Il motore zero di prima generazione (abbreviato in motore zero 1) è un motore per astronavi realizzato verso la fine dell'Epoca dell'Uomo. È capace di generare energia zero direttamente nell’astronave senza bisogno di stoccare propellente. Il motore funge sia da motore a impulsi, sia da motore gravitazionale: quindi può servirsi delle spinte warp per coprire lunghe distanze in brevissimo tempo.
Adesso l’esplorazione extra solare può essere portata avanti senza bisogno di rifornimenti intermedi. Il motore zero 1 porta a un grande aumento delle colonizzazioni nel sistema Solare.
Il motore ha dimensioni che variano a seconda della casa produttrice, ma è sempre ingombrante e occupa diverso spazio nella sala macchine. Il suo peso è compensato da una massa ridotta di propellente, pari alla quantità richiesta per una spinta warp più un quantitativo di supporto (in totale una massa pari a 170 kg).
È montato su navi standard di medie dimensioni. Raramente è presente nelle piccole navi, a causa delle sue grandi dimensioni. In compenso, la camera di stoccaggio dell’energia zero è assente, visto che il propellente è tenuto all’interno del motore.
Oltre a muovere l’astronave, il motore zero 1 si occupa di mantenere attivo qualsiasi sistema energetico, dalle strumentazioni ai sistemi di difesa e di attacco.
Usa l’energia zero come propellente. Il vantaggio rispetto ai motori ad antimateria è che non richiede lo stoccaggio di propellente iniziale, perché l'energia zero è prodotta dal motore attingendo a qualsiasi atomo presente nello spazio; l’energia zero è mantenuta all’interno del motore stesso con una massa trascurabile. Per cui non ci si deve mai fermare per il rifornimento e gli unici costi sono quelli di manutenzione del motore.
L'energia richiesta per disgregare i versini (i componenti ultimi della materia) e ricavare da essi l’energia zero è enorme, ma a ogni ciclo in input si utilizza la stessa energia zero prodotta dal motore, lasciando comunque un enorme surplus di energia. Quando il motore raggiunge un basso livello di energia, è sufficiente dargli una materia qualsiasi e il motore la disgregherà, ottenendo energia per mesi.
La velocità dell’impulso standard è di molto inferiore rispetto ai motori ad antimateria: raggiungono una media di 20 000 km/s, con picchi di 25 000 km/s che dipendono dall’efficienza del motore montato. Ma facendo uso del motore gravitazionale incorporato si possono raggiungere in breve tempo destinazioni molto lontane.
Nella sua forma base, l’accelerazione dell’astronave è fatta a impulso. È il metodo standard di spostamento perché, nonostante mantenga velocità modeste, brucia una quantità di energia zero irrisoria che il motore riesce a reintegrare immediatamente.
Il motore zero 1 sostituisce in tutto e per tutto il motore gravitazionale, con capacità analoghe al motore costruito nel 4:12922 (2922 d.C.), ma con queste differenze:
A differenza dei motore zero di seconda generazione, il motore zero 1 non è capace di sfruttare l'effetto Tark.