Il nano è una creatura che vive sul pianeta Gea, di aspetto simile a un umano ma con un'altezza media più ridotta e un fisico più tozzo, robusto e piazzato.
I progenitori dei nani sono nati in seguito al Tempo dei Disastri, in particolare nella città di Owrack. Qui si trova il primo cenno a una popolazione demografica composta per gran parte da individui affetti da nanismo.
Il nano ha un corpo robusto, muscoloso e tozzo. La sua altezza media si attesta attorno a 1,20 m e non supera mai il metro e mezzo. Esperto geologo, ha un'autentica passione per i minerali, comprese le rocce comuni, che sa distinguere con un'occhiata. Questa conoscenza deriva dall'ambiente montano dove si è trovato a vivere per generazioni.
Un altro adattamento che si è tramandato per via genetica è la capacità di vedere attraverso l'oscurità. Si tratta di una caratteristica che in alcune razze è più presente di altre, e che dipende tanto dal luogo dove si vive quanto dall'eredità trasmessa dagli antenati. La visione è piuttosto limitata e basata su uno spettro diverso da quello della luce; se usata troppo a lungo, affatica gli occhi, ed è questo il motivo per cui i popoli fanno uso comunque dell'illuminazione all'interno dei loro cunicoli sotterranei.
Socialmente i nani sono un popolo molto chiuso ed elitario. Fraternizzano raramente con le altre razze della loro specie e quasi per niente con i popoli esterni, a meno che non siano costretti o non vogliano ottenere un certo vantaggio.
Il risultato è che il loro popolo è sempre avvolto in un'aura di mistero e ha portato alla nascita di pettegolezzi e di leggende sulla presenza di tesori magici nascosti nei loro domini (opinione non sempre sbagliata).
Sono molto orgogliosi sia della loro razza che di se stessi. Questa forma di orgoglio è assoluta e l'onore va messo in primo piano, persino di fronte a questioni di grande importanza. L'essere scontrosi e chiusi deriva anche e soprattutto dal loro orgoglio.
La lingua principale dei nani è il nanesco. Il nanesco è nato tra il popolo dei nani come linguaggio segreto che non fosse riconoscibile all'esterno, nel periodo in cui cominciavano a separarsi dagli umani.
Tenendo conto della loro chiusura mentale, si potrebbe restare meravigliati dallo scoprire che tuttavia i nani conoscono numerose lingue esterne al loro popolo: questa conoscenza, però, è necessaria per accedere a fonti da studiare che sono state scritte in lingue diverse dalla propria.
Le donne sono molto simili ai maschi per quanto riguarda la forza fisica e l'aspetto rude. A eccezione del periodo di gestazione, in cui il corpo si indebolisce e le costringe al riposo, le nane sono cariche di energia e possono tenere fisicamente testa a un maschio.
Considerando che la natura, in genere, impone al sesso femminile una struttura corporea più debole, è opinione degli anatomisti che il corpo delle nane sia dotato di un sistema di adattamento molto rapido e che cambi strutturalmente nell'arco di poche settimane, sia poco prima sia dopo la gestazione. Questi cambiamenti radicali spiegherebbero, tra l'altro, perché i nani siano poco proliferi.
I nani preferiscono i luoghi chiusi all'aria esterna. Essendo grandi scavatori, i loro domini si trovano spesso all'interno di montagne, dove hanno eretto intere città unite da strade complesse e tunnel profondi.
A capo si trova quasi sempre un re e una regina, le cui decisioni sono valutate da un'assemblea di anziani.
Si eseguono spesso riunioni governative per assumere decisioni, a volte anche di scarsa importanza. Il carattere rude e orgoglioso li porta spesso a finire le assemblee in diverbi accesi e a insultarsi a vicenda senza ritegno, obbligando gli esponenti di alto rango a intervenire per prendere una decisione unilaterale.
Maschi e femmine hanno pari diritti e doveri. Questa uguaglianza non sta soltanto nell'idea, ma anche sulla carta: una donna può avere un ruolo di comando, può imbracciare le armi e può svolgere lavori di fatica che tra gli umani sarebbero quasi ad esclusivo appannaggio del sesso maschile.
I nani scendono in guerra soltanto per motivi che li riguardano direttamente, per esempio in caso di minaccia diretta alla loro dimora. Anche se il pianeta si trova in condizioni di grande pericolo (come avviene durante il Crepuscolo degli Dei), i nani entrano in campo soltanto dopo una serie di assemblee che possono durare per mesi. In ogni caso, si tratta di un popolo bellicoso e spesso trova dei pretesti per iniziare una guerra sanguinosa contro i popoli che detestano, adducendo scuse banali come le offese o un atteggiamento pericoloso per la razza.
In battaglia, i nani sono dei guerrieri molto temuti. Al di là della corporatura fisica e del carattere orgoglioso, che li rende degli armigeri difficili da abbattere, possono fare uso di armi e tecnologie avanzate che loro stessi si costruiscono e contro le quali, di conseguenza, non esistono misure difensive. Inoltre, si tengono sempre in allenamento e hanno delle ferree leggi di battaglia, oltre a una serie di tattiche militari sulla carta studiate in tempi di pace.
Erano [...] armati di asce, di martelli e di arpioni, protetti da armature e da scudi pesanti che la loro forza riusciva a sollevare con facilità. Bassi e tarchiati, i muscoli e i nervi sulle parti scoperte del corpo erano tesi come corde di cuoio.
[...] I nani erano guerrieri insuperabili, [...]. Non esistevano paragoni tra le altre razze, nemmeno tra i coraggiosi dazar o tra i selvaggi centauri. Abituati da sempre alla fatica, temprati dal lavoro nelle miniere, con una lunga storia di guerre scritta nel loro sangue, non temevano nessun popolo e nessuna creatura. Vivevano isolati dagli altri popoli. Erano orgogliosi come i centauri, ambiziosi come gli umani e facevano uso della chimica anziché della magia. Quando era necessario, diventavano anche demoni sanguinari.
[…] Avevano una forza spaventosa, una volontà ferrea e una sicurezza che non si poteva scalfire; ma agivano con strategia e non con la forza bruta. Conoscevano il loro terreno e si muovevano a destra e a sinistra portando i soldati dove volevano, li colpivano a distanza con le lance, si univano a coppie per proteggersi a vicenda con gli scudi. Se venivano colpiti, continuavano a battersi finché la loro vita non si spegneva. Un nano ferito a morte era capace di uccidere altri cinque o sei uomini, prima di spirare. Erano soldati perfetti.
Descrizione tratta da Il Sinkal
I nani sono esperti in geologia, architettura, meccanica, botanica e medicina. Il loro campo di interesse si estende, però, a quasi ogni branca della scienza, che affrontano con studi approfonditi attraverso biblioteche antiche e fonti abbandonate dagli altri popoli. Si trovano quindi a possedere una certa conoscenza in campi inaspettati quali l'astronomia o la psicologia.
I nani sono versatili nel campo tecnologico e possiedono una dote innata nel realizzare oggetti complicati che hanno soltanto immaginato. A parità di strumenti, quelli costruiti da loro sono in genere più avanzati rispetto ai popoli contemporanei. L'unico problema è che costruiscono solo strumenti che hanno un'utilità immediata, per esempio perché servono ad aprire una breccia in una roccia particolarmente resistente: se un popolo chiede loro aiuto, rifiutano sistematicamente di darglielo se non dietro un lauto compenso.
Costretti in luoghi solitari, i nani hanno dovuto sviluppare un'alta conoscenza in campo medico, basata sulle erbe e sui medicinali artificiali. Si registrano pochissime morti tra loro a causa di malattie.
I nani sono diffidenti nei confronti della magia esterna e rifiutano di farsi coinvolgere se non sono loro stessi a manipolarla. Questo perché sono ben consapevoli della pericolosità dovuta a una magia incontrollata. Anche se i libri del loro popolo evitano di riportare eventi di insuccesso, è chiaro che si sono trovati più volte a fare i conti con riti magici sfuggiti al controllo e con distruzioni su larga scala da loro stessi causate.
Uno dei lati più oscuri dei nani è il modo in cui riescono a imbrigliare la magia per creare oggetti magici unici e armi di impareggiabile potere. Gran parte degli artefatti magici costruiti nei millenni è opera di questo popolo, ma sono così gelosi delle loro opere che rinunciano persino a mettere per iscritto il procedimento usato, con il rischio di perderne la memoria.
Con l'emanazione della Legge Carshan sulla Regolazione dei Mutanti del 19 marzo 4:13006 (3006 d.C.), si innescano proteste civili in vari punti focali del pianeta. I nani approfittano del disordine per abbandonare le civiltà moderne e ritirarsi in luoghi lontani, dove gli umani sopravvivono a fatica.
Il desiderio di isolarsi è dovuto a un razzismo crescente da parte della gente. Al tempo delle proteste civili, i nani sono cresciuti di numero e, non possedendo capacità particolari che si discostano da quelle comuni, vengono considerati una razza parallela a quella degli umani, un'evoluzione separata che ha prodotto gente più robusta fisicamente e carente da altri punti di vista. Pertanto, la Legge Carshan non li considera mutanti e non li obbliga alla registrazione. Nonostante questo, proprio per la loro diversità di aspetto e di carattere, i nani sono soggetti a discriminazioni in varie parti del mondo e, in situazioni particolari, persino a forme di schiavismo.
Il loro corpo robusto, dotato di forti difese immunitarie, permette un adattamento in luoghi angusti e la preferenza si rivolge in particolare agli antri delle montagne. Qui iniziano a costruire le prime comunità, inizialmente formate da pochi membri, che si svilupperanno nei secoli in vere e proprie città tecnologiche, radicate nella pietra e irraggiungibili da gran parte delle specie.
Dopo quasi un millennio e mezzo, il razzismo crescente spinge gli uomini a emanare un decreto ufficiale secondo cui i nani devono essere visti definitivamente come una specie a parte e assimilabile ai mutanti. La decisione tocca sul vivo l'orgoglio dei nani, che vorrebbero mantenere i diritti e i privilegi attuali, e il risultato è una fitta serie di rivolte soffocate nel sangue.
Il sentiero scelto, però, è ormai chiaro e i nani che abitano nelle città (cacciati come dei reietti perché rifiutano la registrazione) sono costretti a raggiungere i loro lontani parenti sulle montagne, dove hanno avuto secoli di tempo per costruire degli imperi isolati. I nani delle montagne li accolgono volentieri: sono di aspetto diverso da loro, più tozzi e robusti, con polmoni capaci di filtrare le polveri del sottosuolo e occhi capaci di vedere con una luce ridotta al minimo; alcuni hanno iniziato a sviluppare una seconda vista, capace di vedere al buio attraverso uno spettro diverso da quello visibile. Nel millennio di civiltà, questi popoli hanno scavato tunnel e costruito intere città nel sottosuolo, scacciando gli umani che si avvicinavano e quindi nascondendo il loro mondo alla superficie.
Verso la conclusione della Guerra dei Popoli, i nani devono fronteggiare l'invasione dell'esercito di Kerastra sulle Zanne del Gigante. L'imperatore Wintar Ferlagor, infatti, mira ad accapparrarsi i tesori leggendari presenti nelle montagne, con lo scopo di finanziare il proseguo della guerra e di ottenere vantaggi esclusivi sul campo.
L'attacco dell'esercito imperiale si risolve con una vittoria grazie al numero soverchiante, ma il prezzo pagato è alto: buona parte dei soldati viene uccisa. Determinante è l'uso da parte dei nani di macchinari goffi, corazzati e capaci di colpire centinaia di nemici contemporaneamente con dei dardi avvelenati.
Dalle grotte davanti uscirono quattro goffi marchingegni. Erano rivestiti da decine di strati di ferro, tenuti insieme da bulloni e da corde d'acciaio, e avevano la forma di un uovo con la base piatta. Un sistema di ruote protette da una gonnella di ferro li faceva avanzare con una lentezza esasperante. La macchina era ricoperta di strette fessure in ogni angolo.
Descrizione tratta da Il Sinkal
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