinterklaas, dalla quale è poi derivato il nome alternativo di Santa Claus – con il quale il nostro Babbo Natale è conosciuto all’estero.
È con lo scisma tra la chiesa Cattolica e la chiesa Protestante che a San Nicola si affiancò Gesù Bambino come portatore di doni: la seconda, infatti, riteneva la figura del santo troppo legata alla vecchia chiesa.
Origini nordiche e i dolcetti
A dire il vero, la figura di Babbo Natale potrebbe essere ben più antica. Tra gli dèi nordici, il più venerato era Odino, che guarda caso portava una lunga barba bianca, vagava come un viandante e cavalcava un cavallo volante chiamato Sleipnir.
Una tradizione che ancora esiste in Belgio e nei Paesi Bassi vuole che i bambini lascino le loro scarpe vicino al camino, piene di paglia per sfamare il cavallo. San Nicola (anticamente Odino) passa durante la notte, in sella a un cavallo volante (anticamente Sleipnir), a sostituire la paglia con doni e dolciumi.
La stessa tradizione, tra l’altro, è stata importata anche da noi ed è probabilmente all’origine delle calze che si appendono al camino il 6 gennaio, nel giorno della Befana.
I nomi di Babbo Natale nel mondo
Ecco l’elenco dei nomi di Babbo Natale nel mondo (clicca sull’immagine per vederla a pieno schermo su una nuova pagina). La lista è presa da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Conoscete altri nomi di Babbo Natale? Lasciate un commento all’articolo oppure contattatemi direttamente, provvederò a inserirlo nella lista appena possibile.