Introduzione
Da bambino ero affascinato dalla musica insolita, quella che non era prodotta dai comuni strumenti a corda, a fiato o a percussione. In particolare, mi meravigliavo nel vedere come dei calici messi in fila e riempiti con diverse dosi di acqua potevano produrre dei suoni armonici al tocco delle dita. Ancora di più mi stupiva il controllo che i musicisti avevano sulle note che ne uscivano.
È un esperimento che non sono mai riuscito a replicare alla perfezione, ma soltanto perché non avevo a disposizione gli strumenti e la conoscenza per farlo. Con il tempo e l’esperienza, si può arrivare a comporre interi spartiti musicali, come dimostra il video qui sotto, che replica il famoso Inno alla gioia di Beethoven:
Cosa rende possibile questo miracolo musicale? Come sempre, è la fisica a venirci in soccorso e a darci una spiegazione.
Come far suonare i bicchieri canterini
I bicchieri canterini (così viene chiamato questo strumento) erano studiati già al tempo di Galileo. Un dito bagnato sfregato sul bordo del bicchiere, opportunamente riempito d’acqua, è capace di causare delle vibrazioni lungo la parete che saranno poi trasmesse all’aria interna. La “quantità” di cavità lasciata nel bicchiere decide la diversità di suono. È lo stesso principio della cassa di risonanza degli strumenti musicali.
In realtà, sono molti i fattori a determinare il suono diverso, a cominciare dal materiale del bicchiere sulle quali le onde si spargeranno.
Se non abbiamo a disposizione dei calici, possiamo comunque creare uno strumento simile con delle bottiglie di vetro (meglio sarebbero dei contenitore cilindrici, per un suono meno dispersivo). Andrea Frova, nel suo libro La scienza di tutti i giorni, propone di usare almeno otto bottiglie, per comporre le note fondamentali: do, re, mi, fa, sol, la si, do’.
Mettiamo i contenitori in fila, in modo che quello immediatamente a destra contenga una quantità d’acqua un po’ superiore a quello a sinistra. Il primo contenitore (do) sarà vuoto.
Il rapporto perfetto per emettere le giuste note si può calcolare con delle frazioni. Ponendo il contenitore vuoto (do) a 1, in ordine le note saranno “vuote” per: 8/9 (re), 4/5 (mi), 3/4 (fa), 2/3 (sol), 3/5 (la), 8/15 (si), 1/2 (do’, cioè metà pieno d’acqua e metà vuoto).
Il che significa, per esempio, che potete comporre la nota sol dividendo a spanne il bicchiere in 3 parti e riempiendolo d’acqua solo per 1 parte, lasciando vuoti i rimanenti 2/3.
In questo modo potremmo riprodurre la scala in do maggiore, che nel pianoforte corrisponde ai tasti bianchi a partire dal do.
Video di esempio
Adesso vi propongo una carellata di video presi dalla rete, che possono dare un’idea di cosa sia possibile realizzare con dei semplici bicchieri e un po’ d’acqua.
Robert Tiso suona “Và pensiero”, dal Nabucco di Giuseppe Verdi
Un artista di strada suona “Für Elise”, di Beethoven (video a bassa risoluzione)
Alcuni brani di Natale suonati con i calici