Il vetro simbiotico è un tipo di mimateria. Nell'aspetto è indistinguibile dal vetro ordinario.
È conosciuto anche con il nome di vetracciaio.
Il vetro simbiotico si comporta come un vetro rinforzato, ma strutturalmente ha un'anima elastica ed è capace di assorbire gran parte degli urti senza frammentarsi. Quando arriva un colpo, le connessioni del materiale lo anticipano e spostano le molecole, in modo da creare una sorta di cuscinetto e da smorzare l'impeto. L'occhio di un osservatore nota soltanto una breve increspatura nel vetro durante il contatto, ma se visto al rallentatore si evidenzia una serie numerosa e rapidissima di micro-spostamenti, che deformano il materiale.
La sua resistenza è maggiore se l'urto avviene in un unico punto, mentre diventa via via più ridotta se il colpo coinvolge l'intera superficie. Con urti particolarmente violenti, il vetro simbiotico subisce una spinta elastica come se fosse una molla; quando non trova lo spazio per muoversi, invece, il vetro finisce per creare delle crepe e, in casi particolari, si spacca in due nel punto più vulnerabile. Poiché è una mimateria, ha poi la capacità di riparare gli eventuali piccoli danni e le crepe.
Il vetro simbiotico è usato durante l'Epoca della Tecnologia. Nell'ultimo terzo dell'epoca si è poi evoluto in una forma più resistente, chiamata vetracciaio, che l'ha reso praticamente indistruttibile agli impatti e alle vibrazioni. L’unico modo per distruggere il vetracciaio era di scioglierlo ad alte temperature.
Il vetro simbiotico è usato inizialmente per sostituire il vetro ordinario. In tempi successivi, si dimostra utile per sostituire anche altri materiali ordinari e per dare un tocco di trasparenza a edifici, veicoli e all'arredamento.