Il Bosco delle Fate è un'ampia distesa di alberi che si estende nell'entroterra continentale durante la Quinta Era, nell'area delle Terre Conosciute. Oltre ad accogliere una vegetazione fitta e varia, offre asilo a numerose specie animali che possono trovare rifugio e sicurezza dalla caccia grazie alla presenza delle fate. Queste, infatti, hanno preso dominio nel bosco e impediscono a qualsiasi creatura di entrarci con scopi minacciosi.
Sull'orizzonte apparve la forma di un bosco di abeti e di betulle, alberi di certo inadatti a un clima caldo e secco come quello di una pianura estiva. Crescevano in gruppi regolari, separati da sentieri facili da percorrere, in mezzo a campi di fiori variopinti e a piccoli torrenti che sembravano non avere né origine né fine; il loro corso, infatti, si interrompeva magicamente sul confine del bosco e scompariva senza lasciare traccia. Scoiattoli e castori si muovevano da un cespuglio all'altro, i gufi erano appollaiati sui rami mezzo addormentati e tra i rami si spostavano creature che gli occhi non avevano il tempo di catturare.
Descrizione tratta da Il Sinkal
Inizialmente gli uomini si riferivano al bosco con il nomignolo di «Domini delle Fate» e solo in un secondo momento hanno iniziato a chiamarlo con il nome di «Bosco delle Fate».
L'area è stata annessa ad alcuni domini politici in modo sporadico e temporaneo. Per gran parte del tempo, invece, è stata una zona protetta gelosamente dalle fate che impedivano l'ingresso alla maggioranza delle creature intelligenti che potevano arrecare danno al bosco in qualche modo.
Il Bosco delle Fate comprende sentieri e strutture artificiali sepolte in buone parte dalla vegetazione, resti delle Ere tecnologiche precedenti.
All'interno della vegetazione si trovano anche numerose statue, la cui datazione è piuttosto dubbia. Rappresentano sia membri di specie appartenenti all'Era in corso, sia individui con vestiti e oggetti fuori dal tempo. I dettagli lasciano immaginare che i monumenti siano stati eretti almeno in parte nella Quarta Era e custoditi poi dalle fate; ma potrebbero essere anche il semplice ritratto di popoli ormai scomparsi e diventati un mito.
Ai margini della via, a distanze regolari, si trovavano alti piedistalli di roccia che sostenevano statue di straordinaria bellezza. Erano avvolte per gran parte da liane ed edere, ma Devan riusciva a distinguere ogni loro lineamento e il colore lucido della pietra levigata. Erano immagini di satiri, di ninfe, di elfi e di centauri; effigi delle creature che abitavano le terre selvagge, dai miseri folletti Bwca alle seducenti sirene dei laghi dell'ovest.
[...] una in particolare attirò la sua attenzione: ritraeva un guerriero in armatura, con lancia e scudo, un portamento fiero e uno sguardo impassibile. Indossava vesti antiche, che forse appartenevano a un'altra Era.
Descrizione tratta da Il Sinkal
La presenza della magia, delle fate e di vegetazione che non potrebbe sopravvivere nell'ambiente in cui sorge ha reso il Bosco delle Fate oggetto di miti spesso terrificanti. Gli uomini se ne sono sempre tenuti a distanza quando possibile e le carovane dei mercanti preferiscono perdere dei giorni per prendere un giro più largo e mantenersi lontani dalla sua vista.
In fase avanzata della Quinta Era, gli esseri umani hanno vissuto distaccati dal resto del mondo e quando le Porte di Ariel sono state violate e hanno potuto camminare di nuovo liberamente nelle Terre Conosciute, il bosco ha assunto una sfumatura ancora più tenebrosa. Si è cominciato a mormorare di una strega presente al suo interno, che uccideva per piacere e sacrificava su un altare a divinità sanguinarie.
Se i sacrifici e gli assassini erano solo superstizioni, c'è da dire che effettivamente un'incantatrice ha preso possesso del Bosco delle Fate una volta che le fate hanno deciso di andarsene: si tratta di Deruwyn, un'elfa druida che ha scelto di dedicare la sua vita alla protezione del bosco e dei segreti che nasconde.
Quest'area boschiva esiste sin dai primi secoli della Quinta Era e rimane pressoché immutata nel tempo, grazie alla presenza delle fate che lo hanno mantenuto integro e in salute. Il Bosco delle Fate è sopravvissuto a lungo, anche dopo che le fate si sono ritirate nel Sihn e hanno abbandonato il mondo materiale.
Per proseguire nella sua campagna di conquista, il sinkal Devan arriva a scontrarsi con il popolo delle fate. Il Bosco delle Fate, infatti, rappresenta un punto strategico per il controllo del territorio appena conquistato.
Le fate si limitano a usare una magia di tipo difensivo, spegnendo le frecce infuocate con i venti e animando le fronde dei boschi per fermare gli invasori. Alla fine, però, devono capitolare: Devan le scaccia con la forza dal loro bosco protettivo.
Da questo momento il bosco entra a far parte nominalmente dell'impero di Kerastra, ma le fate mantengono il diritto di abitarlo e ritorneranno a prenderne pieno possesso qualche anno più tardi, dopo la deposizione di Wintar Ferlagor.