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Epoca della Tecnologia sulla timeline
Tra i vari obiettivi, all'Oracolo viene chiesto di elaborare il sistema ottimale per colonizzare lo spazio in modo permanente. Gea, infatti, è da secoli sottoposta al gioco di catastrofi naturali che hanno già provocato ingenti danni e disastri su ampia scala. La necessità di trovare un nuovo luogo dove vivere, secondo alcuni, è diventata una priorità.
La risposta richiede diversi mesi di calcoli, perché le variabili da considerare sono molteplici, tra cui:
Il risultato considerato più efficiente e duraturo è la creazione di planetoidi artificiali da zero. Le elaborazioni hanno portato alla stampa di schemi precisi da sfruttare affinché i popoli possano capire la tecnologia da usare, le problematiche che si possono presentare e la quantità di manodopera necessaria. Costruendo i planetoidi direttamente nel luogo in cui dovranno esistere, si aggira tra l'altro la difficoltà di trovare delle fonti di energia indispensabili per spingere i materiali più pesanti da Gea allo spazio.
Al di là delle implicazioni etiche e della tecnologia richiesta, la questione più complicata è il materiale da recuperare per avviare la costruzione: anche prevedendo che le Nazioni si mettano d'accordo per unire gli sforzi, su Gea non sono presenti risorse sufficienti. L'Oracolo ha pensato anche a questo e ha stabilito che i metalli mancanti potranno essere recuperati dagli asteoridi (la cui colonizzazione è attiva già dal 4:13125 (3125 d.C.)), prevedendo che con il tempo si andranno a colonizzare sempre più detriti vaganti e sempre più lontano nello spazio.
Resta, però, il problema economico di finanziare i viaggi, l'estrazione dei metalli e la strumentazione che serve per la costruzione.
Le Nazioni che parteciperanno alla costruzione dei planetoidi si concentrano prima di tutto sul viaggio turistico come fonte principale di finanziamento. Permettono a facoltosi privati di visitare lo spazio a costi esorbitanti e, con il prezzo dei biglietti, danno inizio al programma di colonizzazione.
I viaggi turistici vanno ben oltre le aspettative e le richieste aumentano rapidamente, anche perché i privati fanno a gara per spingersi il più in là possibile. I chilometri compiuti in astronave diventano un motivo di vanto e di prestigio. Ma i facoltosi disposti a pagare l'enorme prezzo sono limitati e, a un certo punto, le Nazioni si ritrovano al problema iniziale di recuperare i fondi con cui finanziarsi.
La nuova idea arriva dopo mesi di riflessione e di dibattiti, soprattutto morali. Ai ricchi clienti paganti viene proposto un tipo di tour spaziale completamente diverso: un viaggio nel futuro, sfruttando le leggi della fisica conosciute e i motori di nuova generazione. Nella pratica non si tratta di un viaggio nel tempo vero e proprio, ma di sfruttare le leggi della relatività per fare in modo che — per chi si trova nello spazio — il tempo scorra più lentamente.
Una volta imbarcati sulle astronavi, i clienti rimarranno fuori dall'atmosfera terrestre a lungo, mentre il computer seguirà la rotta preimpostata verso pianeti e oggetti celesti di massa ben maggiore rispetto a quella di Gea. L'alta velocità delle astronavi e la sosta nei pressi di pianeti, stelle od oggetti terrestri particolarmente massicci rallenterà il tempo percepito dai clienti. Su Gea, invece, il tempo scorrerà più velocemente.
In gran parte dei casi il guadagno di tempo è trascurabile (pochi mesi) e il cliente accetta soltanto per una questione di prestigio; ma con viaggi più lunghi si possono recuperare anche diversi anni: al ritorno dal viaggio spaziale, per il cliente saranno passati molti meno anni rispetto a una qualsiasi persona presente su Gea. Di fatto, si tratta di un viaggio verso il futuro e senza possibilità di ritorno nel passato. La prospettiva di vedere oltre i propri anni di vita attrae chiunque sia provvisto di denaro sufficiente a pagare il prezzo richiesto, che naturalmente è enorme. I clienti si imbarcano in gruppo per suddividere i costi e molti scelgono di portare con loro l'intera famiglia.
Le astronavi costruite per l'occasione sono poche e le partenze avvengono a distanza di anni l'una dall'altra. Una volta abbandonata l'atmosfera e uscita dal raggio di comunicazione, non c'è modo di sapere se l'astronave raggiungerà la meta e se farà ritorno sul pianeta madre sana e salva. A ogni modo, nei decenni futuri, la gente su Gea assisterà di tanto in tanto al ritorno di qualche astronave, di cui tutti si erano ormai dimenticati.