L'astronomia ha ricoperto un ruolo di primo piano in quasi ogni Era. Mentre in alcuni periodi si trattava di una mera pratica di osservazione e di studio, in certe fasi la scienza astronomica ha raggiunto il suo apice con vere e proprie esplorazioni spaziali.
L'astronomia e l'esplorazione spaziale hanno toccato una delle loro fasi più progredite durante la seconda metà della Quarta Era: mentre Gea era sconvolta da un susseguirsi di catastrofi naturali, l'essere umano raggiungeva il culmine della sua tecnologia e dava alla luce le prime astronavi capaci di trasportare un gruppo di uomini attraverso grandi distanze nello spazio. Questo momento coincide con l'inizio di una nuova conoscenza dell'universo.
Grazie alle esplorazioni spaziali, e alle trascrizioni di Nathan che probabilmente si basavano sulle testimonianze dirette degli astronauti, abbiamo a disposizione un catalogo enorme che elenca gli astri, le galassie e gli oggetti celesti appartenenti all'Universo Specchio.
Del catalogo completo ci è giunta una minima parte, ma anche riportando tutti i dati ricevuti si potrebbe dare vita a un'enciclopedia enorme, motivo per cui in Terre Infinite saranno segnalati soltanto gli oggetti più interessanti.
Il numero enorme di oggetti celesti scoperti, soprattutto in seguito alla colonizzazione spaziale della Quarta Era, rende indispensabile l'uso di un sistema semplice per assegnare i nomi. L'idea è di poter catalogare ogni oggetto celeste con la stessa struttura, indipendentemente dal tipo. Per esempio si cerca di uniformare il riferimento ad asteroidi, pianeti e galassie con una nomenclatura simile, pur mantenendo una notazione che permetta di distinguere facilmente di quale oggetto celeste stiamo parlando.
A partire dall'anno 4:14100 (4100 d.C.), quindi, si è adottata una nuova nomenclatura. Qualsiasi scoperta avvenuta prima di quell'anno, mantiene sia il vecchio nome che la nuova nomenclatura. Tutte le scoperte precedenti sono state immesse nel nuovo catalogo, in genere (ma non sempre) ordinate in base al tempo stimato di scoperta: le scoperte più vecchie sono state le prime a essere introdotte e numerate.
L'ambientazione di Terre Infinite fa uso di questa nomenclatura per il nome ufficiale degli oggetti celesti (ma nelle descrizioni sarà usato quasi sempre il nome più comune). Il catalogo è stato creato dagli esseri umani di Gea, per cui l'ordine iniziale in cui gli oggetti sono inseriti dipende dal loro punto di vista; in seguito, quando gli umani lo hanno abbandonato, nell'ambientazione si è continuato a farne uso e quindi si trovano anche oggetti celesti che gli abitanti di Gea non hanno mai conosciuto.
Da notare che la nuova nomenclatura ha solo lo scopo di inserire gli oggetti celesti in un unico catalogo in modo ordinato. Le classificazioni che distinguono i tipi all'interno di ogni oggetto celeste (es: la suddivisione delle stelle in base alla loro luminosità) non vengono intaccate da questa nomenclatura.
La nuova nomenclatura si stacca in buona parte dalla precedente. Tra le altre cose, non prevede di riportare l'anno di scoperta all'interno del suo nome. Questo per motivi di organizzazione: affidarsi a un calendario specifico può dare problemi futuri nel caso in cui, per qualsiasi motivo, si decida di introdurre un nuovo calendario (come tra l'altro sta succedendo proprio nell'anno 4:14100 (4100 d.C.)). L'anno della scoperta, quindi, va semplicemente riportato nel catalogo in un campo separato dal nome e non è un dato essenziale, ma solo accessorio.
La nuova nomenclatura prevede una lettera iniziale scritta in caratteri maiuscoli per distinguere il tipo (la categoria) di oggetto celeste, seguito da un numero progressivo. Un'ulteriore lettera può essere aggiunta alla fine del numero, qualora si debbano specificare delle note particolari o temporanee (per esempio "D" per identificare che l'oggetto celeste è stato distrutto).
Per esempio, «A20500» indica che l'oggetto celeste è un asteroide (A) ed è l'asteroide numero 20.500 inserito nel catalogo. È accettata la separazione delle migliaia tramite il punto o lo spazio («A20.500» oppure «A20 500»), anche se sconsigliata. Se dovesse esserci un posto vacante nella numerazione, per esempio nel caso di errori grossolani, l'elemento mancante non sarà mai sostituito: la numerazione prosegue sempre dopo l'ultimo elemento inserito.
L'unica pecca di questa nomenclatura è che, a volte, i numeri progressivi possono essere molto alti e superare il milione o il miliardo (soprattutto nel caso degli asteroidi). Ecco perché, oltre al nome così stabilito, per gli oggetti celesti che compaiono spesso nei discorsi si affianca un secondo nome "non comune", cioè un alias, che pur comparendo nel catalogo non viene mai usato in ambito scientifico.
L'alias ha poche regole fisse, che si possono facilmente riassumere:
L'alias è spesso deciso dallo scopritore dell'asteroide, ma è poi revisionato perché non infranga le regole di cui sopra. Una volta scelto, potrebbe essere soggetto a modifiche future per vari motivi, mentre la nomenclatura ufficiale di base non sarà mai modificata.
Le lettere usate per distinguere la categoria sono le seguenti:
Le lettere usate a fine nome per specificare delle note particolari sono le seguenti:
La nuova nomenclatura ha lo scopo di catalogare ordinatamente gli oggetti celesti.
Nei testi scientifici, quando si deve indicare un oggetto che fa parte di un sottoraggruppamento (per esempio il pianeta e la galassia a cui appartiene), è sufficiente unire le due notazioni di riferimento separandole con un "-" (trattino); la precedenza nell'ordine di presentazione, quando possibile, sarà data al gruppo più ampio che contiene quello meno ampio.
Per esempio, con «G2100-P98765» ci si sta riferendo al pianeta P98765, specificando che fa parte della galassia G2100.
Se un oggetto deve essere spostato in una categoria diversa, si creerà una nuova voce nel catalogo, che conterrà tutte le descrizioni opportune e la giusta categorizzazione, oltre che un nome completamente rinnovato in base alla numerazione della scoperta. La vecchia voce non sarà eliminata dal catalogo, ma subirà alcune modifiche: