I costi evidenti
Stipendi spropositati
Sappiamo tutti quanto il parlamento pesi sulle tasche dell’Italia (le nostre tasche) ogni anno. Dati alla mano, contiamo 630 membri nella Camera dei Deputati (di cui 618 eletti in Italia e 12 nella Circoscrizione Estero) e 315 nel Senato della Repubblica (309 eletti in Italia e 6 nella Circoscrizione Estero). Quindi in totale ben 945 membri.
Senza scendere nei dettagli, il loro stipendio è visibilmente “immenso” rispetto a quanto può stabilire il buon senso comune e risulta essere tra i più alti d’Europa (e al di fuori dell’Europa). Ognuno di loro sottrae allo Stato un quantitativo di denaro assurdo.
Ho usato di proposito la parola “sottrae”: se il loro compito venisse assolto come dovrebbe, e cioè proporzionato al compenso che ricevono, non ci sarebbe niente da ribattere. Dopotutto, come in una normale azienda, lo stipendio dovrebbe essere proporzionato alle responsabilità del lavoratore. Ma se consideriamo lo Stato come un’azienda (perché di questo, in effetti, si tratta: una complessa azienda da amministrare) arriveremo alla conclusione che la maggior parte dei parlamentari andrebbe licenziata: godono di privilegi esagerati, mancano spesso nel portare a termine le promesse fatte al popolo (cioè “l’imprenditore” dello Stato) e molti di loro oziano senza produrre. Lasciamo poi perdere i casi di illegalità nascosta, di corruzione, di nepotismo e di altri degradanti comportamenti.
Pensioni assurde
Lo stipendio è solo una piccola parte del costo che i parlamentari fanno pesare sulle casse italiane. Le loro pensioni, anch’esse spropositate, e i privilegi che chiaramente non hanno niente a che fare con il mandato politico hanno contribuito a gettare l’Italia in un precipizio da dove non riusciamo più a risalire. Gli effetti si vedono nella crisi economica che ci sta torturando (ho trattato l’argomento in profondità in questo articolo).
Dimezzare il numero non basta
Fino a qualche giorno fa ero convinto che dimezzare il numero di parlamentari avrebbe risolto una buona parte dei problemi. Poi mi sono ritrovato a leggere un articolo sul sito di Nocensura (trovate il link a fondo pagina) e ho capito che non tutti la pensano allo stesso modo.
Nocensura si occupa di mettere in luce i fatti “scomodi” della politica italiana. Il fatto quindi che condanni il dimezzamento del numero di parlamentari è piuttosto strano. Ridurre il numero di parlamentari, si legge nel sito, porterebbe a centralizzare il potere nelle mani di un numero più piccolo di persone, che quindi potrebbero gestire i loro interessi in un modo più semplice.
La vera soluzione è quella di ridurre lo stipendio e i privilegi dei parlamentari, non di dimezzare il numero. In questo modo avremmo minori costi a parità di “democrazia”.
È davvero così?
Questa tesi suona un po’ complottistica e può non essere condivisa da tutti (anch’io la trovo un po’ “tirata”). Nocensura continua affermando che in Europa esistono parlamenti con un numero di membri simile al nostro (in Francia, per esempio, sono 923) o addirittura superiore al nostro (in Gran Bretagna sono 1.348). Ma se guardiamo un articolo pubblicato sul quotidiano Libero ancora il 5 ottobre 2007, scopriamo che la maggior parte dei parlamenti europei conta tra i 200 e i 400 membri.
Si potrebbe obiettare che il numero di parlamentari è proporzionale alla popolazione, ma a mio avviso poco importa: che la popolazione sia sessantamila o sia la metà, cento parlamentari hanno sempre la stessa influenza nei vari Stati, visto che hanno comunque il più alto potere decisionale.
Qual è dunque la soluzione minore? Dimezzare i parlamentari o dimezzare i loro stipendi? Entrambe le scelte ci porterebbero dei vantaggi: ognuno è libero di trarre le sue conclusioni. Anche di valutare l’idea di intrecciare le due alternative…
I costi in Europa
Chiudo l’articolo con un elenco del numero di parlamentari e dei loro stipendi ripreso dal succitato articolo di Libero. Risalgono quindi al 2007 e riportano il valore in euro. Non ho avuto sottomano il quotidiano vero e proprio, ma ho trovato l’elenco riportato a questo indirizzo.
Polonia numero 560 stipendio 7.369,70
Ungheria numero 386 stipendio 9.132
Lettonia numero 100 stipendio12.900
Spagna numero 606 stipendio 35.051,90
Portogallo numero 230 stipendio 41.387,64
Svezia numero 349 stipendio 57.000
Finlandia numero 200 stipendio 59.640
Francia numero 923 stipendio 62.779,44
Grecia numero 300 stipendio 68.575
Danimarca numero 179 stipendio 69.264
Belgio numero 221 stipendio 72.017,52
Gran Bretagna numero 1.348 stipendio 81.600
Irlanda numero 126 stipendio 82.065,96
Germania numero 682 stipendio 84.108
Olanda numero 225 stipendio 86.125
Austria numero 386 stipendio 106.583,40
Italia numero 945 stipendio 144.084,36
Probabilmente se lo stipendio parlamentare fosse proporzionato all’onere ed al logorio che comporta, come per un artigiano, un impiegato od un operaio comuni, ed ogni collaboratore dovesse esser pagato dalle tasche del parlamentare stesso, anche allora non si avrebbe un risparmio, poiché aumenterebbe ancor più l’illecito.
Che futuro ci attende?
Ci servirebbe istituire una qualche commissione, esterna e sopra le parti, per controllare l’operato dei nostri governanti… non risolverebbe del tutto il problema, ma per lo meno lo ridurrebbe