Immagini che escono dalla storia di un libro

Le sviste nelle trame possono far storcere il naso ai lettori e impoverire il vostro racconto. Meglio crearsi una scaletta utile a tenere traccia dei cambiamenti [@01]

In un racconto la trama non è tutto. È bene tenerlo presente, perché spesso si tende a concentrarsi soltanto sull’ambientazione e sugli eventi tralasciando altre questioni molto importanti, come può essere la buona definizione dei personaggi. Un racconto ben costruito vale poco se i personaggi sono piatti, senza carattere e senza realismo.

Detto questo, la trama è senz’altro il punto centrale dell’opera e va organizzata. C’è chi preferisce improvvisare sul momento, ma questo approccio può andare bene per le “sotto-trame”; la linea generale della trama, al contrario, dovrebbe sempre essere preparata in ogni sua parte.

L’utilità di avere una struttura preparata prima di iniziare a scrivere si può riassumere in due punti:
– si mantiene la coerenza generale, cioè non si rischia di creare un filone assurdo e con pezzi scollegati tra loro;
si riduce il più possibile il blocco dello scrittore, visto che sapete già dove volete «andare a parare».

Quelli che seguono sono dei consigli generali e vanno adattati in base al tipo di racconto. Infatti è impossibile prevedere tutte le casistiche, anche perché il mondo della scrittura è in evoluzione e gli stili cambiano con il passare degli anni.

Sommario

Linea temporale degli eventi
Coerenza tra eventi e la questione dei viaggi
Salti tra passato e futuro
Trame senza tempo

Evoluzione dell’ambiente: oggetti e personaggi
Realismo nei fatti
Carattere e aspetto dei personaggi
Equipaggiamento dei personaggi

Linea temporale degli eventi

La buona cronologia a mio avviso è uno dei fattori principali che danno vita a una buona o a una cattiva trama. Se togliamo alcune branche del fantasy (come le fiabe) e della mitologia, non esiste un romanzo senza una linea temporale che si possa seguire passo per passo una volta riordinata.

Il consiglio è di crearvi un riassunto della storia a punti, elencando i fatti secondo l’ordine cronologico, anche se poi nel racconto decidete di muovervi a salto: in questo modo non rischiate errori grossolani, soprattutto se avete una trama complicata.

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Social Network - Interazione digitale

Capire la psicologia dei potenziali lettori ci aiuta a usare un linguaggio adatto e ad attirare la curiosità, fino a spingerli ad acquistare il nostro libro [@01]

Internet è una fonte con un potenziale illimitato per catturare i lettori e spingerli a interessarsi del vostro libro. A differenza della promozione “reale” (offline), avete la possibilità di raggiungerli ovunque e in qualsiasi momento, oltre che a scegliere il vostro obiettivo con più facilità.

Proprio perché l’offerta di strumenti sul web è enorme, è necessario selezionare. Prima di darvi da fare dovete pianificare, altrimenti correte il rischio di consumare le energie e il denaro per proporvi alla gente sbagliata e nel modo sbagliato.
In questo articolo non ci concentriamo sulle piattaforme e sui social, ma sul modo con cui dovete attirare i lettori, qualunque sia il mezzo che usate.

Sommario

Capire a chi rivolgersi
Quale linguaggio usare
Libri per giovani e per adulti
Cosa fare con un pubblico più maturo
Quali argomenti per attirare il lettore
1. Attirare la curiosità
2. Pubblicità? No, grazie
3. Usare un linguaggio diretto

Prima di tutto, capire a chi rivolgersi

Ogni saggio, guida o racconto ha un proprio gruppo di potenziali lettori. Capire a chi possa essere destinato non è sempre così immediato, soprattutto se il vostro libro esce dai soliti schemi, perché in questo caso non potete contare nemmeno sui dati statistici.

La prima cosa da fare, quindi, è immedesimarvi nelle varie tipologie di lettori e capire a chi puntare. La scelta è importante per stabilire se usare un linguaggio più elementare o più adulto, se usare o evitare termini tecnici e se mantenere il dialogo su toni un po’ più formali (come vedremo tra poco, anche per i saggi più tecnici è buona cosa essere “colloquiali”).

In particolare ponetevi queste domande:
– che età potrebbe avere il mio lettore medio?
– in quale luogo geografico può trovarsi?
– che tipo di psicologia potrebbe attrarre un lettore a comprare il mio libro?

Quale linguaggio usare in base al lettore

Se scrivete libri scolastici o un fantasy per ragazzi è chiaro che il vostro approccio dovrà essere del tutto diverso dal proporre una guida di viaggio o un romanzo dai temi forti. Persino tra bambini e adolescenti la psicologia cambia completamente.

Ricordiamoci comunque che stiamo proponendo un libro online: se state pubblicizzando un’opera destinata ai piccoli, non troverete i bambini a commentare i vostri post; al contrario dovrete conquistare i genitori che saranno interessati a comprare un regalo per il figlio. Il vostro obiettivo, quindi, non sarà il bambino, ma il genitore.

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Stretta di mano

Gli editori che pubblicheranno il nostro libro vanno selezionati con criterio per evitare di essere disillusi o, peggio, di cadere vittima di truffe [@01]

La tecnologia moderna ha alzato in modo esponenziale la concorrenza tra gli scrittori, al punto da rendere “saturo” il mercato in certi settori narrativi. Nelle opere di saggistica succede più di rado, ma può capitare.

Il vantaggio di avere almeno un computer per casa è che tutti si possono improvvisare scrittori e dare sfogo alla propria vena artistica. Il rovescio della medaglia è che gli editori si possono trovare con una coda lunghissima di opere da vagliare, molte delle quali di scarso valore e che fanno perdere loro del tempo a sfavore dei libri più meritevoli.

Ecco perché se arriva una proposta, soprattutto se è il vostro primo libro, la tentazione di accettare è molto alta. In realtà ci sono delle questioni importanti da valutare prima di accettare: anzi, si deve fare un’analisi per selezionare gli editori da contattare prima ancora di inviare loro una proposta. Vediamo alcuni consigli in proposito.

Sommario

Grande editore o piccolo editore
Selezionare gli editori utili
Createvi una lista di case editrici
Ricerche e controlli sull’editore
Le recensioni degli scrittori
Controllo sulla distribuzione

Grande editore o piccolo editore?

È chiaro che il primo pensiero va alle grandi case editrici che hanno una vasta distribuzione e un’ampia esperienza sul campo, come la Mondadori o la Fanucci — solo per citarne un paio.

Se siete agli esordi può capitare di ottenere un contratto con un queste aziende leader, ma è piuttosto improbabile. Il primo motivo è la concorrenza di cui abbiamo parlato sopra, visto che queste case editrici sono le prime a essere “prese d’assalto”; il secondo motivo è che possono permettersi di investire su scrittori già famosi per coprire le spese e potrebbero quindi concedere meno spazio agli esordienti.

In ogni caso, se siete esordienti, non è detto che le grandi case editrici vi diano la giusta visibilità solo perché hanno deciso di firmare un contratto con voi e quindi non è detto che il vostro risultato economico sia garantito come invece è incline a pensare l’opinione comune.
Al contrario, spesso il piccolo-medio editore si dà più da fare per promuovervi, visto che deve selezionare più attentamente i suoi scrittori.

Il consiglio quindi è di non fermarsi alle case editrici più famose e di rivolgersi anche (e soprattutto) ai piccoli editori. Questo, naturalmente, se non avete già un nome famoso da sfruttare.

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Quanto costa autopubblicare il proprio libro?

Scritto il 23 Febbraio 2018

Tavolo vintage - Occhiali - Macchina da scrivere - Penna e caffè

Il self publishing (autopubblicazione) di un libro non è gratuito. A seconda delle proprie competenze, ci sono costi da sostenere e molto tempo da occupare [@01]

Chi sceglie di propria iniziativa il self publishing, senza tentare l’invio a una casa editrice, lo fa in genere per due motivi principali: la libertà d’azione e il guadagno più elevato per ogni singola copia venduta. C’è però un pericoloso luogo comune che si affaccia soprattutto davanti allo scrittore esordiente, e cioè che l’autopubblicazione sia gratuita, che non comporti nessuna spesa. È davvero così?

Vediamo in linea di massima un elenco degli elementi che potrebbero costituire un costo per voi. L’articolo è un po’ lungo, ma dopotutto anche le voci da considerare sono numerose.

Sommario

Conviene fare tutto da soli?
Un compromesso
La revisione (editing)
I costi dell’editing
La pubblicazione
La copertina
Costi per creare un file e-book
Costi per l’ISBN
Distribuzione e promozione
Marketing
Vendere di persona le copie cartacee

Conviene fare tutto da soli?

Innanzitutto apriamo una parentesi. Agli estremi avete due strade possibili da seguire:

1. Vi occupate voi di ogni parte della pubblicazione — dal formato del libro all’editing e al marketing: i costi saranno di sicuro bassi, ma in questo caso il rischio è di presentare un’opera di qualità medio-bassa, con errori inconsapevoli (perché se fate tutto da soli gli errori ci saranno: non fatevi illusioni su questo).

2. Voi vi occupate della scrittura, mentre affidate tutto il resto a persone esterne: editing, pubblicazione e promozione. Assomiglia molto ad affidare lo scritto a una casa editrice, ma si ha il vantaggio di un guadagno massimo sul prezzo di copertina e di una gestione completa. Il libro sarà di qualità, però i costi saranno elevati.

In entrambe le scelte dovete conteggiare un ulteriore parametro di cui a priori si tiene poco conto: il tempo che impiegate. È difficile da monetizzare, però è chiaro che nel primo caso dovete occupare molto più tempo per presentare un’opera discreta e ancora di più (molto di più) per poterla promuovere, visto quanto è alta la concorrenza.

Non fate l’errore di sottovalutare il fattore tempo: se affidandovi a professionisti esterni impiegate, per esempio, 6 mesi in tutto tra scrittura, editing e promozione, facendo tutto da soli potreste impiegare addirittura il doppio del tempo (e con risultati inferiori). I mesi risparmiati sono preziosi, perché vi permettono di concentrarvi sulla scrittura di un nuovo libro o su altre questioni.

La scelta migliore? Un compromesso

Un buon compromesso è fare da soli una parte del lavoro e affidare altri compiti ad esterni. Ad esempio potreste occuparvi voi della promozione e affidare l’editing a un professionista. I costi saranno contenuti e avrete un libro di qualità.
La scelta è personale e dipende da vari fattori: il denaro che potete spendere, il ritorno che prevedete di incassare e la vostra capacità nel gestire i vari passaggi del processo. In pratica dovete disegnare (virtualmente) le vostre “curve” di tempo e di spesa, e incrociarle con la curva del guadagno.

Quantificare le spese esatte è impossibile, perché dipendono dal numero di professionisti che contattate e al compenso che richiedono — senza contare, come dicevo, quei costi virtuali che derivano dal tempo occupato e non investito in altri progetti.

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Computer, fogli e matita

Convincere l’editore a pubblicare il vostro libro non è solo una questione di talento, ma anche di marketing. La presentazione va curata fino in fondo [@01]

Supponiamo di aver completato il libro in ogni sua parte e che abbiate intenzione di proporlo alle case editrici, affinché si occupino della produzione e della pubblicazione.

Vista la grande mole di materiale che arriva in una casa editrice, convincere l’editore a pubblicare non è facile. In questo fragente non conta soltanto il talento nella scirttura, ma anche come ci si propone e la capacità di attirare l’attenzione. In pratica, è un’opera soprattutto di marketing — fermo restando che la vostra opera deve essere di qualità per essere pubblicata da case editrici “serie”.

Vediamo alcuni consigli da seguire per gestire al meglio questa fase del percorso.

Sommario

Selezione della casa editrice
Impostare il testo del libro
Come scrivere la presentazione
— La lettera di accompagnamento
— Biografia

Selezionate con intelligenza

Innanzitutto, fate una ricerca delle case editrici che possono essere interessate al vostro argomento. È inutile e dannoso spedire il libro a un’azienda che non tratta il vostro tipo di prodotto: sarebbe come cercare di vendere una statuina in legno a un negozio di vestiti. Nella migliore delle ipotesi perdete soltanto tempo.

Quindi prima informatevi: navigate il sito internet delle case editrici, esplorate le loro collane, controllate i titoli dei libri che vende. Fatevi una lista delle case editrici che sono in linea con la vostra opera.

Tra le altre cose, controllate se la casa editrice ha specificato le regole per spedire un manoscritto.

Curate il libro

Cercate di rendere presentabile il contenuto del vostro libro.
Ci si aspetta naturalmente che sia esente il più possibile da errori e che abbiate fatto almeno una revisione approfondita. L’editore non si aspetta di certo un’opera perfetta, perché non vi state autopubblicando e le case editrici hanno anche il compito di revisionare in profondità prima di rilasciare l’opera sul mercato, ma dovete dimostrare di aver lavorato per evitare il più possibile gli errori. È anche indice di rispetto nei confronti dell’editor.

[Per dettagli, vedi l’articolo su come revisionare il libro una volta che lo avete scritto].

In ogni caso, conta molto anche l’impatto visivo. Usate caratteri comuni, leggibili e senza ghirigori o cornicette. Ricordatevi di inserire i numeri di pagina ed evitate ringraziamenti lunghi e dediche troppo sentimentali, che vi faranno apparire piuttosto infantili.

Non mettete il vostro nome su tutte le pagine: dà l’idea che siate paranoici e che non vogliate che qualcuno vi rubi lo scritto.

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Casa editrice alla Christian Science Plaza

Se un editore vi chiede un contributo per pubblicare, la cosa migliore è rifiutare. In genere si traduce in una spesa senza assistenza e senza distribuzione [@01]

Se avete inviato la vostra opera alle case editrici per chiedere di valutarla e di pubblicarla, di sicuro vi sarà capitato di ricevere delle risposte positive ed entusiaste di editori che accettavano in cambio «di un contributo iniziale da parte vostra» o «dell’acquisto di un numero iniziale di copie».

Capita spesso che gli autori che non ricevono delle risposte da parte della principali case editrici finiscano per considerare l’idea di accettare una proposta simile. Il pensiero è che, piuttosto di non essere pubblicati, si può fare quella spesa iniziale (in genere nell’ordine di 1000-2000 €) e rischiare.

Al contrario, chiunque abbia un po’ di esperienza nel settore vi consiglierebbe di tenervi lontani da proposte simili. Vediamo i motivi.
Se alla fine dell’articolo siete ancora scettici e volete avere dei dati statistici, date un’occhiate all’ottima indagine di Morgan Palmas (trovate il link tra le fonti).

Sommario

L’autore ha lavorato e va pagato
Come si comporta la casa editrice a pagamento
Valutazione e revisione
Distribuzione
L’autore deve vendere le opere che compra
I rischi complessivi
Tiriamo le somme

Il libro è il frutto del vostro lavoro: chi lavora, viene pagato

Per creare il libro avete impiegato tempo e risorse. Soltanto scrivere fisicamente l’opera vi ha occupato qualche mese, senza contare gli eventuali studi di ricerca alle spalle, la realizzazione di uno “scheletro” da seguire come traccia (per esempio, lo schema cronologico del racconto) e le ore spese per rileggere e revisionare lo scritto una volta completato.

In breve, avete lavorato per mesi e avete creato un prodotto. Se dopo una valutazione l’editore ritiene valida la vostra opera e decide di pubblicarla, diventa un vostro “partner”, un socio di vendita se vogliamo. L’editore sfrutta la vostra proprietà intellettuale e, in cambio, vi offre dei servizi per appoggiarla. Parliamo di una vera e propria collaborazione.

Se invece di un libro aveste creato, per esempio, un mobile d’arte, il vostro socio non si sarebbe mai sognato di farvi pagare per distribuirlo. Il motivo è semplice: anche l’editore guadagna dalla vendita del vostro libro. Che senso ha pagare per un lavoro che avete fatto e sul quale, chi vi ha fatto pagare, guadagnerà ulteriormente?

La vostra opera non viene valutata e distribuita

C’è un aspetto importante da considerare. Quasi sempre l’editore che vi pubblica dietro il pagamento di un contributo lo fa senza nemmeno aprire la vostra opera. Le eccezioni ci sono, ma la prassi è spesso questa: l’editore riceve l’email con l’opera in allegato, non la apre e inoltra invece all’autore un’email standard di proposta.

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Alice Cordelia Morse - Copertina libro

La descrizione di copertina del libro deve catturare l’attenzione del lettore, quindi servono frasi brevi e parole capaci di suscitare emozioni [@01]

Se avete completato il vostro libro — che sia un racconto, una guida o un saggio — è probabile che vi troviate di fronte a una delle fasi più difficili: concepire una descrizione appropriata che rappresenti il contenuto.
La descrizione andrà innanzitutto a comporre il dorso della copertina (per la precisione, la «quarta di copertina»), ma sarà utile anche e soprattutto per promuovervi in rete: nella pagina del vostro sito di presentazione, nei forum, nei social, nelle piattaforme di self-publishing.

Non stiamo parlando della sinossi del libro, bensì di una facciata che attragga subito l’attenzione del pubblico e susciti il suo interesse. Già questo dovrebbe farvi capire che descrizione e sinossi sono due concetti ben diversi: il primo è per il “marketing”, il secondo per un approccio più professionale (per esempio se dovete presentare l’opera a una casa editrice).

Vediamo quindi come deve essere strutturata la descrizione del vostro libro e quali errori evitare.

Sommario

Troppi dettagli allontanano i lettori
Usa il punto di vista del lettore
Essere diretti e suscitare emozioni

Troppi dettagli allontanano i lettori

La tendenza di chi ha appena finito un libro è di mostrare al pubblico le sue parti migliori, mettendo in risalto gli argomenti più interessanti e le parti più attraenti. Dopotutto, l’autore ha speso mesi per prepararlo e persino riassumere al minimo richiede un bel po’ di parole.

Come dicevo, però, la descrizione non è solo un riassunto. Il rischio di un atteggiamento simile è di caricare il lettore di troppa carne al fuoco: nel mondo di oggi pochi si soffermano per più di qualche secondo su un testo e molti si scoraggiano non appena vedono un paragrafo fatto di troppe righe.

Quello che dovete fare è concentrarvi soltanto sul filone principale e ridurlo all’osso, aggiungendo però il fattore «emozionale». Cercate di restare sotto le 200 parole (ancora meglio, sotto le 150). Se nonostante gli sforzi continuate a creare una descrizione lunga, un buon modo per accorciarla è di partire da zero: riassumete il libro in una o due frasi, e solo in seguito aggiungete “il contorno”.

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Occhiali sopra a libro aperto

Revisionare un libro è la parte meno divertente del lavoro, ma necessaria: nessun lettore vuole tra le mani un’opera approssimativa [@01]

Avete finito la prima stesura del libro? Allora per voi inizia la parte più complicata e meno divertente: la revisione.

Mentre durante la scrittura del libro si poteva “lasciar correre” su certi dettagli e certe correzioni (anzi, è consigliato non soffermarsi troppo a lungo), la revisione vi obbliga a fare i conti con la professionalità e la rigidità. Ricordiamo che la vostra opera deve essere venduta, per cui il risultato non si deve limitare ai vostri gusti: sono i lettori a doverla apprezzare.

Sia che dobbiate autopubblicare il libro oppure prepararlo per spedirlo a un editore, è il caso di fare una revisione approfondita.

Sommario

Per revisionare serve tempo

I 5 passi della revisione:

  1. Controllo grammaticale
  2. Rileggere, tagliare e sistemare
  3. Far leggere il libro ad altri
  4. Sistemazione e un’altra lettura personale
  5. Ultimo controllo grammaticale

Per revisionare serve tempo

La prima cosa da fare è di mettersi nell’ordine delle idee che servirà del tempo per concludere la revisione e che probabilmente alla fine resteranno ancora degli errori, che dovrete sistemare da qua a qualche mese, magari su segnalazione di qualche lettore.
È normale e non c’è da farne un dramma: nessuna opera nasce perfetta.

Appoggiandovi a un agente letterario sarete sollevati da gran parte del lavoro (dietro il dovuto compenso), ma non sarete esonerati del tutto: dovrete comunque collaborare con il correttore, dare la vostra opinione, accettare o rifiutare i tagli. Inoltre il mio consiglio è di eseguire almeno un controllo grammaticale prima di passarlo all’agenzia: gli darete la possibilità di concentrarsi più sul contenuto che sui vostri errori di italiano.

Quando invece vi autopubblicate, la questione si fa ancora più complicata: serve tempo, pazienza, spirito critico. Come in qualsiasi prodotto che deve essere messo sul mercato.
Vediamo in ordine quali sono le azioni che dovete considerare.

I 5 passi della revisione: controlli, letture, tagli e sistemazioni

Interagendo con altri scrittori che hanno deciso di autopubblicarsi ho incontrato diversi approcci di revisione. A mio parere, questi sono i 5 punti minimi da considerare per ottenere una discreta revisione del libro.

1. Controllo grammaticale

Partite sempre dal controllo grammaticale. I programmi di scrittura più comuni lo integrano sempre e vi toglieranno una buona parte del lavoro futuro.

Si presume che, come scrittori, abbiate una certa conoscenza delle regole grammaticali: in caso contrario meglio ripassarle (anche se avreste dovuto farlo prima di gettarvi nella scrittura…). È chiaro che persino agli esperti ogni tanto sorge qualche dubbio, visto che la grammatica è piena di eccezioni, per cui il web può dare un ottimo aiuto.

Per il ripasso di alcune regole potete fare riferimento alla sezione “Grammatica: regole ed errori“.

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EBook Reader e caffe

La lista dei siti che mettono a disposizione degli eBook gratuiti da leggere o da scaricare si moltiplicano a vista d’occhio. Gran parte sono in lingua inglese, ma se ne trovano anche nella lingua nostrana [@01]

I libri digitali non riusciranno mai a sostituire l’odore e la sensazione della carta tra le mani, ma dalla loro parte hanno altri vantaggi innegabili. Gli eBook Reader si stanno moltiplicando a vista d’occhio, diventando sempre più sofisticati e (almeno alla vista) simile ai libri cartacei.

Di seguito trovate un elenco dei siti in ordine alfabetico che propongono eBook gratuiti da scaricare o da leggere online. Se cercate dei racconti, per gran parte si trattano di classici (visto che sono liberi da copyright); ma se siete a caccia di testi divulgativi trovate un po’ di tutto, dagli articoli alle guide utili e ad interi testi libri messi a disposizione da esperti “moderni”.

Da notare che potrebbero anche mettere a disposizione degli eBook a pagamento insieme a quelli gratuiti. Inoltre alcuni link potrebbero portare a siti esterni, da cui potrete scaricare o leggere i libri elettronici. Dalla lista sono stati presi in considerazione soltanto i siti che offrono una discreta varietà di eBook gratuiti, mentre sono stati tralasciati quelli che si occupano soprattutto di vendita di libri.

Sotto a ogni voce trovate una breve descrizione e la data in sui è stata inserita o aggiornata.
La sezione “Libri in lingua italiana” comprende tutti i siti che mettono a disposizione libri anche nella nostra lingua, oltre a quelli stranieri, mentre nella sezione “Libri in lingua straniera” troverete eBook di qualsiasi lingua a esclusione dell’italiano.

L’articolo sarà aggiornato di continuo. Se avete qualche altro sito da segnalare, scrivetelo pure nei commenti e provvederò ad aggiungerlo.

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Elenco dei libri con titoli

La scelta del titolo è personale, ma deve seguire alcune regole: meglio breve, senza spoiler di trama e che sia capace di ispirare curiosità [@01]

Decidere quale sarà il titolo del nostro saggio o racconto è la parte più complicata del lavoro.
I più fortunati partono con il titolo già in testa ancora prima di iniziare a scrivere oppure lo recuperano subito non appena finiscono l’opera. I meno fortunati (la maggior parte degli scrittori) lottano con se stessi durante l’intera stesura del libro per trovare un titolo adatto, rimodellandolo o facendosi una lista delle voci possibili.

Il metodo è soggettivo, dipende molto dall’organizzazione mentale e dalla psicologia rigida o malleabile dello scrittore, ma in ogni caso ci sono alcuni elementi da considerare per evitare degli errori da principiante. Teniamo conto che stiamo scrivendo un’opera che sarà venduta: il titolo non deve essere per noi stessi, ma per il pubblico che andrà a cercarlo in mezzo a migliaia di altri libri simili ai nostri.

In linea con il contenuto e senza spoiler

Regola d’oro: il titolo deve riflettere il contenuto del libro o almeno parte di esso. Può sembrare inutile rimarcarlo, eppure si leggono spesso delle intestazioni che non hanno niente a che vedere con il testo e che vengono scelte soltanto per attirare l’attenzione del lettore.

Il titolo non deve per forza essere generico e “includere” l’intera trama o saggio letterario: può riferirsi a una parte precisa, a un elemento importante o a una metafora che rappresenti il contenuto.

Se stiamo scrivendo un racconto, facciamo bene attenzione affinché il titolo non vada a rovinare la trama. J. R. R. Tolkien non ha intitolato la sua saga La caduta di Mordor, che avviene a fine storia, ha preferito un più generico Il signore degli anelli, che rende un’idea chiara del contenuto e non va comunque a rovinare la trama.
Ci possono essere delle eccezioni volute dall’autore, ma di solito gli spoiler (rivelazioni anticipate della trama) non sono ben visti.

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