Il fotocristallo è un cristallo poliedrico delle dimensioni di circa 50 attometri creato dall'Onnimente.
Era un cristallo con una decina di facce e la sua intera superficie continuava a muoversi come se fosse fluida.
Descrizione tratta da Tracce nella Rete
Il fotocristallo ha dimensioni minuscole, tanto da renderlo invisibile all'occhio umano e da richiedere l'uso di un'adeguata strumentazione per lo studio superficiale. Ha due proprietà fondamentali:
Il cristallo è una forma di energia zero quasi allo stato puro e presenta una solidità minima. Se si lega a una fonte di energia esterna, mantiene il legame anche quando viene allontanato, indipendentemente dalla distanza che li separa. Inoltre, il cristallo stesso si surriscalda fino a raggiungere temperature anche superiori ai 100 000 °C. Il surriscaldamento sembra essere necessario al fotocristallo per mantenere il legame con la fonte di energia. Il motivo non è chiaro, visto che non si conoscono le sue proprietà fino in fondo, ma sono state avanzate delle ipotesi: è probabile che tenti di copiare in parte la fonte di energia a cui è legato, quindi più l'energia della fonte è alta e maggiore è la temperatura del fotocristallo; un'altra ipotesi indica che il cristallo deve continuare ad adattarsi per manentere il legame e quindi deve consumare di continuo una spropositata energia interna.
Resta un fatto che il fotocristallo contenga al suo interno una forma pura di energia zero. È facile da dimostrare, perché è sufficiente avvicinare il cristallo a un comune elettrodomestico che sfrutti l'energia zero e si ha subito una risposta: il fotocristallo emette una frequenza della durata di 42 femtosecondi e poi si addormenta. Sembra quindi che reagisca a tutte le fonti di energia zero, ma che si leghi soltanto a quelle che superano una certa soglia quantitativa.
In genere l'energia zero richiede dei contenitori particolari per essere contenuta, come per esempio i generatori zero, che sono composti da diversi materiale concentrici con solidità sempre maggiore per isolarsi dall'ambiente esterno e impedire il collasso. Il fotocristallo rappresenta un'anomalia, perché grazie alla sua proprietà riesce ad adattare la struttura e la solidità per impedirsi di collassare. È quindi un perfetto contenitore di energia zero, che può sfruttare per adattarsi ai cambiamenti.
Il primo fotocristallo fu trovato casualmente su Encelado verso la fine dell'anno 4:17353 (7353 d.C.). Durante un'operazione di scavo per estendere una città lungo i sotterranei è stato rinvenuto un insetto sconosciuto, inviato nei giorni seguenti in laboratorio a scopo di studio; insieme all'insetto, le analisi hanno rilevato la presenza del cristallo. L'OPRAS fu incaricata subito di studiare le proprietà e stilò un'analisi preliminare sui possibili rischi del cristallo. I ricercatori per il rischio alzarono il livello di minaccia non appena si accorsero che il cristallo era in grado di legarsi a fonti di energie ragguardevoli (per esempio, a un generatore zero) e che era potenzialmente in grado di farle detonare a distanza, liberando il loro intero potenziale.
Sin da subito, gli studiosi non furono in grado di appurare se i fotocristalli fossero stati creati dall'Onnimente o dall'Oracolo. In seguito, quando due fotocristalli innescarono la distruzione della città di Zafasmuri, l'Onnimente fece ricadere la colpa sull'Oracolo.
La robumana [dell'Onnimente] aveva i palmi aperti davanti a lei, rivolti verso l'alto. Su ognuno era appoggiato un nucleo poliedrico invisibile all'occhio umano, del diametro di cinquanta attometri. Gli scienziati che lo avevano studiato lo chiamavano fotocristallo. Erano legati a due generatori zero presenti in città e Shindra li aveva attivati da pochi minuti. Il processo era irreversibile. Quando i fotocristalli si attivavano, la tecnologia collegata avrebbe continuato a risucchiare quanta più energia possibile, fino a esplodere.
Descrizione tratta da Terra Bruciata
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Wikipedia - Ordini di grandezza (lunghezza), tra cui l'attometro. La pagina è stata consultata per l'ultima volta a: agosto 2022.