Venti stellari

Di vento solare non c’è n’è uno solo, nel senso che ogni stella ha un proprio “vento stellare”. Gli astri di questo tipo, infatti, emettono delle particelle che sono formate per il 5 % da corpi ionizzati (detti particelle alfa) e per il 95% da protoni ed elettroni che, grazie all’alta temperatura (oltre il milione di gradi sulla corona), sfuggono alla gravità e si spargono nello spazio attorno. Si calcola che il sole perda ben 800 milioni di kg di particelle al secondo, che si trasformano in vento solare.

Le particelle sono cariche e pertanto formano delle correnti magnetiche che vanno a investire gli altri corpi celesti del sistema solare, fino a una distanza di circa 24 miliardi di chilometri, cioè 160 Unità Astronomiche (vedi cos’è un’Unità Astronomica).

La forza del vento solare si disperde con la distanza e, a un certo punto, avrà una densità minore del gas e delle polveri (il mezzo interstellare) che si trovano nella nostra galassia. Questo è il vero limite della “bolla” che racchiude il vento solare (la eliosfera) e può essere considerato il confine del sistema solare. Dove questo confine arrivi, in realtà, non è ben chiaro e sono in corso degli studi per stabilirlo.

Effetti del vento solare

Le perturbazioni magnetiche si avvertono anche sulla Terra. Qua arrivano a una velocità che può raggiungere i 900 km/s, causando delle tempeste geomagnetiche; in casi eccezionali possono addirittura provocare danni agli strumenti elettronici e ai satelliti che continuano a orbitare attorno al pianeta. La parte coinvolta dal vento solare sulla Terra è chiamata “magnetosfera” e, a causa della rotazione del Sole, risulta a forma di spirale. È grazie a questo fenomeno, per esempio, che possiamo assistere alle affascinanti aurore nei pressi dei poli terrestri.

Leggi Tutto

La ricerca di Abdussamatov

Quando ho letto il titolo della notizia ho pensato a uno di quegli articoli arraffa-click che servono per attirare il pubblico, rivelandosi poi tanto fumo e niente arrosto.

In questo caso non si tratta di uno specchietto per le allodole. Come riporta un articolo de La Voce della Russia, il dottor Habibullo Ismailovich Abdussamatov, responsabile della ricerca spaziale all’Accademia delle scienze di Pulkovo, ha lasciato questa dichiarazione ancora a febbraio del 2012:

«Secondo i dati disponibili, la temperatura andrà ad abbassarsi costantemente a partire dal 2014. Il picco sara raggiunto nel decennio del 2050. L’abbassamento si concluderà con la riduzione delle zone seminate. Oltre ai problemi alimentari diventerà più difficile l’estrazione del petrolio e del gas nelle latitudini nord. L’abbassamento toccherà molti paesi, quasi tutti, ma in primo luogo quelli del nord».

Per la precisione, nella sua ricerca tradotta leggiamo:

Nel prossimo futuro si osserverà un periodo di transizione (tra riscaldamento globale e il raffreddamento globale), di cambiamenti climatici instabili con la temperatura globale fluttuante attorno al suo valore massimo raggiunto nel periodo 1998-2005. Dopo il massimo del ciclo solare, da circa il 2014 ci si può aspettare l’inizio del prossimo ciclo bicentenario di raffreddamento profondo con una piccola era glaciale nel 2055 ± 11.

Stando alle sue parole, ci troviamo alle porte di una vera e propria glaciazione, che coinvolgerà innanzitutto gli Stati del nord. Senza farci prendere dallo sconforto (di teorie simili ne sono uscite a decine) e senza nulla togliere alla competenza dello scienziato (vedremo alla fine che non si tratta del “primo venuto”), vediamo di analizzare per un attimo le informazioni che abbiamo.

Leggi Tutto

Introduzione

Jason Wire, ancora nel 17 ottobre 2011, ha scritto una pagina nel suo sito dove elencava alcune tra le tecnologie che, come da promessa, si dovrebbero realizzare entro il 2021 (trovate il link originale a fondo articolo).

Vale la pena di riportarla in italiano, anche perché alcune di queste invenzioni potrebbero davvero lasciare il segno nella storia. Ogni tecnologia è corredata da un link: dove possibile ho cercato di cambiarlo con un riferimento italiano, in modo da rendere più facile un approfondimento.

2012

Ultrabook (vedi link)
Marchiato Intel, è un tipo di laptop (portatili) estremamente sottile e leggero. Lo scopo della ditta è di portarlo a un’altezza di soli 20 mm e a un peso di un chilo e mezzo, senza inficiare sulla batteria che dovrebbe durare fino a 8 ore. Il tutto a un costo contenuto di un migliaio di euro. È una cosa possibile? Probabilmente sì, considerando la strada che hanno fatto i cellulari, trasformati in piccoli computer portatili (smartphone).

Laboratorio di scienza su Marte (vedi link)
Il Mars Sciece Laboratory è naturalmente un progetto della NASA, di cui si parla già da diverso tempo. Il prossimo agosto partirà un nuovo rover, chiamato Curiosity, alla volta di Marte. Lo scopo è di trovare traccia di vita aliena, anche se si tratta soltanto di microbi, e in particolare di esplorare il cratere Gale ritenuto un possibile contenitore prezioso. Sul sito linkato potrete seguire di volta in volta i progressi.

Un mezzo per permettere ai paralizzati di camminare (vedi link)
Gridare al miracolo è troppo presto e i passi da fare per un sistema perfetto sono ancora molti, ma una collaborazione multinazionale guidata dalla Duke Center for Neuroengineering sta progettando un macchinario capace di interfacciarci con il cervello e di inviare gli impulsi (che mancano) verso gli arti paralizzati. Al momento è stato testato con successo sui primati non umani e quindi la speranza che possa essere applicata sugli uomini è piuttosto alta.

2013

Fogli elettronici sugli smartphone (vedi link)
I lettori di ebook hanno già sviluppato una tecnologia chiamata EInk, capace di visualizzare il testo come se fosse realmente scritto su carta. Il risultato è davvero eccezionale, ma ha il problema di essere esclusivamente in bianco e nero (le microcapsule che si spostano sottoschermo e formano le parole sono solo o bianche o nere). La Apple, però, ha già pensato a un ibrido tra video LCD e carta elettronica da applicare sugli smartphone. Il passo successivo, con lo schermo a colori, probabilmente non tarderà a venire.

Leggi Tutto

Cos’è un numero primo

Nella matematica si definisce primo (o numero primo) un numero intero naturale che sia maggiore di 1 e che sia divisibile soltanto per se stesso e per 1. Quindi sono numeri primi 2, 3, 5, 7, ecc. Mentre non può essere un numero primo il 21, perché è divisibile per 1 e per se stesso (21), ma anche per 7 e per 3.

Il numero primo più piccolo è il 2. Non esiste, invece, un limite ai numeri primi (sono infiniti) e quindi il numero primo più grande non è calcolabile. Proprio a causa della loro infinitezza è difficile stabilire il grado della loro distribuzione (cioè se ci sono più numeri primi tra i valori “bassi” o tra i valori “alti” o una distribuzione che si ripete). Sono stati avanzati diversi teoremi, come il teorema dei numeri primi, ma hanno dato solo risultati approssimativi.

Come si verifica se un numero è primo?

Per valori relativamente bassi, basta dimostrare che i suoi precedenti numeri primi non lo dividono. Per esempio, il numero 7 è primo perché non è divisibile né per 2, né per 3, né per 5. Un metodo più complesso è il crivello di Eratostene, che mira a eliminare i vari multipli.

Leggi Tutto

Introduzione

Amate la poesia o ritenete che quei versi scritti su carta siano troppo artificiosi, poco concreti? Avete le idee ma non sapete come crearne una vostra?
Sono dettagli superabili.

L’haiku non è una poesia qualsiasi. La sua metrica è fissa ma breve, e racconta solo in superficie quello che volete esprimere. Il resto è lasciato soprattutto all’interpretazione del lettore. Chiunque può comporre un haiku, anche se per crearne una meritevole serve essere ispirati o avere un pensiero elastico. A ogni modo, una poesia pessima per qualcuno potrebbe essere un capolavoro per altri.

L’haiku ha origini molto antiche. È nato in Giappone poco dopo il 1600 ma fonda le sue origini dal tanka, un altro tipo di poesia breve che si usava già nel 400-500 d.C. L’haiku, infatti, può essere considerato una sottobranca del tanka, visto che da questo prende i primi 3 versi.

Dalla cultura giapponese ha preso la sua filosofia e il suo essere “sfuggevole”, il raccontare molto in poco spazio. In seguito, a ogni modo, si è diffuso anche nei paesi occidentali: la prima di cui si abbia notizia fu scritta dall’olandese Hendrik Doeff agli inizio del 1800.

Le regole per comporre un haiku

Come si fa a comporre unhaiku? Armatevi di immaginazione e di sentimento, poi buttate giù delle frasi brevi che cerchino di chiarirlo. Infine, se è troppo lunga, cercate di accorciarla togliendo articoli, sostituendo parole o usando termini diversi. Siate concisi e diretti.

Il risultato deve essere di 17 sillabe, suddivise in 3 versi. La regola giapponese impone un numero esatto di sillabe per verso: il primo verso di 5 sillabe, il secondo di 7 e il terzo ancora di 5. In realtà, nei paesi esteri (come da noi) la lunghezza del singolo verso non ha una vera importanza e la scelta è piuttosto elastica – purché si raggiungano le 17 sillabe totali. Questa regola viene infranta, naturalmente, in caso di traduzione da una lingua straniera, perché è difficile mantenere lo stesso numero di sillabe.

Leggi Tutto

L’amor cortese

Ogni anno, il 14 di febbraio, le coppie innamorate fuggono dagli impegni e si concedono una serata (o un intero giorno) da trascorrere da soli, dimenticando il mondo che li circonda e avvolgendosi in quell’atmosfera che ha un sapore dolce e un pizzico di malinconia.

La pratica dello scambio di doni, dei messaggi segreti e delle lettere d’amore è stata resa molto più semplice dalla tecnologia moderna, ma la sua autentica origine fonda le radici nell’amor cortese. Si tratta di una corrente nata sul finire del 1800, quando i poeti e i filosofi avevano fatto dell’amore il sentimento più nobile esistente. La donna era vista come una creatura da venerare, quasi una dea, nel suo aspetto romantico, e l’autore sapeva fin da subito che non sarebbe stato contraccambiato, perché lei era un qualcosa di irraggiungibile.

Naturalmente la Chiesa non poteva accettare un culto simile, così in contrasto con la religione.

Quindi la Festa di San Valentino non ha niente a che fare con la religione? Al contrario: è nata dalla religione e si è trasformata con il tempo. Come è successo per il Natale e per la figura di Babbo Natale, la Chiesa si è appropriata di una festa religiosa più antica e l’ha fatto propria, con le dovute modifiche. Diamo un’occhiata alla vera origine di questa ricorrenza.

Leggi Tutto

Sommario

La battaglia delle Termopili – Preparazione e cause

La battaglia delle Termopili – La battaglia

Introduzione

O viandante, annuncia agli Spartani che qui
noi giacciam per aver obbedito alle loro parole.

Simonide di Ceo, epigrafe alle Termopili

Nello scorso articolo abbiamo visto la fase di preparazione e le cause che portarono alla decisiva battaglia tra l’impero persiano e la Grecia unita. Inoltre, abbiamo visto una panoramica degli eserciti, delle armi e della cultura di entrambi i fronti.

Riassumendo, Serse ha spinto circa 300mila soldati del suo impero ad attaccare la Grecia, che ha messo in campo soltanto 7mila greci. I greci sono guidati dal re di Sparta Leonida, che ha scelto personalmente 300 suoi compagni: la strategia è di incontrare i persiani al passo delle Termopili e di costringerli a combattere in uno spazio angusto, dove il loro numero conta poco. Nel frattempo, Serse ha messo in atto un’altra strategia: aggirare le Termopili con una flotta di 800 navi via mare e attaccare i greci di Leonida alle spalle. Solo un contingente di circa 200 navi greche, guidate da Temistocle, li separa dalla meta.

Adesso ci concentriamo esclusivamente sulla battaglia: i fatti principali, le vittorie, le sconfitte e le conseguenze dei risultati. Il tutto in tre giorni di lotta serrata.

Leggi Tutto

Origini lontane

Quando nacque nel 1981, con il termine globalizzazione si intendevano tutte le relazioni che si instauravano tra i popoli e le aziende più grandi e importanti. In seguito ha assunto un termine molto più generale e complesso ed è andato a coinvolgere anche i campi culturali, politici, tecnologici e sociali.

Spiegandola con termini semplici, la globalizzazione è l’insieme delle relazioni che mettono in una comunicazione continua i vari Stati del mondo. In questo clima, un evento all’interno di uno Stato potrebbe andare a coinvolgere anche gli altri Paesi del mondo. È un termine difficile da considerare, perché molto probabilmente la sua origine è da ricercarsi addirittura nel medioevo, se non prima, perché il commercio esiste da secoli e ha apportato profondi cambiamenti all’inizio nei villaggi e in seguito in intere contrade.

Lo scambio commerciale è l’esempio più immediato. L’importazione e l’esportazione provocano una dipendenza verso i Paesi esteri. Ma la globalizzazione si sente soprattutto nella cultura dei popoli, che vanno sempre più uniformandosi. L’influsso del mondo americano, per esempio, si è fatto sentire per anni arrivando a influenzare persino le tradizioni del (non più) lontano oriente. Ancora, feste tipiche di una cultura ristretta (come Halloween) si stanno diffondendo a macchia d’olio un po’ ovunque.

Leggi Tutto

Sommario

La battaglia delle Termopili – Preparazione e cause

La battaglia delle Termopili – La battaglia

Introduzione

Dei morti alle Termopili
gloriosa la sorte, bella la fine,
la tomba un altare, invece di pianti, il ricordo, il compianto è lode.
Un tal sudario né ruggine
né il tempo mangiatutto oscurerà.

Questo sacello d’eroi valorosi come abitatrice la gloria
d’Ellade si prese. Ne fa fede anche Leonida,
il re di Sparta, che ha lasciato di virtù grande
ornamento e imperitura gloria.

Simonide di Ceo, poeta greco (550 a.C. – 467 a.C.)

Il mito ce li ha tramandati come guerrieri dalla forza innaturale, sprezzanti della loro sorte, capaci di opporsi a un esercito mille volte più numeroso: 300 uomini alla testa di qualche miglia di soldati che affrontano un impero così vasto che l’occhio non riesce ad abbracciarlo.

La letteratura e la filmologia hanno enfatizzato la verità, concedendo ai soli trecento guerrieri il merito di aver trattenuto per tre giorni interi un’avanzata di un milione di uomini. Per citarne uno, si veda il film 300 diretto da Zack Snyder, ispirato dal meraviglioso fumetto di Frank Miller – un film dagli aspetti cupi e profondi, diretto da una regia eccezionale che di proposito ha marcato gli aspetti “mitici”.

Ma la realtà, come succede spesso, è un po’ diversa dal mito. Senza nulla togliere al coraggio dei trecento guerrieri, la loro opera sarebbe morta sul nascere senza l’aiuto degli ateniesi che misero a disposizione il loro esercito. Soprattutto, la resistenza sarebbe caduta già dopo il primo giorno, se un perfetto stratega di nome Temistocle non avesse trattenuto la flotta persiana sul mare, un uomo che i film tendono a dimenticare.

Procediamo con ordine. Cosa scatenò la guerra? Chi furono gli autori di questa battaglia destinata a risuonare nei secoli? E cosa avvenne, effettivamente, durante i tre giorni intensi di scontri?

L’evento non può essere liquidato in poche righe. Per capire i fattori che lo misero in moto, è indispensabile affrontare la storia dalle sue fondamenta e conoscere i due popoli che si trovarono faccia a faccia per guerreggiare come avversari giurati. In questo articolo vedremo una panoramica del casus belli, della potenza dei due eserciti e della cultura di ambedue le parti. Nel prossimo articolo ci concentreremo esclusivamente sulla guerra vera e propria.

Pochi lo immaginano, ma se la battaglia delle Termopili fosse andata in modo diverso, forse la democrazia che oggi governa una buona parte del pianeta non esisterebbe.

Leggi Tutto

Una scadenza fasulla

Da diversi anni, e con l’avvicinarsi del momento fatidico, si è diffusa tra la gente la voce di una profezia pronunciata niente di meno che dall’antico popolo dei Maya, vissuto nell’area del mesoamerica a partire dal 1500 a.C. circa. La profezia si rifà a un mito piuttosto interessante, che andremo a vedere nei dettagli in questo articolo, e parla di un (presunto) evento catastrofico che dovrebbe coinvolgere il mondo intero nella data esatta del 21 dicembre 2012.

Niente di più sbagliato. Al di là del fatto che è estremamente improbabile che una catastrofe di proporzioni mondiali si verifichi (come potete leggere in questo articolo), anche il significato del calendario Maya è stato frainteso. Tra poco vedremo il perché.

Non manca poi molto alla data ed è probabile che, a partire da questo gennaio, la gente abbia cominciato a informarsi sul motivo di tanto interesse a riguardo di un semplice mito. Dopotutto, esistono delle intere comunità che si stanno adoperando per creare dei rifugi anti-apocalisse.

A dire la verità, i movimenti “pro-maya” sono attivi già da tempo e si rifanno spesso alle vecchie teorie sulla fine del mondo. Naturalmente non c’è la stessa paranoia che colpiva il popolano del medioevo: quando appariva una cometa in cielo o, peggio, quando la fine del millennio era alle porte, nascevano vere e proprie fobie e psicosi, che arrivavano a volte a gesti estremi. La differenza con il medioevo? L’uomo moderno è più pratico e meno propenso a credere alle favole. Forse.

Vediamo di capire da dove deriva questa credenza della “fine del mondo”. Prima di tutto, diamo un’occhiata al mito dei Maya che ci interessa da vicino e che parla di “Ere distrutte” da catastrofi naturali. In secondo luogo, è indispensabile conoscere come i Maya calcolavano il loro calendario. In base a questo, ci sarà facile collegare l’idea dei “Soli distrutti” e della nascita del “nuovo Sole” (nella pratica, l’inizio di una nuova Era).

Leggi Tutto