In breve
La repubblica di Libertalia, o «Libertatia», era un’entità statale fondata sugli ideali di libertà e di uguaglianza. Si trattava di una vera comunità socialista: in questa terra erano bandite la proprietà privata, la schiavitù, la tortura e ogni forma di discriminazione sessuale, etnica o religiosa.
Nacque nell’ultimo decennio del 1600 per volere di un capitano francese, di un frate domenicano e di un pirata che si stabilirono a Île Sainte-Marie, un’isola del Madagascar.
Approfondimento
Île Sainte-Marie è piuttosto famosa tra le leggende che riguardano i pirati. È uno dei luoghi per eccellenza in cui si ritiene che le navi pirate siano affondate, lasciando insieme ai relitti dei tesori non ancora recuperati. È quindi un luogo ideale per la ricerca di antichità preziose e attira ogni anno la curiosità dei cacciatori di tesori.
[Per un approfondimento, vedi lo speciale dedicato alla vita dei pirati]
Un’utopia socialista
Libertatia è ritenuta un’utopia, un luogo di perfezione immaginario, e rientra di diritto tra i miti più forti legati al mondo dei pirati. La proprietà privata non esisteva, o per meglio dire non aveva dei confini ben definiti, e i tesori recuperati appartenevano a tutti i cittadini. I prigionieri erano tratti con rispetto e non esisteva la schiavitù.
Per distinguersi dai normali pirati, non usavano la classica Jolly Roger (il teschio con le tibie incrociate su una tela nera o rossa) ma battevano una bandiera bianca, segno di vita. Lo scopo delle razzie? “Punire” i ricchi e i nobili europei.
La comunità era composta da francesi, inglesi, olandesi e africani; per potersi comprendere tra loro avevano inventato una lingua comune.
Breve durata
I fondatori furono il pirata Thomas Tew, il frate italiano Caraccioli e il capitano francese Bartholomé Misson (di nome di quest’ultimo è dubbio). Purtroppo la repubblica ebbe breve durata.
Come racconta il capitano A. G. Course nel suo saggio Pirati dei mari orientali, dopo qualche anno dalla fondazione i nativi insorsero e sterminarono gran parte dei pirati e delle loro famiglie. A metà settecento Île Sainte-Marie finì in mano ai francesi e quello che oggi rimane sono le leggende tramandate dalla gente del posto.