Linguaggi e idiomi delle sette Ere è un'opera enciclopedica che ha lo scopo di catalogare e descrivere le lingue dei popoli.
È una delle opere più rovinate che ci sono pervenute. Sono stati ritrovati soltanto 12 libri, tra l'altro con pagine logore e rovinate; su alcuni fogli ci sono tracce di incendi e di allagamenti, mentre altri si sono decomposti a causa degli insetti o dello scarso mantenimento.
È impossibile stabilire di quanti libri dovesse essere composta l'enciclopedia e quanti ne sono stati scritti, perché non ci sono né indici né appunti a margine. I supporti digitali che accompagnano il cartaceo sono pochi e mancano di informazioni; alcuni non sono ancora stati decifrati.
Gli autori sono sconosciuti. Un'analisi grafologica ha identificato almeno trentacinque autori diversi e c'è da presumere che siano molti di più. Quindi l'enciclopedia, in realtà, potrebbe anche essere un modo per mettere insieme i dati recuperati da vari individui e in tempi diversi. Comunque le informazioni sono prive di una struttura equilibrata, senza sommari e schemi di presentazione.
La datazione degli scritti è molto incerta. Si riportano vari linguaggi della Quarta Era, segno che gli autori devono aver vissuto almeno in questo periodo, ma sono presenti anche alcune lingue della Quinta Era. Delle altre Ere si trovano soltanto dei cenni, difficili persino da ricondurre ai popoli che le parlano.
In linea di massima l'enciclopedia riporta un elenco confuso di lingue, codici e idiomi parlati dai popoli. Di alcune sono presenti delle descrizioni complete, di gran parte sono disponibili soltanto dei dati frammentati. Basti dire che i Diari dello Stregone, una serie di appunti rilasciati dallo storico Nathan Storm, riportano spesso delle descrizioni più dettagliate per quanto riguarda una lingua presente in entrambe le opere.
In ogni caso l'enciclopedia è da ritenersi un valido punto di riferimento per ricavare dei dati che non abbiamo ritrovato da nessun'altra parte. Ci sono cenni di lingue che fanno riferimento a dei popoli mai menzionati altrove e che quindi hanno aperto la strada per nuove ricerche sul campo.