L'effetto Tark (chiamato anche effetto di transito) è il fenomeno fisico che permette il trasporto istantaneo da un punto dello spazio a un altro, qualsiasi sia la distanza e senza alterare la componente temporale. Detta in termini semplici, permette di spostarsi istantaneamente in un punto diverso dello spazio.
È usato per la prima volta nel 4:14467 (4467 d.C.), sui motori zero di seconda generazione delle astronavi.
L’effetto Tark è diverso sia dal wormhole (cioè un tunnel che piega lo spazio e unisce due punti lontani tra loro) sia dalla spinta warp (un campo gravitazionale che espande lo spaziotempo dietro all'astronave e lo contrae davanti): infatti non agisce sulla componente "tempo", che resta inalterata, ma soltanto sulle variabili spaziali.
Il fenomeno ricorda il teletrasporto, ma in realtà ha un funzionamento del tutto diverso. Il teletrasporto legge le informazioni del soggetto originale, le invia e a destinazione crea una sua copia fedele; oppure in altre versioni disgrega il soggetto originale e trasporta la sua materia a destinazione. In entrambi i casi, il teletrasporto non può ignorare la variabile "tempo", perché deve comunque trasportare le informazioni da un punto A a un punto B.
L'effetto Tark, invece, cambia le sole variabili spaziali del soggetto: in pratica gli attribuisce delle nuove coordinate spaziali come se gli fossero sempre appartenute. Da un punto di vista informale, il soggetto non viene spostato dal punto A al punto B: è come se fosse sempre stato nel punto B.
L’effetto Tark non viola il principio di conservazione della massa, ma altera senz’altro le fondamenta della fisica, perché apparentemente scinde la componente temporale da quella spaziale: nell'anno della sua scoperta, avvenuta qualche decennio prima il 4:14467 (4467 d.C.), questo fenomeno sembrava impossibile da spiegare.
La tecnologia integrata nei motori delle astronavi, infatti, è stata sviluppata dall'Oracolo, un'avanzata rete informatica e ingegneristica, ma gli scienziati che l’hanno studiata non sono riusciti a comprendere i meccanismi fisici che rendono possibile l’effetto Tark: richiede infatti la manipolazione di variabili spaziali non raffigurabili mentalmente dagli esseri umani. Su richiesta, l'Oracolo ha cercato di dimostrare le formule che rendono possibile il fenomeno, tuttavia alcune comprendevano dei calcoli matematici e degli assiomi che non erano ancora comprensibili.
Tra l'altro, lo stesso Oracolo ha specificato di non riuscire a superare certi limiti di distanza, perché la sua potenza di calcolo non era sufficiente. Dunque gli umani sono riusciti a riprodurre il motore da un punto di vista ingegneristico, senza comprendere come sia possibile la violazione della legge secondo cui lo spazio e il tempo sono correlati.
Un’ipotesi (che non trova una dimostrazione) prevede che l’effetto Tark "inganni" in qualche modo l’universo, portandolo a credere che la nave sia sempre stata nel punto di destinazione. L’ipotesi però ha ricevuto diverse critiche da chi ritiene impossibile ingannare le leggi fisiche, anche considerando l’uso dell’energia zero (l'energia fondamentale che compone l'intero universo). Gli scienziati oppositori immaginano che ci sia una legge fisica ben descrivibile per comprendere il processo e che si possa formulare una volta capito fino in fondo il funzionamento dell'energia zero.