
I personaggi femminili più convincenti sono realistici. Difetti fisici che ne limitano la perfezione, errori umani e capacità non complete li portano a evolvere senza far storcere il naso alle lettrici [1]
L’esame è preso in chiave ironica, ma i punti mettono in risalto (e criticano) gli stereotipi che spesso accompagnano una donna o una ragazza, che sia protagonista o antagonista, e indipendentemente se l’autore sia di sesso maschile o femminile.
Rendersi conto di come un personaggio donna non dovrebbe essere scritto aiuta, di conseguenza, a capire come dovrebbe essere scritto.
A partire da quell’articolo, con una ricerca più ampia si possono delineare alcuni punti fondamentali da seguire ed errori da evitare.
I consigli che seguono sono adatti per diversi tipi di narrazione – e in alcuni casi si adattano anche al personaggio maschile. Non fanno testo particolari generi come il fiabesco o l’erotico.
I consigli e gli errori da evitare nell’interpretare un personaggio femminile
1. Il primo aspetto da sottolineare è che il personaggio è spesso estremizzato nell’aspetto e nel carattere – più spesso di quanto non accada se fosse di sesso maschile. Se la donna è di buon carattere in genere sarà molto bella e graziosa, mentre se ha un carattere più acceso e focoso sarà inevitabilmente sexy. Molto spesso è una figura minuta e bisognosa di protezione, oppure all’apposto una donna con un carattere determinato e indipendente, capace di arrangiarsi da sola in ogni situazione. Inutile dire che le vie di mezzo sono preferibili.
2. Il fatto che stiamo parlando di una donna non significa che tutti i suoi tratti fisici debbano essere “femminili” nel vero senso della parola. Si tende spesso a rendere l’aspetto di una donna “perfetto”, ma le proporzioni perfette sono un segno di costruzione artificiale, poco naturale. Sono i difetti a dare più realismo.