Introduzione
Avete mai immaginato di attraversare i lunghi ponti tibetani, fatti di corde e di fragili assi di legno? Riuscite a vedervi mentre vi lanciate con una fune per afferrare una parete fatta di corde? Se le risposte sono sì, allora il Jungle Adventure è il posto senz’altro adatto a voi.
Lungo le vie di San Zeno di Montagna, sorge questo spazio immerso nel verde, tra alti alberi e collinette di terra. Avete a disposizione tre percorsi diversi da scegliere, in base ai vostri gusti (e al vostro coraggio). Sul sito ufficiale avete tutti i dettagli: di seguito riporto le informazioni più interessanti.
I percorsi del Jungle Adventure
Il percorso verde, il più semplice, è a pochi metri da terra: adatto per chi soffre di vertigini e vuole semplicemente provare l’ebbrezza di un percorso fisico.
Il percorso blu, intermedio, prevede un lungo cammino a una decina di metri da terra.
Infine, il percorso rosso è ad appannaggio di chi non teme il vuoto, di chi ha bisogno di una vera prova di coraggio e di chi è fisicamente allenato.
Il personale del parco mi ha assicurato la prossima apertura di un percorso nero, che si innalza oltre gli altri (forse addirittura oltre la cima degli alberi) e permette una stupenda panoramica mentre si è nell’azione. Questo percorso nero sarà differente dagli altri: niente o poca fatica, perché si tratta di un passaggio tra una piattaforma e l’altra con il solo uso della carrucola. Tra poco vedremo di cosa si tratta.
Qui farò riferimento al percorso blu, l’unico che ho avuto modo di affrontare. Potete comunque scegliere una combinazione di percorsi, con un notevole guadagno: spendendo qualche euro in più avrete la possibilità di trascorrere anche un intero pomeriggio, passando da un percorso semplice a uno più impegnativo.
Come funziona il Jungle Adventure
vedi dove si trova il Jungle Adventure
All’ingresso si viene accolti dal personale e, nei pressi di un baldacchino (rigorosamente in legno), si viene invitati a firmare un foglio in cui si accettano le regole del parco, prima tra tutti l’utilizzo dell’attrezzatura in modo opportuno. Tenete conto che non potrete indossare giacconi o giubbotti e non potrete portare con voi borse, marsupi o altro; sarete infatti invitati a lasciare il tutto lì all’ingresso, sorvegliati soltanto dal personale. Vi consiglio quindi di lasciare in macchina gli oggetti più costosi.
Un addetto vi aiuterà a indossare l’imbragatura, comprensiva di guanti e di caschetto (previa adozione di una cuffia, per questioni igieniche). Il caschetto è pressoché inutile, difficilmente prenderete delle testate durante il cammino, ma i guanti vi saranno senz’altro essenziali per non segnarvi le mani in alcuni tratti.
Dopo un breve tutorial, si sale sulla prima piattaforma e si inizia a prendere confidenza con il percorso.
Da qui in avanti è tutto un crescendo. I “giochi” si fanno più ardui con l’avanzare e si sale sempre più in alto. L’adrenalina per l’altezza non può mancare, anche se siete sempre assicurati a delle protezioni grazie a due moschettoni; l’impegno fisico è d’obbligo in alcuni tratti, specialmente se non riuscite a capire come affrontarli al meglio.
Mi è capitato per esempio di gettarmi con una liana per aggrapparmi a una parete di corde: una volta raggiunto l’obiettivo (è meno difficile di quanto si possa immaginare), ho sbagliato approccio nello scalare la parete e mi sono inutilmente affaticato, per poi risentirne nei successivi giochi. Ognuno troverà la propria “nemesi” a seconda del suo stato fisico.
Sicurezza prima di tutto
Come ho detto, sarete sempre assicurati con due moschettoni alle robuste corde d’acciaio del percorso, a loro volta attaccati alle vostre imbragature. Siete voi a staccare i moschetti e a riattaccarli più avanti per spostarvi: uno dei moschettoni dovrà sempre rimanere attaccato, mentre muoverete l’altro.
In caso di cadute, rimarrete sospesi senza danno, assicurati dalle protezioni, e il personale verrà in vostro aiuto. Potrete chiamarlo in qualsiasi momento anche per farvi spiegare come un gioco debba essere affrontato nel modo migliore.
Sulle piattaforme possono stare, per precauzione, al massimo tre persone e i giochi devono essere fatti uno alla volta: motivo per cui, se siete in alta stagione, potreste impiegare diverso tempo ad aspettare il vostro turno. Nel mio caso eravamo in pochi e si filava piuttosto sciolti.
Alcune delle attrazioni presenti
Eccovi una lista di quello che trovate sul percorso:
– ponti di corda o di strette assi da attraversare
– miseri fili di acciaio sui quali camminare; le mani trovano appoggio in uno o due fili laterali, in un caso dovete sostenervi soltanto a una fune penzolante (per chi soffre di vertigini è una prova di carattere non da poco)
– tratti composti da un unico filo di acciaio, al quale vi attaccate con la carrucola in dotazione e vi lasciate scivolare fino alla successiva piattaforma. Il percorso nero sarà composto soltanto da questo tipo di gioco. Non richiede fatica e potete far riposare le vostre braccia
– funi che fungono da liane, alle quali dovete aggrapparvi per poi balzare e raggiungere una parete di corde, rigorosamente da afferrare al volo
– un filo che scorre in “barili” vuoti affiancati, a cui dovete aggrapparvi per superare il tratto girati al contrario
Riassumendo
In definitiva? Un’esperienza senz’altro da provare. Se siete eccessivamente fobici riguardo all’altezza, vi consiglio il percorso verde; se al contrario la vostra paura è minima, affrontate la prova a testa alta, consci che in ogni caso le cadute al suolo sono scongiurate.
Nel caso in cui avete esagerato in coraggio e, scelto un percorso inadatto a voi, sentite di non potercela più fare, vi basta chiamare il personale a gran voce e questo accorrerà per tirarvi giù in modo del tutto indolore.