Il traduttore concettuale è una tecnologia sviluppata da Conrad Giustan-kara per permettere la comunicazione con i savariani.
Il traduttore concettuale si occupa di capire il significato di un discorso e di tradurlo nella rispettiva lingua. A differenza degli altri traduttori, quindi, non si basa su una traduzione letterale delle parole pronunciate. Il vantaggio è che non è necessario conoscere le regole grammaticali dell'interlocutore e la sintassi precisa; lo svantaggio è che il dispositivo non riesce a tradurre in modo corretto i nomi propri, perché di solito non hanno un concetto da associare.
Ogni comunicatore ha un dischetto che si interfaccia alla sua corteccia neuronale senza bisogno di fili. Il funzionamento agisce su tre fasi:
Il risultato è una traduzione approssimativa, ma piuttosto fedele, del significato e non delle parole esatte.
Conrad usa il primo traduttore concettuale funzionante nel 4:14682 (4682 d.C.), anno in cui incontra per la prima volta i savariani dopo tre anni di ricerche.
Conrad aveva l'altro dischetto gemello. I due elementi insieme formavano quello che aveva chiamato "traduttore concettuale", perché interpretava il significato delle parole invece di tradurle alla lettera. Era già l'ottava volta che lo provavano e si augurava di averlo migliorato abbastanza per essere affidabile.
I primi prototipi si erano rivelati un disastro. La lingua dei savariani era di una complessità abissale, un'unione tra rumori, gesti impercettibili e scambi di particelle liberate dal corpo e invisibili a occhio nudo, un po' come i ferormoni degli insetti. Conrad aveva scoperto che anche per loro la lingua inglese rappresentava un enorme ostacolo da comprendere: i loro traduttori avevano sempre funzionato a metà.Descrizione tratta da Legge Massima