Lingue a rischio
Non è una novità che le lingue minori, le meno parlate nel mondo, stiano lentamente scomparendo. Secondo i dati degli studiosi scompare una lingua ogni due settimane e oltre 2.500 lingue sono a rischio di estinzione.
Il 20 febbraio 2009 l’Unesco ha diffuso dati poco incoraggianti: 199 lingue sono parlate da una decina di persone soltanto, 538 sono gravemente in pericolo e 607 sono a rischio. La globalizzazione non aiuta di certo. Tra tutti i suoi pregi, ha l’innegabile difetto di conformare le culture e, di fatto, di sopprimere le meno forti, con la conseguenza che la tradizione inglobata viene modificata, sovrascritta, spesso persa nella storia.
L’Unesco mette a disposizione nel suo sito un atlante completo delle lingue a rischio. Ma quali sono le dieci lingue più rare ancora presenti nel mondo?
Le 10 lingue più rare al mondo
10. Chamicuro. Nel 2008 è stato accertato che soltanto otto persone conoscevano il Chamicuro, parlato tra l’altro da individui anziani e per questo estremamente a rischio. In Perù, dove la lingua era una volta diffusa, lo spagnolo si è diffuso a macchia d’olio. Fortunatamente siamo ancora in tempo per stilare un dizionario completo.
9. Dumi. Parlato in Nepal vicino ai fiumi Tap e Rava e nelle montagne del distretto di Khotang. Anche qui nel 2007 si sono trovate otto persone in grado di pronunciarla e, grazie a loro, sono stati compilati dizionari e libri di grammatica per non dimenticarla.
8. Ongota. La memoria della lingua Ongota sta nelle menti di sei anziani dell’Etiopia e di un professore che si è preso il compito di trascriverla.
7. Liki. Anche l’Islanda soffre del problema. Cinque persone sono le uniche testimoni del linguaggio Liki, parlato lungo le coste di Sarmi, Jayapura e Kabupaten. L’origine di questa lingua è però da ricercare in più parti, soprattutto nelle zone della Nuova Guinea e della Polinesia.
6. Tanema. Nelle isole Salomone il Tanema è parlato da quattro persone ed è quindi estremamente a rischio.
5. Njerep. Una volta parlato in Cameroon, adesso è ad appannaggio di quattro individui della Nigeria e sta per essere sostituito dai dialetti locali.
4. Chemehuevi. Al quarto posto una lingua parlata da tre persone soltanto, negli stati dell’America occidentale. Se siete curiosi, trovate la pronuncia di qualche parola a questo indirizzo.
4b. Busuu. Un’altra lingua ad alto rischio di estinzione è il busuu, che uno studio del 1986 diceva appartenente a otto persone. A tutt’oggi sembra che siano rimaste soltanto tre persone in grado di parlarlo, come potete leggere a questo link, dove tra l’altro è possibile scorrere un divertente video che cerca di sensibilizzare il prossimo su questo tema delicato. Il busuu, quindi, avrebbe tutto il diritto di essere collocato al quarto posto nell’elenco, assieme al Chemehuevi. Dal nome di questa lingua è nato addirittura un sito web, il cui scopo è di diffondere l’apprendimento delle lingue straniere in modo gratuito. [Ringrazio logan per la segnalazione (vedete il commento in fondo all’articolo)]
3. Lemerig. Il Lemerig è parlata nell’isola Vanua Lava da due persone, fortunatamente capaci di pronunciarla fluentemente in modo da poter stilare un piccolo dizionario. Sembra essere l’ultima di quattro dialetti, gli altri tre ormai del tutto estinti. Anche qui potete curiosare tra le parole conosciute.
2. Kaixana. Nel 2006 un solo adulto parlava il Kaixana, memore di un tempo in cui una civiltà brasiliana di ben 200 persone la conoscevano e la pronunciavano ogni giorno prima di essere avvicinati dai portoghesi.
1. Taushiro. Ed eccoci arrivati alla situazione più critica. Una sola persona nel Perù parla il Taushiro, che trovandosi in una regione isolata sembra non aver subito l’influenza di altre culture. È classificato come “di prossima estinzione”.
Ha dell’incredibile che alcune lingue vengano ormai parlate da una sola persona… per questa, deve essere piuttosto desolante…
Non credevo ci fossero così tante lingue parlate nel mondo, comunque!
Almeno la globalizzazione ha permesso di trovare gli ultimi rimasti e di memorizzare le loro parole… se da un lato distrugge, dall’altro preserva
Perché suppore che senza la globalizzazione non si sarebbero trovati “gli ultimi rimasti”?
Perché la globalizzazione è alla base di un rapido progresso scientifico e della “conoscenza allargata”. I dati raccolti non sono il frutto di una sola Nazione, ma di più Stati che hanno condiviso negli anni metodi di ricerca, risultati e scoperte. Senza contare che la globalizzazione ha modificato anche il nostro modo di pensare nei confronti degli altri popoli.
Dal mio punto di vista, ci ha spinto a compiere ricerche che altrimenti non si sarebbero mai fatte (come il tentativo di conservare le lingue in via di estinzione).
Forse anche senza globalizzazione l’Unesco avrebbe stilato quella lista o forse quei popoli non sarebbero nemmeno venuti alla luce.
manca il busuu, lingua parlata in cameron da sole 3 persone…
Grazie per la segnalazione, ho provveduto ad aggiornare l’articolo =)