Max Henry Stagger è un mercenario marziano specializzato nella raccolta delle informazioni. Durante la Guerra Savariana ha aiutato l'Occhio Spento a trovare le informazioni necessarie per impedire la guerra tra le colonie. Nel corso di una sua missione, entra in possesso dell'astronave Doc Tower.
Max è un umano nato su Marte. Fisicamente è alto e allenato, di bell'aspetto, con uno sguardo attento e tagliente e un'espressione sempre arcigna. A eccezione di alcuni periodi di depressione che lo portano a rintanarsi nei bar a ubriacarsi, ha un carattere iperattivo che gli impedisce di starsene con le mani in mano. Tende a vivere alla giornata e quindi non è tipo da portare a lungo del rancore, almeno fino a quando non rivede il soggetto che l'ha causato. È molto scontroso, impreca spesso e insulta di frequente gli altri. I motivi dei suoi disappunti spesso non sono chiari, sembra sempre avercela con tutti. Più una persona è importante e più tende a screditarla e a ironizzare su di lei. Non sorride mai per davvero e quando lo fa è solo per ironizzare.
Il suo lato depressivo sfocia a volte in una sorta di romanticismo, che appare in superficie soprattutto nei momenti di silenzio o quando osserva lo spazio profondo mentre è a bordo di un'astronave. Ha grosse difficoltà a creare delle relazioni e ha avuto pochissimi amici durante la sua vita. Uno di questi è Norman Zoldav, direttore della CENCO di Europa, per il quale sarebbe anche disposto a morire.
Quando si sente a disagio per un male indefinito, afferma di possedere un'«anima sporca». Infatti, secondo la sua ideologia, il corpo e la mente possono collassare, ma finché l'anima è pulita può continuare ad andare avanti senza fermarsi.
Nonostante si mostri estremamente egoista, quando prende a cuore una missione non la molla fino a raggiungere l'obiettivo, anche a costo della vita; lo fa più per una questione di principio personale che per senso del dovere. Agisce quasi sempre fuori dagli schemi, al limite tra la legalità e l'illegalità, ma poiché lavora spesso per le varie CENCO delle colonie, gli agenti in genere chiudono un occhio sui suoi metodi. Ha moltissimi contatti che usa per le sue missioni e si preoccupa sempre di raccogliere delle informazioni segrete su ognuno di loro in modo da costringerli a collaborare quando gli occorre. Per le ricerche sulla rete, si serve del suo dispositivo spinale senza fili impiantato nel braccio destro. Pur avendo un computer corporale, non ha un trasterizzatore.
Durante le missioni si preoccupa poco del suo corpo: si sveglia spesso di notte per buttare giù appunti e mangia poco e male. Per questo motivo si imbottisce di pastiglie capaci di rivitalizzare il suo corpo, come il foraxavin o il nicharud, pur sapendo che appena smetterà di prenderle passerà dei giorni d'inferno. Si è ricostruito il corpo in varie parti perché in missione osa sempre troppo e non bada mai al suo stato di salute; però non si innesta mai niente di artificiale, semplicemente ricostruisce gli organi danneggiati.
Poiché ha viaggiato molto e interagito con cittadini di varie colonie, spesso usa inconsciamente degli intercalari di lingue straniere. Conosce ottimamente la lingua universale, l'inglese e il tabarese. Conosce un po' il valqivenico, di cui afferra solo poche parole.
La sua ostinazione a portare a termine le missioni senza seguire le regole gli ha attribuito l'epiteto di «Libero», con il quale è conosciuto tra le varie organizzazioni legali e illegali delle colonie.
Il 5 gennaio 4:14721 (4721 d.C.) Max fu ingaggiato dall'amico Norman Zoldav, direttore della CENCO in Europa, per una somma così elevata che sin da subito gli generò qualche sospetto. Norman riferì che pochi mesi prima erano stati trafugati degli importanti progetti per costruire la terza versione dell'Akka, una pericolosa arma capace di modificare le emozioni, e che il governo di Europa aveva inviato un'ambasciata su Gea per avvertire il governo terrestre. Tuttavia, Norman ha avvisato i terroristi di Gea dell'arrivo dell'ambasciata e, a causa di questo tradimento, gli ambasciatori erano stati trucidati.
Norman non aveva idea del motivo per cui aveva tradito la sua colonia, ma in seguito Max scoprirà che l'amico aveva agito sotto l'influenza dell'Akka. Norman lo ingaggiò per scoprire i reali scopi dei terroristi e cosa avevano intenzione di fare con l'Akka 3. Inoltre, non sopportando il peso del rimorso, gli chiese anche di ucciderlo. Max protestò e rifiutò di farlo di persona, ma due giorni dopo inviò un sicario per eseguire il compito al suo posto.
Da quel momento, Max dedicò ogni attimo della giornata per indagare sui fatti che hanno portato il suo amico al tradimento, quando da sempre Norman era stato un lavoratore infaticabile e fedele alla sua bandiera. Già dalle prime ricerche scoprì un collegamento tra l'attacco agli ambasciatori e la scomparsa della Fedrago Oriente, avvenuta il 1 gennaio 4:14721 (4721 d.C.). Inoltre trovò tracce di strani comportamenti da parte di numerosi esponenti politici sulle varie colonie, certamente indotti dall'uso dell'Akka.
Per trovare delle conferme, aveva bisogno di ascoltare Shaline Uralaga, l'unica ambasciatrice scampata al massacro e adesso ricercata sia dai terroristi, sia dal governo che l'accusava di essere la traditrice (visto che era l'unica sopravvissuta). Durante il viaggio verso Gea, però, la sua astronave ebbe un'avaria e fu costretto a sbarcare su Porta Calla per le riparazioni. Il 19 febbraio 4:14721 (4721 d.C.), mentre aspettava per le riparazioni, Max fu aggredito da alcuni venusiani: si trattava di un chiaro gesto di intimidazione per spingerlo a fermare le indagini, ma che ebbe soltanto l'effetto di fornirgli più informazioni. Infatti, era ormai chiaro che Venere fosse coinvolto nell'intera vicenda.
Max riuscì a reagire, uccise i suoi aguzzini e ne catturò uno da interrogare, al quale riuscì a strappare dei nuovi dettagli. Scoprì così che la Fedrago Oriente era stata attaccata da una nave di Venere e che aveva risparmiato una donna dell'equipaggio, Lahaia Nan, nipote del Primo Presidente di Marte. Max intuì che Venere non voleva inimicarsi i rapporti con Marte, anche se ne ignorava il motivo. Decise di cambiare i suoi piani e di rintracciare Lahaia, che era stata venduta come schiava ai Mitiani per impedire che tornasse alla sua colonia e raccontasse allo zio dell'attacco.
Il 14 marzo 4:14721 (4721 d.C.) sbarcò su Red Crimson e liberò Lahaia. In loro aiuto intervenne anche R-Jay, inviato in supporto dall'Occhio Spento. Sulla stazione scoprì che Venere aveva finanziato il gruppo terroristico della LAD. Durante la fuga il coinvolgimento di Venere divenne ancora più chiaro, perché alcuni soldati venusiani gli diedero la caccia, costringendolo a vagare nello spazio per settimane. Soltanto a settembre riuscì a raggiungere Gea, dove affidò Lahaia alle cure di Adanè Vroskia (un'altra collaboratrice dell'Occhio Spento).
Max proseguì nella missione che gli era stata affidata da Norman, adesso con molte più informazioni a disposizione. Le sue indagini furono essenziali per sbrogliare la complicata matassa di complotti e corruzioni che avevano spinto le colonie sull'orlo della guerra. Il 25 ottobre 4:14721 (4721 d.C.) trovò un clone illegale di Conrad Giustan-kara, che in seguito risulterà essere stato uno dei principali responsabili della Guerra Savariana. Il 4 gennaio 4:14722 (4722 d.C.) seguì una pista che lo portò a ottenere i nomi dei politici corrotti di Venere, responsabili del piano che aveva portato le colonie ad attaccare Gea. Saltò fuori anche il nome di Nobia Froscanna, politico corrotto che aveva provocato un crollo del potere su Gea: indirettamente era responsabile della cattura di Lahaia e del tradimento di Norman.
Infine il 17 marzo 4:14722 (4722 d.C.), insieme a Lahaia, si occupò personalmente di assassinare Nobia.
Il 28 marzo 4:14722 (4722 d.C.) Max partecipò a un'operazione di salvataggio promossa dall'Occhio Spento. Conrad Giustan-kara catturò la savariana Rnitgtr con l'intenzione di usare le sue conoscenze per costruire delle nuove armi da diffondere tra le colonie. Il gruppo di salvataggio era formato da Kirenai e il suo leopardo Rak, Yè, Laizer Adman, Max e Nia Havock.
Il gruppo sbarcò sull'asteroide Sadergal e s'infiltrò nel villaggio di Eskadan, dove era tenuta prigioniera la savariana. Come previsto, dopo aver superato le prime difese si trovò ad affrontare Triscan Dusk, un pericoloso alleato di Conrad che aveva il compito di trattenere il gruppo in attesa che quest'ultimo se ne andasse con la savariana. Mentre Kirenai e Max intrattenevano Triscan in uno scontro in corpo a corpo, il resto del gruppo proseguì per raggiungere la prigioniera, ma furono ingaggiati da alcuni robot e Laizer decise di restare ad affrontarli per permettere agli altri compagni di raggiungere l'obiettivo.
Kirenai, Rak e Yè quindi furono i primi a raggiungere il Palazzo di Pietra, l'edificio dove si trovava la savariana. Laizer si liberò dei robot e si piazzò su un alto palazzo per aprire il cammino ai tre compagni, armato di un fucile di precisione (una modifica del Temagun). Kirenai e Yè riuscirono così a superare i robot nel giardino e a penetrare nell'edificio, dove si trovarono sotto il fuoco dei mercenari. Presto si trovarono bloccati nel parcheggio veicoli del palazzo, bersagliati da più avversari, e l'intervento di Max fu determinante per impedire che fossero uccisi. Poco dopo, tuttavia, li raggiunse anche Triscan, che nel frattempo era riuscito a fuggire dallo scontro con Nia, la quale si era gettata subito al suo inseguimento. Lo scontro finale avvenne all'interno di un ristorante abbandonato: Triscan affrontò l'intero gruppo, ma finì per soccombere. Nia si assicurò personalmente d'incenerire il corpo, così da non lasciare tracce della sua presenza.
Mentre Nia usciva dall'edificio, incapacitata a proseguire per le ferite ricevute, Max, Kirenai e Yè trovarono la prigione della savariana. A differenza di come avevano stabilito, però, non riportarono la prigioniera dall'Occhio Spento, perché ritennero troppo pericoloso lasciare l'ultima savariana rimasta in vita in mano a un'unica organizzazione. Max offrì loro la sua nave, la Doc Tower, per fuggire. Il 15 aprile 4:14722 (4722 d.C.), Nia e Laizer si unirono all'equipaggio della Doc Tower in fuga. Da quel momento, l'intero gruppo fece perdere le sue tracce.
La datazione rientra nell'arco di tempo descritto in queste pagine: