Lo scudo Fordain (chiamato anche scudo a impatto) è una tecnologia presente nelle astronavi durante l'Epoca dell'Uomo e l'Epoca della Tecnologia. Il nome deriva da Navar Fordain, il fisico che ha ideato il funzionamento dello scudo a impatto.
Dopo la sua messa sul mercato, lo scudo Fordain è usato da qualsiasi astronave e rappresenta il livello minimo di protezione per deviare gli oggetti vaganti pericolosi. Permette di proteggersi dal pulviscolo spaziale e dall’impatto con elementi medio-piccoli (indispensabile quando si viaggia a grande velocità) e di contenere i danni di proiettili standard arrivati senza preavviso. Non riesce, tuttavia, a proteggere l’astronave da proiettili lanciati a velocità particolarmente elevate o da asteroidi particolarmente massicci.
Lo scudo Fordain è capace di emettere tre tipi di difese: una rete laser, un campo elettromagnetico e un campo antigravitazionale. Mentre la rete laser è quasi sempre presente, gli altri tipi di difesa possono essere assenti a seconda della versione dello scudo e dell’energia erogata dalla nave.
Velocità troppo elevate portano a possibili collisioni non prevedibili con asteroidi o pulviscolo spaziale: l’impatto a velocità simili sarebbe catastrofico. Lo scudo Fordain genera di continuo una rete laser attorno alla corazza dell’astronave, che garantisce una difesa sempre attiva per liberare il cammino dalle polveri e dai microasteroidi non rilevati in anticipo. Quando l’ostacolo è rilevato in anticipo, è possibile aumentare la potenza del laser in uno specifico settore della rete in modo da garantire una disgregazione più rapida. Al bisogno, uno o più settori della rete può essere disattivato per permettere il passaggio in sicurezza.
La rete laser è la forma di difesa minima dello scudo Fordain e ne sono dotate gran parte delle navi, anche di piccole dimensioni. Tuttavia mantenere attivo il laser richiede motori di una potenza minima, non sempre a disposizione delle piccole navi, che spesso tengono la rete al minimo della potenza per dedicare l’energia ad altre funzionalità, rischiando così che la rete non basti per impedire tutti gli impatti. Motori più grandi concedono una rete più efficiente e capace di disgregare ostacoli maggiori, a volte anche di notevoli dimensioni; ma vista la quantità di energia richiesta, per bloccare grandi ostacoli si preferisce usare gli altri tipi di difesa concessi dallo scudo.
Gran parte delle versioni dello scudo Fordain crea un campo elettromagnetico, di intensità variabile a seconda della velocità di impatto con un oggetto esterno. Mentre la rete laser si occupa di liberare il cammino dagli ostacoli vaganti, il campo elettromagnetico ha soprattutto lo scopo di respingere o di rallentare ostacoli "artificiali" pericolosi, quali potrebbero essere le navi in collisione o i proiettili. Questo tipo di difesa è quasi sempre presente nelle astronavi di media-grande stazza, e spesso anche in navi minori.
Il campo elettromagnetico si attiva quando gli strumenti rilevano l’avvicinarsi di oggetti a velocità elevata o di media grandezza. Il suo scopo è di deviare l’ostacolo (se possibile) o di rallentarlo in modo che sia poi la rete laser a occuparsi di disgregarlo. Il campo elettromagnetico è generato sempre in una direzione: verso l’esterno dell’astronave. È un’emissione di reazione, che avviene sulla base delle fluttuazioni emesse da un oggetto in movimento, e quindi anticipa sempre l’arrivo di un oggetto. In genere una nave non spegne mai completamente la sua attività: mentre le altre difese non si attivano se la nave ha il motore spento, il campo elettromagnetico può attivarsi a una potenza medio-bassa se gli strumenti rilevano l’avvicinarsi di un ostacolo pericoloso a grande velocità.
Il campo elettromagnetico non può respingere oggetti fatti di un materiale non carico (come plastica o legno); tra questi sono incluse anche le micrometeoriti che si trovano nello spazio; per cui in caso di ostacoli troppo pericolosi per essere fermati dalla rete laser, al suo posto si attiva il campo antigravitazionale nelle navi che lo hanno in dotazione.
Il campo antigravitazionale è utile per evitare l’impatto con ostacoli medio-grandi, che non contengono materiale carico e quindi non sarebbero deviati dal campo elettromagnetico, né distrutti dalla rete laser a causa delle loro dimensioni o della loro velocità. Questo tipo di difesa è presente quasi esclusivamente nelle grandi navi, vista l’energia richiesta per attivarla, le quali affiancano un sofisticato sistema di analisi dell’ambiente per anticipare l’arrivo di un ostacolo da respingere. Può agire in due sistemi:
La generazione del campo antigravitazionale non è immediata, richiede del tempo variabile a seconda dell’energia spesa dall’astronave per attivarlo e dalla potenza che si richiede per contrastare la velocità d’impatto. Per massimizzare la sua efficacia, le grandi astronavi tengono sempre inizializzata la procedura di questo campo in modo da ridurre i tempi di attivazione in caso di bisogno.