Circondati da minacce
La domanda può sembrare banale: un essere umano può vivere per sempre? Per ottenere una risposta dobbiamo prima interrogarci se l’essere umano, come specie, abbia la possibilità di poter vivere oltre la durata delle altre specie animali.
Su questo le prospettive non sono rosee. La storia insegna che, prima o poi, qualsiasi specie animale va incontro a un’estinzione naturale: abbiamo visto che in passato ci sono state ben 5 estinzioni di massa, che in un caso ha portato addirittura alla scomparsa del 96% della fauna marina. D’altronde, già nell’anno 536 una combinazione di eventi naturali ha portato a un inverno prolungato e alla scomparsa di alcune importanti civiltà umane.
Inoltre, abbiamo visto in un altro articolo che non solo la natura, ma anche l’uomo rappresenta un pericolo per se stesso: virus artificiali, tecnologie incontrollate e guerre nucleari sono solo alcuni dei motivi che potrebbero portarlo all’estinzione. Teniamo poi conto che viviamo su un pianeta dalle risorse limitate e che tra qualche milione di anni ci ritroveremo a fare i conti con il calore del Sole troppo intenso. Per non parlare di eventi catastrofici non prevedibili, come l’impatto di enormi meteoriti provenienti dallo spazio.
Queste, però, sono speculazioni troppo lontane nel tempo o che dipendono da eventi che potrebbero non verificarsi mai. Chiediamoci invece concretamente: se la Terra potesse ospitarci a tempo indefinito, è possibile che un corpo umano riesca a sopravvivere per milioni o miliardi di anni? L’uomo ha i mezzi per tenere il suo corpo in vita per un tempo così lungo?
Vi propongo una lista dei motivi per cui l’uomo potrebbe o non potrebbe vivere oltre la sua “vita naturale”. Se avete qualche altra idea di come l’uomo possa vivere al di là dei suoi anni, segnalatecelo nei commenti e provvederemo ad aggiungerlo all’elenco. Oppure fateci sapere cosa ne pensate a riguardo.
Il corpo umano non basta
Il corpo umano non è progettato per vivere oltre un certo numero di anni. La vita media si è allungata grazie alle tecnologie e alla medicina avanzata, ma le sue cellule possono moltiplicarsi solo per un numero limitato di volte: dopodiché decadono.
Per eliminare questo problema, serve una medicina abbastanza progredita da poter sostituire all’infinito le nostre cellule. Al momento siamo ben lontani da questo, ma non è detto che un giorno non si riesca a capire il funzionamento completo e a manipolarlo di conseguenza.
E non è detto che la natura stessa, a un certo punto, trovi il sistema per far rinnovare le cellule per un numero indefinito di volte. Dopotutto, ci sono stati casi di uomini centenari anche in passato, in tempi in cui la vita media era di 30-40 anni: come esempio si può citare Democrito, che visse probabilmente oltre il secolo.
La clonazione del corpo e della mente
Se non riuscissimo a tenere in vita il nostro corpo, potremmo sempre costruircene uno nuovo.
La genetica ci ha già permesso di clonare alcune specie animali (ricordate la pecora Dolly?) e non c’è motivo di non credere che possa farlo anche per l’uomo. Certo, si tratterebbe di una “copia” e non dell’individuo originale, per cui di fatto si darebbe inizio a una nuova vita invece di prolungare la nostra.
Ma c’è un’altra alternativa: l’informatica e l’ingegneria genetica. L’informatica procede con passi da gigante e lo stesso vale per la medicina. Se riuscissimo a capire completamente il funzionamento del nostro cervello, potremmo “trasferire” la mente in un corpo artificiale, fatto di acciaio e fili elettrici. Oppure potremmo fare un “backup” (una copia) di tutte le informazioni del nostro cervello e salvarle in un computer aspettando il giorno in cui riusciremo a trasferirle in un nuovo corpo.
Fantascienza? Per il momento, senz’altro. La mente umana è una delle cose più difficili da comprendere – proprio perché usiamo la mente umana stessa per capirla.
Sovrappopolazione: ci mancano le risorse
Il problema principale che già adesso dobbiamo fronteggiare è quello della sovrappopolazione. Se le persone vivessero più a lungo, le risorse del pianeta non basterebbero per tutti e ci ritroveremmo intere nazioni ridotte in povertà per favorire il benessere di poche nazioni. Si tratta di un equilibrio. La povertà porterà alla morte delle popolazioni nelle aree povere, mentre pochi “eletti” potranno sperare di vivere a lungo.
Realtà virtuale e nuovi pianeti su cui vivere
Una soluzione alla sovrappopolazione? Se come abbiamo detto prima l’uomo riuscisse a trasferire la sua mente in una realtà virtuale (“dentro internet”, tanto per capirci), non ci sarebbe bisogno di trovare un nuovo corpo dove vivere che consumi altre risorse: rimarremmo confinati nella realtà virtuale, dove interagiremo con altri come noi. Può sembrare assurdo, ma le nostre percezioni derivano dalla mente, per cui non ci accorgeremo nemmeno di essere in una realtà virtuale. C’è addirittura chi afferma che potremmo già essere all’interno di una realtà virtuale, senza saperlo.
Se l’idea non vi piace, per evitare lo spreco di risorse potremmo andare a “sprecare le risorse” di altri pianeti. Siamo ancora alle basi (teoriche, tra l’altro) per quanto riguarda i viaggi interstellari, per cui la costruzione di un’astronave per trasportarci è ancora molto lontana. Ma non è affatto impossibile e la NASA ci crede, tanto da aver progettato una navicella simile all’Enterprise di Star Trek. Sempre se troviamo altri pianeti adatti su cui vivere e se riusciamo a insediarci in modo pacifico – il che è un altro problema insormontabile da risolvere.
Etica: non tutti sono d’accordo e il carattere umano è instabile
Poniamo il caso che troviamo un sistema per manipolare il nostro corpo all’infinito. C’è chi non potrebbe essere d’accordo. Intanto entra in campo la religione, che potrebbe considerare innaturale prolungare la vita oltre quanto gli dèi ci hanno concesso (senza pensare, però, che sono stati loro a crearci e quindi a permetterci di raggiungere questo risultato).
Poi entra in gioco il valore etico. È giusto garantire la sopravvivenza solo a quei pochi che possono economicamente permetterselo? Oppure, se si decide di “selezionare” gli individui in base al merito, chi siamo noi per decidere chi deve vivere o morire?
Lo stesso discorso vale nel caso dei viaggi spaziali verso nuovi pianeti. Chi decide chi deve partire e chi invece deve restare?
Valutiamo poi la questione della realtà virtuale, cioè di trasferire la nostra mente in un mondo fittizio (in cui non ci accorgeremmo di esserci). Un hacker potrebbe entrare e manipolare le “informazioni” del nostro cervello, facendoci credere di essere qualcun altro. E poi è giusto tenere “inscatolate” le menti e dare loro una realtà fittizia?
Infine, consideriamo che una vita lunga milioni di anni cambierebbe radicalmente il nostro punto di vista e la nostra mentalità. Si prenderebbero le cose con più calma e, dopo aver visto le cose più interessanti, si arriverebbe a una sorta di indifferenza: sorgerebbero depressioni, apatie, tentativi di suicidi. Se capitasse un lutto, quale sarebbe la reazione in una società poco abituata alle morti?
Ciao, la natura non troverà modo di garantire l eternità perché è lei stessa ad aver programmato la morte che serve proprio perché organi “vecchi” non brucino le risorse a quelli nuovi. Il processo di morte è stato introdotto nell evoluzione delle specie. I primissimi organismi elementari erano “immortali” ad eccezione della morte violenta. Credo che morte e riproduzione siano subentrati insieme
Sono d’accordo, credo anch’io che la morte sia una condizione indispensabile per il rinnovamento e il miglioramento. Anche la troppa longevità dell’uomo, dovuta alla tecnologia, è infatti innaturale: vivere a lungo con un corpo “poco efficiente” dal punto di vista dell’evoluzione è uno spreco di risorse.
C’è da dire che fino a quando non si capirà quale sia effettivamente lo scopo del vivere, possiamo fare solo delle ipotesi che si mordono la coda. Una domanda a cui non riusciamo ancora a rispondere è: se la vita nasce per creare una vita migliore, non è forse un ciclo infinito senza scopo?
Se la risposta è «sì», come per adesso siamo portati a credere, vuol dire che alla natura non interessa granché come ci evolviamo e quindi è anche possibile che prima o poi l’uomo trovi un sistema per diventare virtualmente immortale.
Questo ovviamente dal punto di vista scientifico, se chiamiamo in causa la religione o la fede è tutta un’altra questione…
Assolutamente Manuel … chiamiamola natura o chiamiamola vita, ad essa non interessa come ci evolviamo e chi sarà domani a garantire la “SUA” sopravvivenza, se sia un uomo, un uccello, un batterio … L’importante è che ci sia qualcuno ha portare la vita avanti. Siamo degli involontari altruisti così come lo sono i nostri compagni di viaggio del regno animale . loro hanno la fortuna di non essersi evoluti fino al punto di concepire la coscienza della morte.
Un sistema “virtualmente immortale” dedicato all homo sapiens sapiens sarebbe un sistema corrotto ed ingiusto . Non tiene conto degli altri esseri viventi , dei 110 miliardi stimati di umonini sapiens sapiens che già hanno abitato e lasciato la Terra ma soprattutto non potrebbe essere cmq. eterno. Un sistema va manutenuto perchè possa funzionare di continuo . Quando le condizioni per garantire la vita vengono meno , e queste condizioni sono molto sottili, il sistema dovrebbe mantenersi e rigenerarsi da solo. potrebbe resistere alla morte di una stella ?. Beh tu dirai ,non sarebbe proprio eternità ma almeno 3 o 4 miliardi di anni ce li potremmo vivere ancorqa :)). No a parte gli scherzi, sicuramente l’uomo potrebbe trovare modi di prolungare la vita esponenzialmente ma l’eternità non credo sia un concetto materialmente calcolabile.
Non è difficile vivere in Eterno .in poche parole basta credere in Gesù non per come insegna la religione dominante ma per come insegna la Bibbia attraverso i discorsi di Gesù
Buona sera,
Senza offesa la vita non si è allungata per mezzo della tecnologia o della medicina. Anzi è solo apparenza in quanto è esclusivamente migliorata l’igiene e le medicine alleviano o guariscono sintomi che non si dovrebbe nemmeno avere. Tutto grazie in parte al cibo spazzatura e alla tecnologia ecc ecc ecc
Tutto questo sbaglio lo si può capire dal popolo degli Hunza. Cercate online e capite tutto quello che dovrebbe essere l’uomo, vivere per sempre magari no ma più anni e meno schiavo si.
Cordiali Saluti
Nessuna offesa, anzi è un punto di vista che condivido (anche se parzialmente). Gran parte delle patologie che abbiamo sono un derivato proprio del progresso e dello stile di vita sbagliato.
Resta indubbio però che la medicina permette di guarire o di contenere anche quei fenomeni letali che sono sempre esistiti, magari in forme diverse. Tra tutti basta citare le epidemie, che oggi riusciamo a evitare nei Paesi avanzati; storicamente le epidemie sono state “l’arma di distruzione” peggiore per l’uomo e hanno portato addirittura alla scomparsa di civiltà. E potremmo citare anche le malattie autoimmuni, che un tempo non si potevano nemmeno curare.
Eliminare le cause naturali che portano alla morte ci permette di allungare la vita e di incrementare la popolazione, di tramandare geni meno corrotti e di concentrare l’evoluzione su altri fattori. Con una popolazione più alta, il sistema evoluzionistico ha maggiori possibilità di tentare e quindi di creare dei futuri umani più longevi.