Il computer a traster (chiamato anche computer organico o computer biochimico) è un computer virtuale che sfrutta il corpo umano e interagisce unicamente con esso e con i nanobot interni. In forma meno ufficiale è chiamato computer corporale, che è il nome più diffuso e usato anche dalle tecnologie.
Gran parte dei cittadini si è fatto impiantare un dispositivo nanotecnologico chiamato traster, che rimane in circolazione nel sangue e dialoga all'occorrenza con specifici nanobot (i quali possono essere aggiornati semplicemente inghiottendo una dose contenente i nanobot migliorati). Grazie al traster è possibile attivare un computer biologico completamente integrato con il corpo umano: per funzionare sfrutta l'energia e la chimica del corpo. Il traster si occupa di smistare l’energia, organizzare i dati e dare ordini ai nanobot per emettere gli impulsi sensoriali al cervello.
Il computer corporale è utile per leggere la rete senza usare dispositivi esterni, perché è sufficiente inviare dei comandi mentali al traster e chiedergli di elaborare i dati. In questo modo si ha una comunicazione diretta tra corpo e dati della rete, tra l'altro senza che si noti dalle persone esterne. Per esempio, è possibile mostrare un video della rete direttamente sulla retina dell'occhio. È quindi un ottimo supporto per la privacy. Per contro, visto che gli input sono inviati attraverso il pensiero (più di preciso, dalla chimica corporea che segue al pensiero), è necessaria un’alta concentrazione per usarlo e il rischio di errori è piuttosto alto: ecco perché raramente lo si usa "puro" per comunicare con soggetti dall’altra parte della rete, perché il dialogo risulterebbe con frasi secche di poche parole; in questi ultimi casi si fa uso dei trasterizzatori.
I trasterizzatori sono dei componenti hardware pensati per collegarsi agli impulsi del traster e intercettarli. Il vantaggio è che non è più richiesta la concentrazione per usare il traster: il corpo umano funge ancora da computer per quanto riguarda l'uso dell'energia e dei componenti, ma i dati in entrata e in uscita sono gestiti dal trasterizzatore; di conseguenza ogni azione è visibile al pubblico come se fosse un normale computer da scrivania. Per esempio, le immagini sono mostrate sotto forma di ologrammi. Lo svantaggio di usare i trasterizzatori, quindi, è nella mancanza della privacy.
I trasterizzatori possono avere qualsiasi forma: tastiere, orecchini, bracciali. Mentre le tastiere hanno già i tasti fisici su cui digitare, i trasterizzatori come i bracciali creano delle tastiere fittizie, olografiche, su cui digitare gli input.
Il computer a traster è nato con lo scopo di ricevere i dati dalle tecnologie turistiche o ad uso personale (per esempio dati medici o pubblicità mirate), che in questo modo sono visibili soltanto al proprietario. Ma possono essere usati anche per memorizzare dati da trasportare. Un computer corporale può immagazzinare tutti i dati statici dell'Oracolo (la rete informatica e ingegneristica che mette in comunicazione tutti i dispositivi), ma non ha le capacità di elaborazione dell'Oracolo: in assenza di connessione, i dati sono molto difficili da filtrare, sono caotici e richiedono una selezione personale.
Il traster è anche dotato di numerosi sistemi di diagnostica di cui il proprietario non si accorge. Per esempio, riconosce eventuali nanobot ad esso essenziali che sono andati distrutti e li segnala, in modo che il proprietario possa assumerli o aggiornarli. Il traster può essere spento, acceso o distrutto con la volontà del possessore e quindi rimpiazzato con un traster più avanzato.
Il computer a traster si sviluppa nella seconda metà dell'Epoca dell'Uomo e passa attraverso numerose fasi intermedie. La sua origine si può far risalire al 4:12046 (2046 d.C.), quando esce al pubblico il primo computer biologico funzionante, che usa cellule neuronali organiche integrate con componenti di silicio.
Il suo reale sviluppo, però, si ha alla fine dell'epoca e in particolare nell'epoca successiva, quando la nascita dell'Oracolo costringe le tecnologie ad adattarsi a un nuovo tipo di rete unificata.