Introduzione
Quante volte ci siamo interrogati sull’esistenza di un filo conduttore nella nostra vita, un percorso già prestabilito e da cui nessuno può uscire? Il destino si limita a questo, dopotutto: un binario già creato che l’uomo deve per forza seguire, perché non ha altra strada da scegliere.
Non parlerò della questione complessa (e poco chiara) della religione cattolica. Non entrerò neanche nel campo della fisica, non ce n’è bisogno: serve soltanto chiarire un concetto abbastanza semplice. L’idea che voglio usare può essere capita con la logica e un esempio.
Il tempo è una fila di istanti?
Come sappiamo i nostri occhi vedono un oggetto in tre dimensioni (altezza, lunghezza e profondità). Se il tempo non esistesse, l’oggetto sarebbe sempre immobile. Anzi, probabilmente non ci accorgeremmo nemmeno della sua esistenza, perché saremmo immobili anche noi. È proprio il tempo a darci la sensazione di continuità: un cane si muove perché si sposta da un punto A a un punto B nel giro di qualche secondo.
Il tempo e lo spazio sono quindi un’unica cosa. Un oggetto ha in sé quattro valori: altezza, lunghezza, profondità e istante. Mentre le prime tre possono rimanere le stesse, l’istante cambia continuamente. Una roccia può rimanere ferma in un certo posto per mille anni, ma dopo mille anni sarà stata erosa dal vento.
Se provate a pensarci, possiamo vedere il tempo come una serie infinita di istanti. Mettiamo il caso che l’istante corrisponda a un secondo. Per formare un minuto servono 60 istanti vicini tra loro, cioè 60 punti ognuno dei quali ha in sé i quattro valori appena visti: le tre coordinate spaziali e quella che corrisponde all’istante (nel nostro esempio, quest’ultima sarà 1 secondo).
Riducendolo all’osso, un minuto sarà formato da 60 punti ravvicinati, messi uno dopo l’altro secondo un certo ordine. I punti vicini formano la linea del tempo così come la vediamo.
Chi mette in fila gli istanti della storia?
Chi ha stabilito l’ordine dei 60 punti? Chi ha stabilito che in questo minuto debbano accadere determinati eventi anziché altri? La risposta per adesso è impossibile perché non sappiamo ancora quale forza tenga “uniti” questi punti. A ogni modo, ci troviamo di fronte a due possibili casi:
1) esiste solo un punto per ogni istante. In questo caso c’è una linea stabilita, esiste un destino che non può essere cambiato. Non si può andare fuori da questa linea, perché al di fuori non esistono altri punti: ci tocca per forza seguire questa linea. Fine della storia. Il libero arbitrio non può esistere.
2) possono esistere più punti per ogni istante. Questo significa, per esempio, che all’istante numero 10 possiamo seguire due (o più strade): in una prenderemo l’istante a sinistra e nell’altra prenderemo l’istante a destra. Prendere una o l’altra strada significa creare dei futuri diversi, eventi diversi. In questo caso, però, non è detto che vi sia il libero arbitrio. Siamo davvero noi a stabilire se prendere l’istante a sinistra o a destra, oppure è una forza ben più grande? E questa forza era già stata “predisposta”? Nell’ultimo caso torneremmo alla prima ipotesi, perché comunque avremo una e una sola strada possibile.
Il libero arbitrio genera problemi logici
In definitiva, le probabilità che l’uomo abbia libero arbitrio sono più basse rispetto alla possibilità che esista un destino prestabilito. Fino a quando non si capirà quale forza tiene uniti i punti, restano solo supposizioni; ma se guardate con logica fanno comunque riflettere.
Se esiste un destino prestabilito, non dovremmo preoccuparci di nulla, perché niente sarebbe dovuto a noi ma a quella forza misteriosa che lo ha creato. Se però avessimo il libero arbitrio, ci dovremmo scontrare contro il libero arbitrio degli altri. A quale futuro si darebbe inizio, se io scegliessi l’istante a sinistra e un altro scegliesse l’istante a destra? Qualcuno tra noi non potrebbe comunque far uso del suo libero arbitrio.
Considerazione interessante, anche se non credo che in molti riescano a guardare con logica.
A pensarci, l’idea che esistano già tutti gli istanti appare terribile, perchè toglierebbe significato a ognuno di essi.
Per quanto riguarda l’ultima domanda, alcuni risponderebbero con la teoria dei multiversi, così da risolvere la questione del libero arbitrio.
Gli universi, infatti, si creerebbero incrociando le scelte e le casualità di tutti, fattore da non sottovalutare.
In questo caso potremmo pensare che ogni persona abbia un proprio multiverso, dove solo lui effettivamente ha il suo libero arbitrio…
Ciao a tutti
Interessante Articolo del 2011 che mi era sfuggito 🙂
Secondo il mio punto di vista il libero arbitrio esiste, oppure la “misteriosa forza” che prestabilisce i vari punti del cammino della vita di ogni essere vivente animale o vegetale e non, commette degli errori. Siccome che sono fermamente convinto che la natura così come tutti i fenomeni fisici ad essa correlati non commetta MAI e in NESSUN caso errori, protendo per l’interpretazione del libero arbitrio. Altrimenti, perché parlo di errori? Le guerre, le liti, gli omicidi colposi o dolosi che siano ecc., avvengono proprio perché abbiamo il libero arbitrio; tutti o molti, nello stesso istante, facciamo la stessa scelta… decidiamo di intraprendere la stessa strada che conduce agli stessi interessi ed agli stessi obiettivi. Se la vita non fosse governata dal libero arbitrio, tutto ciò non potrebbe accadere in quanto la natura non commette errori così grossolani.
Personalmente credo di più al libero arbitrio compreso fra un “range” di scelte (tuttavia non infinite) che ognuno di noi può intraprendere nell’arco della vita. Un po come le equazioni di Schroedinger tese all’individuazione di una particella sub atomica fra un range di possibilità: ovvero, spazi in cui la probabilità di trovare un elettrone è diversa da zero, così come un range di scelte finite dove la probabilità di intraprenderne qualcuna (compresa nel range, non fuori dal range), sia diversa da zero.
Questa ovviamente è una mia personalissima interpretazione. Ciao a tutti
Ciao Sam, grazie per l’intervento 🙂
Faccio una considerazione, visto che hai fatto un discorso articolato e interessante (e che è valido fino a prova contraria: metto solo i puntini” sulle i).
Il tuo pensiero parte dalla premessa che le leggi naturali e fisiche non commettano errori e quindi, in effetti, il libero arbitrio sarebbe l’unica spiegazione possibile.
Il problema a mio avviso è questo: cosa significa «non commettere errori»? Siamo stati abituati all’idea che le leggi naturali seguano un ordine logico, diciamo innato, ma la verità è che non lo sappiamo con certezza. Tanto per fare un esempio sappiamo che l’evoluzione procede per tentativi, quindi non è perfetta; anzi c’è sempre di più la convinzione che l’evoluzione stessa non abbia un vero scopo ultimo.
Anche per quanto riguarda le leggi fisiche avanzerei qualche dubbio. Sappiamo che la gravità attira verso il basso, ma cosa succederebbe se scoprissimo che in un’area lontana dell’universo, o su un altro universo se dovesse esistere, la gravità procede al contrario o in modo addirittura casuale?
Riassumendo, quello che voglio dire è che l’essere umano fa parte della natura. Se la natura non fosse precisa e ordinata, allora significherebbe che anche l’Uomo avrebbe le stesse caratteristiche. In questo caso i suoi “errori” non sarebbero errori, ma azioni come tante: che magari sono già prestabilite da un destino.
È davvero un piacere scambiare opinioni con te Manuel, e comunque in generale con chiunque intervenga su questi argomenti che a dire il vero sono molto complessi e per nulla intuitivi. La mia personalissima convinzione che la natura (o “l ingegnere matematico” come la chiama “qualcuno”) non commetta errori nasce dal fatto che oggi, dopo decine di miliardi di anni dal presunto big bang, stiamo qui a parlarne. Ciò comporta che in tutti questi innumerevoli anni tutto, ma proprio tutto, deve essere andato liscio. Sarebbe bastato solo uno, piccolo, microscopico e banalissimo errore a livello sub atomico, ed oggi non ci sarebbe nessuno a porsi il quesito e forse neanche la terra stessa con tutto il sistema solare. Le quattro forze fondamentali come di conseguenza tutti i fenomeni fisici rispondono sorprendentemente a rigorosissima matematica togliendo spazio quindi al caso. L evoluzione (uomo a parte, su di “lui” ho una mia personalissima convinzione), è perfetta. Ha portato fino ad oggi tutte le specie viventi che conosciamo; come possiamo dubitare della sua efficacia. Ho compreso cosa intendi per “che significa errore”. Magari ci ha portato fin qui tutta una serie di errori. Se così fosse, tutte le grandezze fisiche non si potrebbero misurare; qualsiasi fenomeno fisico misurato o osservato, oggi darebbe una certa misura ed assumerebbe un certo comportamento, domani un’altra e dopo domani un’altra ancora. Invece no, la misura assume sempre e comunque il medesimo valore matematico e si manifesta sempre allo stesso modo. L’errore non si comporta così e neanche il caso. L’elettromagnetismo descritto dalle equazioni di Maxwell con un livello di precisione tra le 4 forze incredibile, è la madre di tutta la magia della tecnologia elettronica di oggi. Se fosse governata dal caos, oggi non avremmo nessun dispositivo elettronico, e neanche una lampadina ad incandescenza. Ripeto, sicuramente mi sbaglio, ma l universo è più ordinato di quanto immaginiamo ed è per questo che sono convinto che non c’è spazio agli errori pur rispettando i tuoi punti di vista sempre interessanti. Ciao a tutti
Il tuo discorso non fa una piega, la matematica che sta dietro al nostro universo sembra senz’altro il prodotto di un qualcosa di perfetto, anche nel caso in cui la natura abbia proceduto per tentativi.
C’è da dire che la struttura fisica che conosciamo non è l’unica possibile, probabilmente la vita sarebbe esistita (ovviamente modificata) anche se le leggi avessero preso una direzione diversa. Inoltre aggiungerei che il nostro punto di vista è valido appunto perché ci troviamo in mezzo a questo meccanismo e non abbiamo la capacità di pensare in modo differente (principio antropico).
Infine, bisogna ricordarsi che ci sono diverse questioni che ancora ci sfuggono, prima tra tutte il meccanismo alla base che permette alla fisica quantistica di funzionare come funziona, cioè di decidere quale “scelta” prendere tra le varie scelte probabili.
D’altro canto, secondo alcuni proprio la fisica quantistica potrebbe essere la prova che il libero arbitrio esiste (ne avevo parlato qua:
http://www.manuelmarangoni.it/onemind/4291/il-libero-arbitrio-esiste-per-la-scienza-secondo-la-quantistica-potrebbe-esistere/).
Insomma, ci sono tante domande aperte e per adesso possiamo affidarci solo alla filosofia per capire se esista un destino. Solo che la filosofia è fatta per sollevare altre domande e non per trovare risposte 🙂
Sono pienamente d accordo. 🙂
A proposito di M. Q…. Essa ho il vago sospetto che riuscirà a breve a spiegare tutto. Quando dico tutto, intendo tutti quei misteri ad oggi irrisolti. C’è una nuovissima frontiera infatti chiamata Biologia Quantistica. Ti consiglio è Vi consiglio di approfondire se vi va. Ne vale davvero la pena. Ciao a presto e complimenti per i tuoi articoli
Grazie a te per la discussione, è sempre interessante scambiare dei pareri diversi su questioni “esistenziali” 🙂