Il computer a impulsi atomici (chiamato più comunemente computer atomico) è un computer che si forma disponendo in strutture specifiche gli atomi presenti nei gas dell'atmosfera.
La particolarità di questi computer è che nativamente richiedono come unico supporto materiale l'aggregatore atomico, un dispositivo che può essere di qualsiasi forma e delle dimensioni di pochi atomi, e che non prevede la presenza di hardware fisico per interagire. Può essere anche impiantato sottopelle: in questo caso deve esserci un meccanismo di attivazione attraverso la biochimica del corpo. L’aggregatore atomico si occupa di:
Una volta attivato, l’aggregatore atomico elabora il tipo di gas presenti nell'ambiente, recupera i loro atomi e li aggrega per controllarli; a questo punto altera lievemente i loro dati nativi (per esempio allontanando l’orbita dell’elettrone esterno al nucleo). In base alle alterazioni, l’aggregatore atomico interpreta risposte diverse. Per esempio, toccando un tasto della tastiera si creano minime modifiche alla posizione degli elettroni e questo causa una specifica risposta. Per i dati da ricevere il funzionamento è identico: quando l’aggregatore atomico si collega alla rete, per ogni bit letto va a modificare i dati dell’atomo, ottenendo per l’utente una risposta specifica (che è per l’appunto il contenuto cercato sulla rete).
L’aggregatore atomico può creare hardware fisici, che poi disgrega a fine operazione, oppure sfrutta gli atomi per emettere fotoni in modo controllato e creare degli hardware luminosi. L’impressione è di avere di fronte uno schermo e una tastiera reali, ma intangibili, che ricevono il segnale passandovi sopra un dito. Gli hardware luminosi sono a uso dell’utente, ma in realtà l’aggregatore atomico li ignora: quello che fa è leggere il modo in cui l’utente interagisce con questi hardware. Anche gli output generati dagli hardware - video, immagini, suoni, odori - in realtà sono creati attraverso l’alterazione controllata degli atomi (emissione di fotoni e di rumore) e la trasmissione di segnali elettrici che vanno a toccare i neuroni dell’utente, simulando l’effetto voluto (come l’odore).
Rispetto ai computer a traster hanno il vantaggio di essere sempre stabili, visto che non dipendono dalla concentrazione mentale, per cui è possibile inviare gli input senza errori. Lo svantaggio è che richiedono l’interazione dell’utente su un hardware che è visibile da tutti.
Il computer atomico si sviluppa nella seconda metà dell'Epoca dell'Uomo e passa attraverso numerose fasi intermedie.