E’ innegabile: in un’azienda di creazione di siti web dove le mansioni sono specializzate, le figure del Webdeveloper e del Webdesigner finiscono per confrontarsi in gran parte dei lavori. Che si tratti di uno scontro o di un vero e proprio confronto dipende, sicuramente, dall’impostazione della struttura aziendale e del metodo di lavoro, ma anche dall’apertura mentale dei dipendenti.
Perché succede? Le finalità di entrambi sono le stesse: creare un sito web che il pubblico può gradire. L’unica (sostanziale) differenza è il modo con cui si vuole perseguire questo obiettivo. Proprio per la natura delle due figure, le modalità risultano essere quasi opposte. Ecco, quindi, che si deve assolutamente trovare un compromesso.
Facciamo un po’ di ordine nei termini: vi sarà chiaro dove sta l’elemento “destabilizzante” e perché sia necessario trovare un compromesso. In fondo all’articolo cercheremo poi di capire come trovare questo punto di incontro.
L’argomento è lungo e non è possibile condensarlo, a meno di togliere elementi portanti. A ogni modo, immagino che questo articolo sarà letto dalle persone prese in causa più che dagli utenti di passaggio, e cioè da webdeveloper e webdesigner. Se siete convinti di conoscere alla perfezione entrambe le figure, potete leggere subito il fondo dell’articolo, dove si parla dei modi migliori per interagire e trovare un compromesso.
Lasciate pure commenti e critiche: l’articolo rispetta il mondo del web così come ho avuto esperienza di monitorare di persona e non è necessariamente una verità assoluta.
Da notare che ho lasciato volutamente da parte l’area del web marketing: non perché inutile (tutt’altro) o perché si deve poco interfacciare con gli altri dipendenti, ma perché si tratta di figure leggermente distaccate e meno coinvolte nello sviluppo centrale. Su di loro andrebbe scritto un articolo a parte.
WEBDESIGNER
Figura e competenze generali
Il webdesigner (o web designer) è la figura professionale che si occupa di stabilire la struttura del sito, sia nella sua parte tecnica che nella sua parte grafica. E’ la base dello sviluppo: dal suo lavoro dipende la buona riuscita del progetto nella totalità.
Il webdesigner deve essere in continuo aggiornamento, sia con le nuove tendenze grafiche e con gli strumenti grafici più recenti, sia con l’evoluzione del web: il fatto che un sito debba essere compatibile con una vecchia versione del browser o che debba “ignorare” il decadente uso del flash andrà a colpire la grafica e, di conseguenza, la programmazione del webdeveloper.
Il suo ruolo deve entrare in comunicazione anche con i SEO e i SEM, altre figure indispensabili nell’azienda che si occupano di promuovere e indicizzare sui motori di ricerca il sito costruito.
Il webdesigner è quindi l’elemento “iniziale”, che dà il via allo sviluppo e che deve “conquistare” la fiducia delle altre figure aziendali. Se manca la fiducia, perché il lavoro è malfatto, si mina l’efficienza dell’intero progetto. Se, al contrario, la preparazione è ben fatta, le altre figure professionali si troveranno la strada spianata e portanno occuparsi delle loro mansioni, senza preoccuparsi di correggere errori o di apportare rattoppi.
Punti di forza
Il webdesigner è fondamentale perché un sito mantenga un aspetto innovativo e piacevole anche nel tempo. Sembra una questione da poco, ma grafiche che un tempo andavano di moda adesso danno l’idea di essere trascurate, lasciate a marcire per scarsità di visite.
Il primo impatto può richiamare l’attenzione di altri possibili acquirenti che si trovano a passare per caso nel sito; oppure può ancorare l’interesse degli utenti che lo stanno navigando, promettendo un loro ritorno.
Tutto questo si può tradurre in nuovi acquisti per l’azienda.
Il punto di forza del webdesigner è senz’altro la creatività, il saper “vagare” nella mente dell’utente in cerca della sua soddisfazione visiva e interattiva.
Il pensiero positivo di un webdesigner si può tradurre in questi termini:
– «Un sito deve essere piacevole da vedere, perché altrimenti il cliente tenderà ad abbandonarlo»
– «Un sito innovativo mostra il carattere forte di un’azienda»
– «Più la grafica è curata e accattivante, attraente, più l’utente si sentirà invogliato a tornare e a proporlo ad altre aziende»
Punti di debolezza
In realtà, a volte la progettazione tecnica iniziale viene lasciata ad altri, mentre il webdesigner si occupa esclusivamente del layout grafico: questo succede quando il webdesigner ha poche o quasi nessuna nozione di programmazione, cioè di come il programmatore (webdeveloper) dovrà poi realizzare concretamente il progetto. In questo caso la figura non rientra più tra il “webdesigner” ma nel ruolo meno complesso di “grafico”.
Questo è il motivo per cui il webdesigner, oltre al suo bagaglio “grafico”, dovrebbe conoscere almeno le basi dell’html e dei css, i due strumenti indispensabili per creare il layout grafico che si presenta in psd, in png o in altri formati che dipendono dal programma di grafica utilizzato.
Non solo: l’assenza di queste conoscenze porta anche una debolezza nel webmarketing, cioè nella promozione del sito. Se la struttura è fatta male, se i percorsi e i link non sono intuibili, se l’utente fatica a trovare quello che cerca o non capisce di cosa parla il sito, significa che la progettazione iniziale è fatta male.
Questo si tradurrà in minori entrate, più abbandoni e più surplus di lavoro da parte di SEO e SEM.
In mancanza di queste nozioni di base (che in un’azienda di siti web non dovrebbero mancare in nessuno delle figure sviluppatrici) andiamo incontro ad alcuni problemi futuri:
– la progettazione iniziale deve essere affidata ad altri, perché non avendo il quadro completo il grafico non potrebbe creare un buon sito web. Oltre al fatto di introdurre una figura in più, anche il grafico si troverà più in difficoltà, perché non avrà la libertà completa di realizzazione.
– il webdeveloper si può trovare tra le mani un lavoro estremamente complesso, perché necessita dell’uso di codici o linguaggi particolari per adattarsi alla grafica, che non era stato preventivato. Il risultato sono ore perse nello studio, che potrebbe uscire buono in seguito ma non nel progetto richiesto, su cui sono state previste scadenze ben precise.
Gli errori più comuni di un webdesigner si traducono in pensieri come:
– «La grafica è il punto fondamentale: il resto si deve adeguare»
– «Non importa quanto sia complessa la struttura grafica: i programmatori troveranno comunque un modo per svilupparla e sarà un incentivo per loro a migliorarsi»
WEBDEVELOPER
Figura e competenze generali
Il webdeveloper (o web developer) è lo sviluppatore vero e proprio. Si occupa del codice di programmazione, di tutto quello che “sta dietro” all’aspetto del sito.
Oltre a creare aree private, pannelli di controllo e sistemare la grafica proposta dal webdesigner, a livelli più esperti crea intere applicazioni web. Si tende a pensare a un sito come a un “disegnino” sulla rete: si tratta in realtà di un insieme di applicazioni e può essere visto come un autentico programma da gestire.
Inutile dire che le competenze di un webdeveloper sono legate ai suoi studi frequenti e alla sua esperienza.
– studi: l’aggiornamento del webdeveloper non è facoltativo, ma obbligatorio. I browser cambiano di continuo e tecniche che funzionavano fino a un mese fa potrebbero incontrare problemi da un momento all’altro; ecco allora che bisogna apportare dei cambiamenti al codice. Inoltre, nascono continuamente nuovi linguaggi di programmazione, migliori (o peggiori) dei precedenti. Alcuni di questi programmi potrebbero non incontrare il favore del programmatore, ma se è l’utente a richiederlo non ci sono storie: vanno imparati e usati.
Lo studio è enorme. Tanto per fare un elenco approssimativo dei linguaggi/strumenti che dovrebbe conoscere per essere completo abbiamo:
html, css, javascript, php/asp, mysql (e/o altre strutture di database), jquery, ajax
– esperienza: a differenza dei lavori del webdesigner, quello che viene realizzato dal webdeveloper non è subito visibile e immediato. Una grafica, una volta sviluppata, è così com’è: non ci piove. Un codice, una volta sviluppato, potrebbe andare incontro a errori futuri non previsti. Questi errori si riducono con il tempo, ma non scompaiono mai: anche le aziende più esperte continuano a rilasciare fix per rattoppare errori nei programmi. Si parla di “miglioramenti”, ma in gran parte dei casi questi miglioramenti sono errori veri e propri da risolvere.
Il webdeveloper è il punto centrale del progetto, la realizzazione. Nella pratica, si interfaccia anch’esso sia con il webdesigner (che gli passa il progetto e la grafica su cui lavorare), sia con i SEO e i SEM: con quest’ultimi deve stabilire come sviluppare il codice in modo che poi sia preso in modo efficiente dai motori di ricerca.
Punti di forza
Il webdeveloper è fondamentale per tenere “incollate” tra loro le varie aree del progetto. Con lui si concretizzano la grafica e l’aspetto del sito, le funzionalità di ogni sua componente e le richieste “operative” del cliente. Un buon codice permette, poi, una migliore indicizzazione del sito sui motori di ricerca.
Il suo punto di forza è nella logica. Ogni linguaggio di programmazione si basa su una struttura logica e non va a “interpretazione”: è bianco o nero, con al massimo lievi sfumature. Un’applicazione o va o non va.
Questo tipo di mentalità lo porta ad avere una visione dell’insieme del programma (sito) da realizzare, con la conseguenza che con il tempo saprà anticipare i bug e capire dove una grafica presentata può dargli dei problemi, prima ancora di iniziare a lavorarci.
Il webdeveloper medio ha una conoscenza a 360° del web e dell’informatica. Oltre ai linguaggi di programmazione e degli strumenti legati all’uso aziendale, presumibilmente:
– saprà come realizzare un sito web da zero, dalle sue fondamenta fino alla realizzazione finale e alla sua messa online
– avrà un’infarinatura di reti
– conoscerà termini informatici in voga e tecnici, che si usano nel quotidiano e non soltanto in ambito web
– conoscerà programmi esterni non legati alla creazione di siti
– probabilmente si interesserà di hardware oltre che di software e saprà rattoppare eventuali “errori” di base del proprio computer, sia fisici che legati ai programmi
Le sue infarinature generali portano spesso l’utente medio a scambiarlo per un “tecnico informatico”, capace di mettere le mani su qualsiasi strumento elettronico – che sia il cellulare o la televisione. Inutile dire che si tratta di fraintendimenti e che dipende esclusivamente dalla conoscenza privata.
Dal lato suo ha inoltre la soddisfazione di sapere che, il suo studio, non sarà fine soltanto alla creazione di siti aziendali: tempo e voglia permettendo, a casa potrà realizzare proprie applicazioni personali.
Il pensiero positivo di un webdeveloper si può tradurre in questi termini:
– «Il sito deve essere funzionale. Deve fare quello che il cliente ha chiesto, ma in modo efficiente»
– «Un codice può sempre essere migliorato: reso più veloce, meno pesante e più efficiente. Anche il migliore codice mai creato segue questa regola. Ci sarà sempre qualcuno che avrà creato un codice o una parte di codice migliore del mio»
Punti di debolezza
La varietà di studio dei linguaggi è tanto vasta da obbligare il webdeveloper a selezionarli. E’ materialmente impossibile conoscere tutti i linguaggi e tutti alla perfezione (a meno di non essere un nerd che trascorre 24 ore al giorno davanti al monitor).
Di conseguenza capita di frequente che il webdeveloper conosca solo le parti dei linguaggi che gli sono utili alla realizzazione del sito. Buona cosa, fino a quando non si creerà un sito diverso che richiede nuove competenze: allora il programmatore si dovrà armare di pazienza e intraprendere un nuovo studio, a volte integrato con il precedente e a volte del tutto distaccato. La situazione peggiore si ha quando il cliente pretende l’uso di uno strumento fine a se stesso, che poi il webdeveloper utilizzerà raramente in futuro: lo studio si deve fare, ma è uno studio “raffermo”, senza sbocchi futuri.
Una volta che il sito è stato concluso, può capitare che il cliente richiami per la risoluzione di errori (i famosi errori di distrazione che non possono mancare) o per apportare “piccole modifiche” a cui rispondere negativamente sarebbe considerato con maleducazione. Nel complesso, il webdeveloper avrà sempre a che fare con il cliente anche dopo la fine di un progetto e saranno quasi sempre lavori noiosi o di rattoppo, o (peggio) che faranno perdere tempo e denaro non preventivato.
Questa situazione non succede con il webdesigner che, a meno di aggiunte particolari, una volta realizzato il progetto e la grafica avrà concluso la sua comunicazione “diretta” con il cliente.
Un “cattivo” webdeveloper coincide con il “disordinato”: chi non ottimizza il codice sin da subito ma procrastina la risoluzione dei problemi a fine progetto, chi crea un codice approssimato solo perché «funziona comunque» e chi non commenta le parti da lui realizzate: quest’ultima mancanza darà problemi in futuro, quando lo riprenderà in mano o quando lo riprenderanno in mano altri programmatori, che perderanno tempo per capire come è stato sviluppato il codice.
Gli errori più comuni di un webdeveloper si traducono in pensieri come:
– «La grafica non serve a niente. Quello che conta è il codice e la funzionalità di un sito»
– «Non vale la pena ottimizzare adesso il codice. In fase di debug risolverò i piccoli problemi»
SCONTRI E COMPROMESSO
Se avete letto per intero le due figure, avrete capito dove sta il problema chiave: il webdesigner punta all’aspetto del sito e alla creatività, il webdeveloper punta alla funzionalità e all’efficienza di come l’utente interagirà con le pagine.
Sembra una situazione irrisolvibile, ma non è così. Vediamo come si potrebbe risolvere.
Tutto deve partire, chiaramente, dalla mentalità delle due “fazioni”. Si deve capire innanzitutto che non si può avere l’assoluta libertà: bisogna scendere a compromessi. Così il webdesigner rinuncerà ad alcune “meraviglie attraenti”, mentre il webdeveloper dovrà fare lo sforzo di studiarsi un codice più complesso per compiacere il grafico.
Deve essere necessariamente un accordo tra le parti: se una cede qualcosa, l’altra deve ricambiare.
L’approccio migliore per lavorare è comunicare sin dalla realizzazione del progetto.
Quando il webdesigner impronta la struttura del sito, dovrebbe chiedere consulenza al webdeveloper su come sia meglio realizzare una certa grafica. Nella maggioranza dei casi si troverà una soluzione indolore per entrambe. Nella minoranza dei casi si dovrà cercare un compromesso.
La comunicazione deve proseguire nel corso del progetto, sia durante la realizzazione della grafica e del codice, sia alla luce di nuovi sviluppi (per esempio se il cliente chiama per modifiche).
Tutto va valutato insieme, in team. E’ l’unico modo veramente efficiente per realizzare un progetto solido.
I risultati saranno evidenti:
– realizzazione del progetto più rapida (con possibilità per l’azienda di acquisire più progetti e incassare più utili)
– minori problemi nella creazione
– minore stress per scadenze o modifiche pesanti
– più coesione tra i gruppi, che oltre al progetto in corso sarà utile per realizzare i progetti futuri
– visione ampia del progetto per tutte le figure aziendali
(1) http://www.italianwebdesign.it/tag/freelance/
(2) http://blog.savethemom.com/2011/11/cerchiamo-web-developer/
(3) http://www.productivemuslim.com/having-productive-discussions/
(4) http://www.gmp.police.uk/trainingpages/F742FBC46B6CC31E802573C90058C3C7?OpenDocument
(5) http://www.tip.duke.edu/independent_learning/language_arts/wj2_lesson/Lesson5_print.html
(6) http://the-pavilion.com.au/
(7) http://en.wikipedia.org/wiki/File:Serious_Discussion.jpg