Tsunami da record
È il 9 luglio 1958, precisamente alle ore 22:15:58, e un violento terremoto di magnitudo 7,8 della scala Richter scuote l’Alaska.
Le conseguenze dell’evento sono terrificanti. Nei pressi della Lituya Bay si crea una frana di 30 milioni di metri cubi di roccia, che cade per diverse centinaia di metri e finisce nell’insenatura, in mezzo all’acqua. Il fragore dell’impatto viene sentito fino a una distanza di 80 km. Immediatamente inizia ad alzarsi un’ondata di acqua gigantesca (un megatsunami), che si addentra sulla costa opposta e risale per un’altezza di 525 metri rispetto al livello della baia, distruggendo la vegetazione che incontra lungo la strada.
I testimoni che hanno assistito al fatto – da lontano – hanno offerto dati preziosi ai ricercatori per studiare il fenomeno. Sembra che la cresta dell’onda più alta abbia raggiunto i 30 metri di altezza. Il terremoto che generò l’onda anomala fu il più potente avvenuto nell’arco di 50 anni nella regione, superato soltanto da un sisma verificatosi a Cape Yakataga il 4 settembre 1899 con un magnitudo di 8,2.
Per quanto riguarda lo tsunami, invece, si trattò della massa d’acqua più imponente mai registrata nella storia e fortunatamente causò soltanto due vittime. L’onda anomala si smorzò non appena raggiunse il mare, ma in seguito alla catastrofe il lago subglaciale situato a nord-ovest si inabissò di 30 metri.