Rakas è un mercenario che ha scelto di abbandonare la vita materiale per permettere alla sua mente di concentrarsi sull'uso della magia. Lavora sempre da solo, slegato dalle organizzazioni e abituato ad agire per conto proprio.
Sulla fronte e sulle braccia ha tatuati i simboli della forza. Si tratta di quattro emblemi che gli individui si imprimono a fuoco sul corpo per ricordare a se stessi e agli altri di aver abbandonato in modo definitivo la mondanità in favore di uno scopo più grande, al quale gli dedicano anima e corpo per il resto della vita. Rakas ha scelto questa via come mezzo per permettere alla magia di scorrere più facilmente attraverso il suo corpo.
La porta fu spalancata ed entrò un uomo calvo dalla pelle scura e dai tratti marcati. [...] Aveva il corpo indurito da un allenamento costante, un volto inespressivo e non portava nessuna arma. Aveva dei vestiti molto semplici: una tunica senza maniche aperta sul petto e dei bracciali di bronzo ai polsi.
Descrizione tratta da Il Sinkal
Rakas è chiamato «Monaco del Vuoto». Il titolo è legato in parte al suo modo di combattere e alla vesti semplici che indossa, e in parte al distacco emotivo che mantiene anche in situazioni apparentemente disperate.
L'appellativo, comunque, è fuorviante, perché Rakas non appartiene a un ordine religioso: è un mercenario solitario.
Rakas si addestra continuamente a mantenere assopite le sue emozioni, cosa che lo rende esteriormente simile a un mistico riservato o a un esponente degli ordini religiosi. In realtà, la sua concentrazione è necessaria per poter richiamare le arti magiche al momento del bisogno. Rakas non è dotato di magia innata e i suoi incantesimi sono il risultato di anni di studio, di allenamento e di perfezionamento, condotti sacrificando la vita sociale e l'attaccamento ai beni materiali; ovvero liberando la mente da qualsiasi pensiero per lasciare spazio soltanto alla memoria della magia. Per dare sfogo al suo potere, ogni volta deve dare prova di un'enorme concentrazione.
Rakas è in grado di richiamare una magia molto limitata, che comunque si rivela potente quando usata con persone comuni che non hanno nessuna esperienza nel campo magico.
Fino al giorno del suo diciasettesimo compleanno, Rakas visse all'interno della sua famiglia, lavorando come scultore a fianco del padre. Si dice che sia stato osservando una delle statue, scolpita nell'alabastro, che intuì per la prima volta la vera imperfezione dell'universo esistente; disgustato dalla sua intuizione, si strappò di dosso i vestiti e se ne andò di casa senza dire una parola, viaggiando nudo e arrancando nella fame fino a quando non fu sull'orlo della morte. Tuttavia, è più probabile che si tratti di una storia sparsa di voce in voce e che la "conversione" di Rakas sia stata graduale, forse indotta dall'incontro con un altro soggetto che recava sul corpo i quattro simboli della forza.
È un dato di fatto che abbia abbandonato la propria casa e ogni avere posseduto, iniziando a vagare senza una meta. Sopravviveva di caccia e di pesca, muovendosi in genere vicino ai corsi d'acqua per non soffrire la fame, e trascorreva il tempo cercando di raffinare la concentrazione della sua mente e con l'unica ossessione di imparare a usare la magia. All'età di ventiquattro anni (cioè dopo sette anni di vagabondaggio e di vita trascorsa sul filo del rasoio), Rakas riuscì a evocare il suo primo incantesimo.
Gli anni seguenti furono dedicati esclusivamente ad aumentare il potenziale magico, attraverso uno studio tutto personale. Quando scoprì di non riuscire ad andare oltre, fu costretto a stanziarsi nelle grosse città in cerca di biblioteche in grado di soddisfare la sua sete di conoscenza. Lesse libri che spaziavano dalla magia alla psicologia, dalla storia alla filosofia. Più leggeva, più si rendeva conto di quanto fosse un mondo imperfetto e di quanto la magia avrebbe potuto trasformarlo in un luogo migliore, perché pura e nata dalla forma primordiale di qualsiasi cosa o entità avesse creato l'universo.
Le tecniche apprese gli permisero di concentrare energie maggiori e di espellerle in incantesimi violenti, ma soltanto quando la sua mente era completamente concentrata sull'obiettivo.
L'imperatore Wintar Ferlagor chiese il suo aiuto durante la Guerra dei Popoli per contrastare le ribellioni sempre più pressanti; in particolare, il compito di Rakas era di catturare uno dei loro capi più attivi, Gherion. Rakas accettò, assaltò in una notte il rifugio presente sulle montagne a nord di Kerastra e catturò Gherion. Come abbia scoperto il rifugio dei reietti resta un mistero; è probabile che abbia fatto affidamento alle sue arti magiche.
La datazione rientra nell'arco di tempo descritto in queste pagine: