È un fatto noto che i termini di attrazione per gli uomini e le donne siano diversi. Lo stesso vale per quanto riguarda la fase successiva, l’innamoramento, dove nei due sessi cambiano i tempi e i modi di agire.
Ma fino a che punto si spinge questa diversità? Ce lo dice in particolare uno studio di brain imaging, che ha scansionato l’attività del cervello mentre le coppie innamorate guardavano la foto dei loro partner.
Il cervello degli innamorati
Negli uomini innamorati si attivavano i centri dell’elaborazione visiva e dell’eccitazione sessuale; quindi la vista dell’amata scatena nel maschio un desiderio sessuale. Come ha affermato una delle ricercatrici coinvolte, non c’è da stupirsi che gli uomini cerchino la pornografia visiva e che le donne tendano a «mettersi in vetrina», spendendo ore per migliorare il loro aspetto.
Nelle donne, invece, si attivano delle aree completamente diverse, quelle dedicate alla memoria e all’attenzione (per la precisione, il nucleo caudato e il setto). In altre parole, la donna valuta con più attenzione il partner, si getta meno alla “cieca” quando deve iniziare una relazione e impiega più tempo a innamorarsi.
Riassumendo con una frase molto schietta: «Gli uomini cercano oggetti sessuali, le donne oggetti di potere». Eppure non sono queste le caratteristiche più importanti, perché i dati dimostrano che sia per gli uomini sia per le donne contano di più la personalità e il carattere — e qua entriamo in un argomento davvero complesso, che dipende dal soggetto e dall’ambiente in cui è cresciuto. La valutazione “istintiva”, comunque, va in secondo piano rispetto a quella “razionale”.