In breve
Tra il 1764 e il 1767 il sud della Francia si trovò in balia di un grosso animale che uccise 116 persone e ne ferì moltre altre, in gran parte bambini.
Luigi XV inviò dei cacciatori esperti e una squadra di dragoni, le truppe scelte di fanteria, che il 21 settembre 1765 catturarono un lupo di enormi dimensioni.
A dicembre però gli attacchi ripresero, portando ad altre 40 vittime. Cessarono soltanto il 18 giugno 1767, quando fu ucciso un altro esemplare di lupo colossale che aveva una mascella eccezionalmente grande.
Approfondimento
Le ipotesi sulla natura della bestia
Gli attacchi della bestia del Gévaudan sono ampiamente documentati in un’area di circa 90 km, attorno alle terre del Gévaudan (oggi Lozère), per cui non ci sono dubbi sull’esistenza dell’animale. Il mistero rimane, invece, sulla natura della belva che secondo le testimonianze era «per metà lupo e per metà tigre».
Il secondo animale ucciso nel 1767 aveva dimensioni enormi e una mascella sproporzionata. Le ipotesi iniziali affermavano che potesse trattarsi di un incrocio tra un lupo e un cane molossoide, ma oggi gli esperti immaginano che potesse essere un lupo affetto da acromegalia: è una malattia che, a causa di scompensi nell’ormone della crescita, porta a uno sviluppo abnorme del corpo.
In realtà, non abbiamo prove concrete per stabilire la natura della bestia di Gévaudan: potrebbe essersi trattato anche di un gruppo numeroso di lupi affamati.
Psicosi tra la gente
Comunque sia, tra la popolazione si insinuò il panico, soprattutto a causa delle enormi impronte lasciate dall’animale e dal residuo di superstizione che ancora aleggiava nella mente delle persone (ricordiamo che i processi per stregoneria non erano ancora stati eliminati del tutto in Europa). Le vittime venivano trovate sgozzate e divorate, ed era forte l’idea che dietro a tutto potesse esserci un fantomatico mostro.
Le leggende, quindi, si espansero e contribuirono ad aumentare il terrore, spingendo il re francese a inviare le sue truppe scelte. Per evitare l’espandersi della paura, Luigi XV vietò a un certo punto il conteggio delle vittime con un editto: ecco perché si pensa che siano state molte di più rispetto alle 136 totali che furono segnalate ufficialmente.