Apertura alare
Provate a immaginare un uccello con l’apertura alare di 3 metri e le folate di vento che produce a ogni battito di ali. Cercate di indovinare a quanta ombra può gettare un simile animale mentre si libra in volo sopra di voi.
Lo trovate stupefacente? Ottimo, perché con un po’ di fortuna avrete la possibilità di incontrarlo. Stiamo parlando dell’albatro reale del nord (chiamato Diomedea sanfordi nella zoologia), il più grande uccello attualmente in vita – anche se, purtroppo, a rischio di estinzione.
Ma se l’albatro reale vi sembra enorme, probabilmente resterete sorpresi di sapere che 25 milioni di anni fa esisteva un uccello dall’apertura alare di quasi 7 metri. Il suo nome è – era – Argentavis magnificens ed era un condor che abitava le Ande dell’America circa 6 milioni di anni fa.
Come dimensioni, può essere considerato il più grande uccello finora rinvenuto: ma di sicuro non il più efficiente, perché troppo pesante.
Esemplari poco noti
Un altro volatile simile, dall’apertura alare stimata che andava dai 6 metri ai 7,3 metri (quindi forse più grande dell’Argentavis), è stato scoperto nella Carolina del Sud, in America, ancora nel 1983, durante l’allargamento dell’aeroporto statunitense. Fu battezzato Pelagornis sandersi: il nome è stato preso da Albert Sanders, il curatore del Charleston Museum che diresse gli scavi.
Quello che lo rende particolarmente interessante è che, nonostante le dimensioni, pesava meno di uno struzzo: appena 22 kg! Era quindi molto leggero e poteva planare agevolmente dalle scogliere. Era dotato di denti (meglio, sporgenze ossee per ghermire le prede) e probabilmente volava sopra l’oceano poco sopra le onde, percorrendo distanze immense.
Il Pelagornis sandersi si può considerare, quindi, il più grande uccello marino che abbia mai abitato la Terra, vissuto tra i 55 e i 3 milioni di anni fa.