Come misurare la tossicità
Per determinare la potenza di un veleno negli animali, nelle piante e nelle sostanze in genere si misura la sua LD50 (acronimo per “Dose letale 50“): si tratta della dose necessaria a uccidere metà di una data popolazione (di solito di topi). Più nello specifico è la quantità di sostanza rapportata con il peso dell’animale, spesso espressa in milligrammi ogni 100 grammi di peso.
Ma questo sistema per stabilire la velenosità di una sostanza non è ottimale. A parte i motivi etici ed economici dei test, questa misurazione guarda l’effetto delle sostanze nel breve termine (si parla di tossicità acuta) e non sul lungo termine. La legge attualmente sta eliminando sperimentazioni simili, che comportano la morte di numerosi animali, in favore di tecniche meno invasive e che soprattutto non comprendano le cavie animali.
In ogni caso, i dati che seguono si basano sulle misurazioni di LD50.
Se dovessimo paragonare le dosi letali per un adulto umano di 90 kg dovremmo far rientrare nella classifica qualche altra sostanza, per esempio il Batrachotoxin, un veleno emesso da una specie di rana del Mesoamerica capace di uccidere con una quantità di soli 0,00012 grammi. Ricordiamo poi che diverse sostanze comunemente usate, se ingerite in grande quantità, possono essere altrettanto fatali: 18 grammi di caffè assunti in breve tempo non lasciano scampo – anche se una quantità simile di caffè è ben difficile da assumere involontariamente.
5. Mercurio
La tossicità di questa sostanza dipende dal tipo di mercurio che si prende in causa. Il mercurio puro è considerato meno tossico rispetto alla sua versione organica e inorganica, ma è comunque altamente velenoso.
Un esempio lo si è avuto nel tentativo di suicidio a opera di un assistente dentista, che ha spinto nelle vene 135 grammi di mercurio. Il tentativo non è andato a buon fine, ma da quel momento ha presentato problemi respiratori, tosse secca con sangue e tachicardia; il liquido, infatti, ha intaccato i polmoni, richiedendo oltre nove mesi di terapia.
Il mercurio nella forma di Dimethylmercury è però molto più velenoso: bastano 0,00015 grammi per portare alla morte.
4. Polonio-210
Il polonio è un elemento radioattivo raro che si ricava dai minerali di uranio. La sua tossicità è enorme ed è anche estremamente pericoloso, visto che conta 50 isotopi (atomi) tutti instabili. Uno di questi isotopi è, appunto, il polonio-210. Mezzo grammo di polonio-210, quando decade, raggiunge in fretta i 500°C e sprigiona una grande energia.
Il polonio è pericoloso da maneggiare: se non schermate, le sue radiazioni arrivano al corpo umano e iniziano a erodere i suoi tessuti. Basta ingurgitare piccolissime quantità per avere una dose letale. Qua si nota il limite nella misurazione tramite l’LD50: il polonio agisce soprattutto sul lungo termine e dovrebbe di diritto risalire la classifica delle sostanze che abbiamo qui presentato.
Tra le altre cose, alcuni studi hanno dimostrato come il polonio-210 sia presente in piccole quantità anche nelle sigarette: il fumo di 20 sigarette al giorno, per un anno, equivalgono a 300 radiografie.
3. Arsenico
Bastano 2 grammi di arsenico per mandare (definitivamente) in tilt il nostro organismo. Questa sostanza blocca il trasferimento di energia tra le cellule e porta alla morte delle stesse. La sua LD50 è di 13 mg/kg.
Paradossalmente, per quanto sia tossico, l’arsenico gioca un ruolo di primo piano come protezione durante i trattamenti di leucemia.
2. Veleno di serpente
Naturalmente ci sono serpenti e serpenti, con un grado di tossicità diversi nel loro veleno. Tenendo conto dei più velenosi, però, esistono serpenti con un LD50 al di sotto di 1 mg/kg. Inoltre il loro effetto è spesso rapido e brutale e può lasciare pochi minuti all’organismo per trovare una cura.
Come abbiamo visto in un altro articolo, seppure non raggiungano i livelli letali dei serpenti, al mondo esistono anche ragni velenosi capaci di provocare pesanti conseguenze nell’organismo dell’uomo.
1. Botulino
Al primo posto della classifica troviamo una sostanza la cui famiglia è usata nei cosmetici industriali, per esempio nel botox: il botulino. L’LD50 è il più basso conosciuto: 5 ng/kg, cioè nanogrammi (miliardesimi di grammo) per chilo.
Anche ingerendo quantità più basse si possono avere reazioni gravi. Gli esperimenti sui topi hanno portato alla paralisi dei loro arti.